2022-02-16
Scudo infallibile, premio o punizione. Sulla card vince chi la spara grossa
Gli esperti che ci impongono i divieti hanno le idee confuse. Per Fabio Ciciliano (Cts) la carta verde è nata per il bene dei no vax. Mario Draghi e Pierpaolo Sileri sostengono il contrario. Mentre per Franco Locatelli è una ricompensa per chi fa la puntura.Per il carro di Tespi di televirologi e consulenti del sovrano, l’imperativo categorico sembra essere quello di non intaccare mai la narrazione pandemica, il mito salvifico del green pass, il racconto da loro stessi propinato e amplificato da una grancassa mediatica pressoché unanime. Guai se la realtà dovesse improvvisamente far breccia, stracciando la sceneggiatura della fiction andata in onda a reti e testate unificate.E così, sentito dal Corriere della Sera, Fabio Ciciliano, uno degli uomini forti del Cts, sembra davvero il proverbiale giapponese che ancora combatte. Ecco qua: «Il pass è e rimane uno strumento tecnico d’emergenza che ha consentito al Paese di restare aperto anche nelle fasi più critiche». Ah sì? Peccato che proprio il green pass, insieme alla liturgia del terrore che lo ha accompagnato, abbia determinato una sorta di interminabile lockdown di fatto: quello che ha desertificato le nostre città, rendendole spettrali sia di giorno sia di notte. Dopo di che, arriva un altro evergreen, un classicone intramontabile: il mitico modello italiano. Ciciliano è lanciatissimo sul tema: «Non è un caso che altri Paesi ci siano venuti dietro, introducendolo all’italiana». Peccato che le cose non stiano così: non è affatto vero che tutti ci abbiano imitato il pass (neanche si trattasse della pizza e dei tortellini); e soprattutto la stragrande maggioranza dei Paesi che avevano adottato restrizioni di diversa gradazione le hanno parzialmente o totalmente fatte saltare. Di più: come potete leggere in questa stessa pagina (dati alla mano), l’andamento della curva pandemica negli Stati privi di certificazioni verdi è stato pressoché identico a quanto è avvenuto da noi. Ma, presa la rincorsa, Ciciliano non si ferma più e arriva a ciò che gli sta davvero a cuore: una visione ortopedico rieducativa, volta a dividere gli italiani in «buoni» e «cattivi», con tanto di premi e punizioni: «Stanno ormai diventando sempre più numerose e prevalenti le certificazioni verdi senza scadenza che non limitano in alcun modo la vita sociale dei cittadini muniti di booster. Si sta creando un solco netto tra chi può fare tutto e chi ha deciso di autolimitarsi». Avete capito bene, altro che scienza: anche se Omicron è oggettivamente più leggera, l’obiettivo del governo è quello di garantire uno status da cittadino di serie A ai titolari di terza dose, relegando gli altri alla dimensione di paria. In compenso, però, il sovrano ama presentarsi come buono, e dunque Ciciliano spiega che divieti e punizioni scattano per il bene dei reprobi: «Gli ultimi provvedimenti di sanità pubblica adottati vanno proprio nella direzione della tutela dei soggetti non vaccinati, poiché sono proprio i cittadini privi di ogni protezione esposti al pericolo di finire in terapia intensiva, e, purtroppo, di morire». Chiaro, no? Ti tolgo lo stipendio, ti impedisco di salire su un bus e di ritirare la pensione alla posta, ma lo faccio per te…Del resto, basta una veloce ricerca per trovare altre «perle». Ecco Sergio Abrignani, altro membro del Cts, nel settembre scorso: «Da tecnico sono per l’introduzione dell’obbligo vaccinale e del green pass in tutte le situazioni di vita di comunità al chiuso». E ancora, in un crescendo inarrestabile: «Meglio piuttosto un green pass “totalizzante”, che se non lo hai non entri da nessuna parte se non a casa tua». Sulla linea premiale anche l’ineffabile Franco Locatelli: «L’obbligo lo manterrei per la fascia oltre i 50 anni anche dopo il 30 di giugno, non vedo la ratio di toglierlo. Allo stesso modo manterrei la premialità associata al green pass: ha senso che resti anche oltre quella data. Vaccinarsi è un segno di elevato sviluppo e di civiltà di un Paese». Anche in questo caso, nessuna ragione scientifica ma la propensione a dare pagelle ai cittadini. Candido nell’ammettere l’obiettivo punitivo del green pass anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: «Dobbiamo in tutti i modi cercare di ridurre la platea di non vaccinati. […] Sull’obbligo del super green pass rinforzato degli over 50 dobbiamo essere rigidi, andando anche oltre la scadenza del 15 giugno. Siamo convinti della scelta presa e dobbiamo assolutamente tenere il punto».Resta leggendaria la performance in Parlamento dell’altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Sento dire che i vaccinati si prendono il virus e lo trasmettono. Una bugia. Una falsità». Mesi dopo, in tv, peggiorò la situazione: «Noi per tutelare gli italiani vi renderemo la vita difficile come stiamo facendo perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso».Ma ad aprire la strada era stato Mario Draghi in persona, quando proclamò urbi et orbi (22 luglio) che la carta verde era una misura che dava «garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose» (ed era palesemente una balla, già allora riconoscibile come tale). Quasi sette mesi dopo, incredibilmente, Walter Ricciardi ha ripetuto in tv la stessa enormità, incurante di ciò che ormai tutti hanno compreso: anche una persona vaccinatissima e dotata di pass può essere contagiata e contagiosa. Lo sanno pure i bambini, ma ai super consulenti - forse - non va di sciupare la loro «bella storia».