2019-08-12
«Sarà Dibba a risparmiarci l’inciucione con i renziani»
Lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco: «La campagna elettorale sarà piena di odio, l'establishment proverà a ritardare le urne. Obiettivo? Logorare il Carroccio. E il centrodestra non tornerà».Pietrangelo Buttafuoco è da pochi mesi il vicedirettore della rivista della fondazione Leonardo, Civiltà delle macchine. «La sto vivendo come un'esperienza poetica e sentimentale», racconta alla Verità. «Accanto al direttore, Peppino Caldarola, sto sperimentando la stessa gioia degli anni al Foglio, con il compianto Stefano Di Michele». Nei prossimi mesi sarà anche ospite fisso, a Radio Rai 1, della nuova trasmissione (Il mix delle 5) di Gianni Minoli, insieme ad Annalisa Chirico.Buttafuoco, estate calda, autunno che si annuncia caldissimo. Se l'aspettava che Matteo Salvini staccasse la spina al governo?«Sinceramente no. Non corrisponde alla logica delle cose».Perché?«Tu, Salvini, sei in una posizione di forza. Sei al governo con qualcuno che ha con te un'affinità generazionale. E che intercetta un blocco sociale, quello del Sud, complementare al tuo, che è quello del Nord. Due elettorati speculari».Tutta colpa della Tav?«Bah… Certi governi sono rimasti insieme seppur divisi su temi forti, tipo il divorzio. La Torino-Lione era una questione risibile».Sembra preoccupato.«Sì. Per l'Italia di provincia sarà complicato affrontare una nuova campagna elettorale».Dice?«Ritarderà di almeno tre anni la realizzazione delle vere infrastrutture che servono alla gente».Quali?«Le faccio un esempio. Oggi ho recuperato un titolo di giornale: “La Siracusa-Gela dovrebbe essere pronta nel 1973"».Non esiste ancora?«No».Salvini ha detto che erano i 5 stelle a bloccare le grandi opere.«Ma quali grande opere? La Tav? Qui si sta sovrapponendo la retorica del potere alla realtà».In che senso?«Quelle questioni nascondono il vero miracolo compiuto da chi, al Sud, ha scelto i 5 stelle».Ovvero?«Aver votato, per la prima volta, un partito non di sistema, sfasciando le strutture clientelari».Che c'entra con le opere?«Il punto è che la gente ha votato i 5 stelle non perché voleva bloccare la Tav o il Tap, della cui esistenza molti non sono neppure al corrente. Chiedevano le opere di cui hanno davvero bisogno. E soprattutto che cambiassero le facce. Era per questo che gli elettori avevano premiato il M5s; non per consegnare Giuseppe Conte ad Angela Merkel per interposta piattaforma Rousseau».Quelle speranze saranno deluse?«Ieri, a Modica, a un convegno di siciliani emigrati, ho incontrato Nino Scivoletto, direttore generale del Consorzio cioccolato di Modica, 14 milioni di euro di guadagni per il territorio, avvilito che possa non esserci più un ministro come Gian Marco Centinaio, che tanto ha fatto per questo segmento di viva economia. Nell'Italia della vicenda Pernigotti è ossigeno puro...».Vede altre incognite?«Sì. Ad esempio: sono vere le voci su una formazione neocentrista con a capo, fino a mezzogiorno, Giuseppe Conte, a ora di pranzo Urbano Cairo, di pomeriggio Mara Carfagna? Comunque, sono alchimie lontane da un'Italia che oramai è stremata».Cioè, Salvini stavolta non s'è sintonizzato sul Paese reale?«O Salvini ha veramente il fiuto da lupo e mette in atto un sempiterno principio della politica, che si chiama “volontà di potenza", o rischia di darsi il game over da solo».Ovvero il cordone sanitario Matteo Renzi-5 stelle?«È chiaro che i poteri vogliono ritardare il più possibile le elezioni e sono pronti anche a cooptare figure esterne».Faranno il Conte bis?«L'hanno trattato come un demente. All'improvviso è diventato uno statista. Ma non l'hanno fatto solo con lui».Con chi altro?«Con i 5 stelle in generale: disprezzati, ma poi corteggiati, appunto, per un'ipotetica alleanza con il Pd, che li affrancasse dalla bestia razzista Salvini. Ma al tempo stesso questi corteggiavano Salvini, perché la grande industria avesse un interlocutore tra i populisti».Chi tifa per l'inciucio?