2023-07-06
Ma da che pulpiti vengono le prediche
Carlo De Benedetti (Ansa)
Un’imprenditrice che ha garantito i debitori con il suo patrimonio finisce sotto il fuoco incrociato da parte di «Repubblica» e «Domani», che sulla trasparenza dovrebbero tacere. Dietro ci sono interessi occulti?La vita dell’editore è dura. Lo dico per esperienza personale: i costi, dei dipendenti e della materia prima (la carta), aumentano, mentre i ricavi, delle vendite e della pubblicità, diminuiscono. Dunque, far quadrare i conti è complicato e qualche volta impossibile. Faccio questa premessa non per annunciarvi un aumento del prezzo della Verità o un taglio del numero di pagine, misure a cui ricorrono di solito gli editori in difficoltà e di cui, grazie a chi ci acquista ogni giorno, non abbiamo bisogno. No, se cito i guai che attraversa il settore dei giornali e in particolare dei periodici è solo per dire che capisco Daniela Santanchè, la quale ieri si è presentata in aula, al Senato, per difendere il suo operato da imprenditrice, che da settimane è passato ai raggi X da una serie di inchieste giornalistiche, di Report, di Repubblica e del Domani. La storia è nota e la riepilogo dunque solo per sommi capi. Il ministro del Turismo, prima di dedicarsi alla politica, ha lavorato a lungo nel settore delle pubbliche relazioni e degli eventi. Poi, all’incirca 15 anni fa, ha fondato una concessionaria di pubblicità, che ha raccolto le inserzioni per quotidiani come Libero e Il Giornale e per alcuni periodici. Successivamente, Santanchè ha fatto anche il grande passo, trasformandosi in editore di riviste acquistate da Mondadori e da Rizzoli. Ecco, in questa sua seconda vita da imprenditrice di giornali, non tutto è girato per il verso giusto, perché le testate acquisite, che già boccheggiavano, sono andate di male in peggio. Come dicevo all’inizio, negli ultimi anni i lettori scarseggiano, la pubblicità anche, mentre i costi sono andati alle stelle. Due anni di Covid, uno di guerra che per effetto del rincaro del prezzo del gas ha fatto quasi triplicare il prezzo della carta, hanno scassato i conti di numerose società editrici, al punto che dal mercato hanno cominciato a sparire alcune riviste. Ecco, dopo una vita luccicante, di successi ed eccessi, tanto da meritarsi il soprannome di Pitonessa, per Santanchè alcune cose sono andate storte. Succede, a chi fa impresa: non tutte le ciambelle riescono con il buco, sennò non si spiegherebbe come anche alcuni nomi altisonanti, che in passato hanno dato lustro all’industria italiana, poi sono stati costretti a portare i libri in tribunale. Tuttavia, nel caso del ministro del Turismo vorrei aggiungere un paio di considerazioni. La prima riguarda il numero di aziende che ogni anno sono costrette a chiudere. Nel 2022 sono state 43.000 a fronte di poco più di 20.000 società che hanno aperto i battenti. Dunque, la crisi ha mietuto molte vittime e anche se non ho numeri che lo possano confermare sono anche moltissime le imprese che sono ricorse alle procedure concorsuali, ovvero quelle che per evitare il fallimento hanno chiesto la moratoria dei debiti e hanno fatto ricorso agli strumenti previsti dalla legge. Visibilia, questo il nome della società editrice fondata da Santanchè, trovandosi in difficoltà ha fatto ciò che fanno le imprese che rischiano di affogare: ha dilazionato i pagamenti al Fisco, ai creditori e ai dipendenti, tuttavia, a differenza di ciò che succede in molti casi, il ministro del Turismo non se n’è fregato, ma ha garantito con il proprio patrimonio, cioè la casa in cui abita e che immagino sia il frutto di anni di lavoro, i debitori. Se è nei fatti che un’impresa possa fallire, non è nei fatti che un imprenditore metta i suoi risparmi per evitare il fallimento. Dunque, a meno che non si dimostri che Santanchè abbia distratto fondi dalla società che ha fondato e di cui è stata amministratrice - e questo lo vedremo il giorno in cui si chiarirà per quale reato è indagata - non capisco di che cosa la si accusi. Di non essere riuscita in un settore che sta andando a rotoli? Capita.Seconda considerazione. Gli attacchi vengono principalmente da due quotidiani, ossia Repubblica e Domani, il primo di proprietà della famiglia Agnelli, il secondo di Carlo De Benedetti. E le accuse rivolte a Santanchè sono principalmente di aver usato in maniera disinvolta gli aiuti Covid e di non aver usato la trasparenza richiesta alle società quotate, un’opacità che avrebbe causato danni agli azionisti di minoranza. Beh, è abbastanza curioso che le critiche arrivino da testate i cui azionisti e manager nel passato, ma anche di recente, siano stati oggetto di ben più gravi accuse. Dello scomparso Gianni Agnelli abbiamo scoperto grazie alla figlia un tesoretto nascosto al Fisco di svariati miliardi e di recente il gruppo di Torino ha pagato 1 miliardo per chiudere un contenzioso con l’agenzia delle Entrate. I vertici della stessa Repubblica sono sotto accusa per aver frodato l’Inps, facendo ottenere a decine dipendenti uno scivolo previdenziale di cui non avevano diritto, in danno ovviamente all’istituto. Per quanto riguarda l’azionista dell’altro giornale che accusa Santanchè di aver gestito malamente la propria azienda bisognerebbe invece scrivere un’enciclopedia. Dal fallimento del Banco Ambrosiano passando per quello dell’Olivetti, dalle telescriventi vendute alle Poste in cambio di tangenti all’insider trading, per finire alle operazioni in Borsa sulle banche popolari oggetto di un decreto di Matteo Renzi, la storia è talmente lunga, che i suoi dipendenti dovrebbero avere almeno il pudore di tacere se prima non hanno scandagliato in lungo e in largo il curriculum di chi paga il loro stipendio. Ultima riflessione: visto che la notizia dell’indagine a carico del ministro non è nuova, ma risale addirittura ai giorni dell’insediamento di Santanchè sulla poltrona governativa, perché tirarla fuori adesso? Perché ricicciare la storia di un finanziamento bancario richiesto ma non ottenuto, perché tirar fuori la storia delle multe con l’auto di servizio (cioè non guidata da lei). Perché insomma l’obiettivo della stampa di sinistra è sparare su Santanchè? Interessi occulti?
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