2022-09-17
Avvoltoi Dem sui morti delle Marche
Regione devastata, e subito Enrico Letta e Matteo Ricci tentano di gettare la colpa sulla destra che si oppone all’agenda «green». Come se bastasse qualche emissione in meno a evitare questi fenomeni. E come se il dissesto del territorio non fosse frutto di decenni di governo Pci-Pd. I sindaci accusano: «Non ci hanno avvertiti». La Protezione civile: «Presi alla sprovvista».Case, strade, interi paesi devastati. Auto accartocciate, fango ovunque, negozi annichiliti. Poi ancora morti, dispersi, un piccino strappato alla madre dalla violenza delle acque. E di fronte a questo scempio, c’è qualcuno che ha ancora il fegato di fare propaganda, di tirare in ballo l’ideologia. La linea del Partito democratico sul disastro che ha colpito parte delle Marche sotto forma di bomba d’acqua è la seguente: è accaduto perché non abbiamo seguito abbastanza le indicazioni di Greta.Non abbiamo certo voglia di scherzare, dunque non forziamo nemmeno un po’. Enrico Letta, ieri mattina, ha annunciato via social che avrebbe interrotto la campagna elettorale nelle Marche, «in segno di lutto e partecipazione al dolore delle famiglie colpite» (scelta senz’altro giusta e nobile). Ma un secondo dopo ha twittato: «Come si fa a pensare che la lotta al #cambioclimatico non sia la prima priorità? Come si fa?».Stessi argomenti ha utilizzato - collegandosi all’Aria che tira su La7 - il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Prima ha mostrato sconforto, si è quasi commosso per le vittime. Tempo un secondo, tuttavia, ha iniziato la filippica sulla necessaria rivoluzione ambientale e su quanto sia scriteriato che qualcuno la giudichi negativamente. I dubbi sui ritardi dell’allerta li ha liquidati in fretta: quel che gli premeva era insistere sulla riduzione delle emissioni. Ed è così che, in un lampo, il cordoglio si è tramutato in sciacallaggio.Nemmeno gli scomparsi, nemmeno le decine di dispersi sono sufficienti a distogliere la mente progressista dall’utilizzo propagandistico della tragedia. È triste da dire, e fa rabbia, ma la sensazione è che stiano cercando di trascinare il dramma meteorologico all’interno della campagna elettorale, come se le piogge e l’esondazione fossero colpa degli avversari politici che non sposano l’agenda green.I sindaci dei Comuni marchigiani più duramente colpiti ieri, sull’onda dell’emozione, hanno espresso una idea ben diversa. «Non c’è stata alcuna allerta meteo», hanno detto, «se non per eventi minori». L’accusa era direttamente rivolta agli organismi istituzionali competenti, ed è piuttosto pesante. Bernardo Gozzini, esperto di previsioni e direttore del consorzio Lamma a cui partecipano Regione Toscana e Cnr, ha cercato giustificazioni: «Il violento nubifragio nelle Marche è stato un evento impossibile da prevedere perché molto localizzato rispetto alle capacità dei modelli meteorologici», ha dichiarato mestamente.A suonare più sconcertanti sono le frasi di Fabrizio Curcio,, capo della Protezione civile. «Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari. È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno, e in alcune zone ha piovuto il doppio di quello che piove in estate», ha detto alla stampa. «È stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina, portando scompiglio e morte. Nei prossimi giorni è atteso un peggioramento meteo, ma siamo al lavoro per essere pronti». Certo: lavorano per essere pronti dopo che la tragedia è accaduta.Chiaro: non abbiamo ancora abbastanza elementi per capire se ci siano state mancanze da parte delle autorità e se qualcuno non abbia svolto il suo compito come avrebbe dovuto. Intanto, la Procura ha aperto una inchiesta per omicidio colposo e inondazione colposa e non certo per mancato rispetto delle tesi green.In ogni caso, adesso è il momento di agire, di aiutare le persone in difficoltà, di salvare chi è stato travolto dal mostruoso impasto di acqua e fango. Il tempo delle valutazioni politiche verrà successivamente ed è esattamente per questo che le frasi di Letta o di un Ricci fanno accapponare la pelle. Il segretario che fa spegnere i pulmini ritiene forse che, se avessimo usato più auto elettriche, il nubifragio non si sarebbe verificato? Secondo Ricci, se avessimo firmato qualche memorandum in più sulla riduzione delle emissioni la bomba d’acqua non sarebbe esplosa? Non abbiamo dubbi sul fatto che le questioni ambientali e climatiche vadano prese estremamente sul serio e per questo vorremmo fossero discusse con lucidità, senza le forzature ideologiche imposte dall’ecologismo interessato che negli ultimi anni va tanto di moda: non è ascoltando i discorsi stralunati del fu principe Carlo che ci garantiremo la sopravvivenza.Il punto, però, è che tirare in ballo i dibattiti da talk show sulla transizione ecologica è un modo molto sgradevole di scaricare le responsabilità. Se proprio si vogliono cercare responsabilità politiche, bisognerebbe iniziare a indagare su chi ha governato quei territori per decenni. I progressisti hanno regnato nelle Marche e ancora regnano nelle vicine Emilia Romagna e Toscana. Loro hanno scelto i funzionari pubblici e gli amministratori ed è eventualmente a loro che spetterebbe un esame di coscienza. Potremmo in aggiunta notare che il Pd, salvo limitate parentesi, è al governo della nazione da un decennio. Di nuovo, quindi, dovrebbe gettare la scure addosso a sé stesso, non a chissà quali reazionari ostili alla battaglia in difesa della natura. Qualcuno, per favore, spieghi ai dem che rispettare l’ecosistema non significa agire da sciacalli.
Martha Argerich (Michela Lotti)
Ecco #DimmiLaVerità del 4 settembre 2025. La nostra firma di punta di politica Flaminia Camilletti espone alcune considerazioni sulle regionali, a partire dal Veneto il centrodestra cerca i candidati a presidente.