«Tutti quelli che potrebbero veder crollare il potere che li ha pasciuti; tutti quelli che hanno velleità politiche all'interno del perimetro “costituzionale"; tutta l'Ue a trazione francotedesca». Quindi il progetto di elezioni a ottobre salterà?«Non so. Ma a ottobre c'è un'altra scadenza importante: la Brexit. E se il Regno Unito assesta un colpo all'assetto europeo, il primo Salvini che arriva potrà anche sforare il deficit nella legge di bilancio. E dire: “Be'? Che ci fate adesso?"».Ecco, le sponde internazionali saranno importanti.«Naturalmente: Regno Unito di Boris Johnson e Stati Uniti di Donald Trump. Ed entrambi hanno un peso ben superiore all'Ue».Nicola Zingaretti vuole derenzizzare il partito, per cui meglio il voto subito. Renzi lascerà il Pd per unirsi ai resti di Forza Italia?«Renzi e Zingaretti si giocano la partita della vita: il primo per riprendersi quel che ha perduto, il secondo per consolidarsi e durare. Zingaretti deve fare le liste e scegliere chi gli è e gli sarà fedele. Renzi, se l'operazione aggancio con i grillini non gli riesce, si fa il partito con i parlamentari che ha e con i berlusconiani che Salvini rifiuterà».E se si va a votare davvero?«Sarà terribile».Terribile?«Torneranno le vecchie categorie di destra e di sinistra. Già ora si cominciano a leggere le dichiarazioni di chi tira fuori la Resistenza. Tornerà potentissimo l'odio».Addirittura?«L'altro giorno ero a Palermo. Ho notato che nelle boutique più esclusive c'erano cartelli sulla “Lega merda" e i “porti aperti". Non c'è più la contrapposizione a un avversario. C'è una distinzione di tipo antropologico».Polarizzazione e radicalizzazione.«Ci si mette persino il Papa… C'è un'aria da guerra civile. Vedremo gente che non saluta più il vicino, amicizie che si rompono».La campagna elettorale sarà pure una sciagura, ma con un'operazione di palazzo al posto delle elezioni non rischiamo di vedere pure a Roma le barricate tipo gilet gialli?«Con una bella finanziaria alla Mario Monti cresceranno spontanee». E Luigi Di Maio che fine farà? «Di Maio, per uno come Salvini, poteva essere l'interlocutore ideale. È tutto il contrario rispetto a uno come Roberto Fico».Salvini questo l'ha riconosciuto, ha detto che non avrebbe mai parlato male di Di Maio. Ma i 5 stelle lo liquideranno, magari per sostituirlo con Alessandro Di Battista e spostare il Movimento a sinistra?«S'è visto cosa è successo quando hanno provato a farlo. Che risultato hanno ottenuto? Di regalare voti a Salvini. Non è che se fai cose di sinistra ti premiano. La domanda politica di sinistra è esaurita. È gradita solo alla buona società, a chi vuole fare figura. Anzi, io confido che Di Battista, il più purista del Movimento, ci risparmi l'inciucio con i renziani».Il centrodestra può tornare?«Non credo proprio. A cominciare da Silvio Berlusconi, che ormai entra nei libri di storia e non più nella cronaca politica. Chi ancora sta con lui è come chi abbraccia una cassaforte sperando di prendere qualche spicciolo».L'idea, comunque, è di ritardare l'arrivo alle urne anche fino al 2020, con la scusa della legge sul taglio dei parlamentari?«Sì. Lasciare la corda lunga affinché Salvini s'imbrigli».Se si andasse al voto e se il governo, con Lega e Fratelli d'Italia, si «sovranistizzasse», come reagiranno in Europa?«Lo tratteranno come hanno sempre trattato Viktor Orbán. Solo che l'Italia non è l'Ungheria».Prospettiva 2022: una maggioranza sovranista potrebbe tentare pure l'assalto al Colle?«Sarebbe una cosa da spalancare sorrisi a 37.000 denti! L'idea che per la prima volta nella storia non ci sia un presidente della Repubblica eletto nel “giro"… Certo, a quei livelli ci sono meccanismi che fanno spavento».Che intende?«Mettiamo che eleggano una figura alla Franco Frattini… Allora saremmo punto e capo. Lo sa quale sarebbe il presidente della Repubblica ideale per un governo sovranista?».Quale?«Carlo Nordio. Dovranno evitare di cadere nella trappola di chi propone “compagni di processione", com'è già successo con Giovanni Tria o Enzo Moavero Milanesi».
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La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)