2025-03-19
Niente voto sul testo unitario dem: la Schlein evita di dover fare la conta
Dopo l’approvazione del documento dell’esecutivo, quelli presentati dalle opposizioni sono stati dichiarati decaduti. Il Pd chiedeva una «radicale revisione» del progetto Von der Leyen. Oggi Elly parlerà alla Camera.Il Partito democratico formalmente alla fine ha trovato la sintesi e passa la linea della sinistra imposta dal segretario. Nella risoluzione presentata a Palazzo Madama Elly Schlein per tenere insieme il partito ha fatto inserire nel testo la richiesta di una «radicale revisione» del piano Rearmue. «Siamo gli unici che in tutta questa vicenda entrano nel merito delle questioni », ha spiegato la Schlein, «dicendo sì alla Difesa comune e dicendo come dobbiamo costruirla. E dicendo no al riarmo dei singoli 27 Paesi». L’accordo sul documento sul riarmo Ue è stato trovato ieri al mattino, durante l’ennesima riunione. Nella risoluzione del Pd si chiede dunque di «promuovere una radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla presidente Von der Leyen, sulla base delle critiche e delle proposte avanzate in premessa, al fine di assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali di sviluppo e coesione, e di condizionare tutte le spese e gli strumenti europei alla pianificazione, lo sviluppo, l’acquisizione e la gestione di capacità comuni per realizzare un’unione della difesa». La linea è quella del voto per la risoluzione del Pd, del voto contrario alla risoluzione di maggioranza; dell’astensione sulle altre risoluzioni. Nonostante questo, tra i parlamentari dem per tutto il giorno è circolato il timore che qualcuno potesse rompere le righe cedendo alla tentazione di votare la mozione dei 5 stelle (per la sinistra del partito) o la mozione di Carlo Calenda (per l’ala riformista). Tentazione mancata perché la risoluzione non è andata al voto. D’altronde la spaccatura, a prescindere dai testi, resta insanabile e non si risolve dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Basta considerare che, per usare le parole di Calenda, i dem hanno passato il giorno precedente alle comunicazioni del premier a decidere se scrivere nel testo che si chiedesse una «radicale o profonda revisione». Durante l’assemblea congiunta dei gruppi che ha portato all’accordo tra le due anime del Pd, il segretario ha spiegato il riferimento alla «radicale revisione» del Rearmue con la necessità di «entrare a gamba tesa nelle contraddizioni della maggioranza». E oggi, nel corso del dibattito alla Camera, la Schlein prenderà la parola per segnalare che «le posizioni che ha assunto Meloni in queste settimane vanno contro l’interesse italiano. Loro non sono per la Difesa comune per ragioni ideologiche, ma pure molte delle critiche - che qui confermiamo - alle proposte che vanno avanti a Bruxelles, affondano le radici nella contrarietà a uno schema che rischia di approfondire le differenze tra i sistemi nazionali anziché fare un salto politico in avanti che è quello che oggi serve all’Europa davanti alla gravità di queste nuove sfide». La risoluzione del M5s era, come prevedibile, profondamente pacifista. «Manifestare, in tutte le sedi istituzionali, nazionali ed europee, la ferma contrarietà del governo italiano al piano di riarmo europeo Rearm Europe». È uno degli impegni contenuti nella risoluzione dove si chiede inoltre di «censurare nelle medesime sedi istituzionali l’adozione di strumenti volti a un aumento esponenziale della spesa per la sicurezza e la Difesa dell’Europa, declinata esclusivamente nel senso di un rafforzamento della capacità militare, in assenza di un progetto di Difesa comune europeo. Sostituire integralmente il piano di riarmo europeo Rearm Europe con un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività», prosegue la risoluzione, «gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell’Unione europea quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all’occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l’economia dell’Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile». Pacifista anche la posizione di Alleanza verdi sinistra. Il governo respinga «in sede di Consiglio europeo il piano Rearm europeo proposto dal presidente della Commissione europea». Inoltre chiede di «non consentire nessuna distorsione o deroga finalizzata all’utilizzo dei fondi di coesione per finanziale l’acquisto o la produzione di armamenti, di lavorare a una nuova architettura di sicurezza collettiva per l’Europa ispirata ai principi del processo di Helsinki, nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e di sostenere in sede di Consiglio europeo che la necessaria strada per la creazione di una Difesa europea comporta un percorso opposto all’aumento delle capacità militari nazionali che consiste in una razionalizzazione ed integrazione della spesa esistente». Le altre due risoluzioni sono di Iv e Azione, decisamente europeiste a dimostrazione di un’opposizione spaccata su due fronti. Curioso ad esempio che nelle dichiarazioni di voto sia Francesco Boccia del Pd sia Calenda di Azione abbiano concluso allo stesso modo, invitando la Meloni a scegliere l’Europa, al posto di Donald Trump con la differenza che Boccia la risposta la dà: «Ecco perché tra Trump e l’Europa, lei ha scelto Trump», le dice. Resta in piedi per il Pd, il tema del «chiarimento politico» evocato dalla Schlein dopo la spaccatura in Europa. L’ipotesi di una conta non pare del tutto archiviata nonostante la prova di unità e la crescita del numero dei contrari all’idea di un congresso.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.