2025-11-28
I dogmi dell’Ipcc sono antiscientifici
Il tentativo politico di spacciare come certa la colpevolezza dell’uomo per i problemi del globo è sprovvisto di basi solide. Chi svela queste lacune viene escluso dal dibattito.Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo un estratto della prefazione di Alberto Prestininzi al libro di Franco Battaglia, Guus Berkhout e Nicola Cafetta dal titolo «Clima, lasciamo parlare i dati» (21mo secolo, 228 pagine, 20 euro).Il tentativo politico di attribuire unanime certezza scientifica al tema del «cambiamento climatico antropico», con il costante rifiuto del dialogo e del confronto scientifico, non fa onore ai Paesi che si sono dotati di sistemi istituzionali democratici ai quali l’Italia appartiene.Il mondo della Scienza, viceversa, è ampiamente rappresentato da eminenti ricercatori e professionisti scettici che hanno prodotto migliaia di pubblicazioni e assunto iniziative destinate al mondo politico, fornendo loro importanti documenti che invitano a una maggiore responsabilità istituzionale nell’assumere iniziative come l’Accordo di Parigi o il Green deal, basate su ipotesi non sostenute dai fatti e che producono ricadute negative sul piano sociale ed economico.A testimoniare questa attività sono le iniziative presenti in tutto il mondo. È opportuno in questa sede ricordare la Petizione Italiana sul clima, inviata nel 2019 al presidente della Repubblica italiana, firmata da oltre 220 docenti e professionisti e la dichiarazione There is no climate emergengy, iniziativa internazionale promossa da Clintel (Climate intelligence and the response to climate change), fondata da A.J. (Guus) Berkhout, uno degli autori di questo libro, e firmata da oltre 2.020 scienziati, tra i quali due premi Nobel: Ivar Giaver e John Clauser.In questo contesto, l’iniziativa editoriale Clima, lasciamo parlare i dati è degna della massima attenzione, sia per l’autorevolezza degli autori sia per l’invito al dialogo e al dibattito scientifico. Questo invito è rivolto oggi al mondo intero e, in particolare, all’Unione europea che si trova a una svolta riguardo le questioni socioeconomiche connesse a iniziative politiche come il Green deal, che rischiano sempre di più di minare lo sviluppo e il benessere acquisiti grazie alla ricerca e alla conoscenza, figli delle innovazioni introdotte nei primi 40 anni del dopoguerra.In tale senso, è da sottolineare che le iniziative tese al controllo del riscaldamento globale antropico sembrano ignorare i veri problemi ambientali, come l’inquinamento del suolo e dell’acqua, che nulla hanno a che fare con il clima ma che, viceversa, minano la salute dei cittadini, per inseguire le nuove «divinità che minacciano il clima del pianeta».Dobbiamo quindi interrogarci sul perché vi siano opposti pareri sul merito di questa questione scientifica. Come mai l’Ipcc (International panel on climate change) considera l’uomo responsabile degli attuali cambiamenti climatici mentre il mondo scientifico che appartiene a Clintel [...] ritenga che sia la natura, e non l’uomo, a governare il clima, come testimonia la storia geologica del nostro pianeta? [...] E come mai per imporre questa linea di pensiero si utilizzano argomenti non scientifici che tendono a diffondere certezze affermando che vi sia l’unanimità della scienza sul riscaldamento causato dall’uomo? [...]Coloro che portano avanti il tema del riscaldamento antropico creano semplificazioni eccessive inserendo spesso in modo arbitrario, il complesso ruolo delle nubi nei processi di scambio energetico, le cui difficoltà sono chiaramente esposte dallo studioso Franco Prodi [...]. Per riportare questo importante tema nell’alveo del dibattito scientifico devono prevalere i fatti e non le ipotesi. Le due «fazioni» divergono perché il dialogo e il dibattito sono sistematicamente e volutamente ignorati. L’Ipcc considera come «fatti» i risultati di alcuni modelli climatici che sono il risultato di complessi programmi di calcolo, i quali tentano di simulare un processo ancora poco conosciuto come il clima. [...]La lettura di questo libro, attraverso i differenti e articolati contributi degli autori, mostra quale sia l’ampio spettro dei contenuti disciplinari di cui si compone lo studio del clima. Ciò è basilare per informare tutti i cittadini che le semplificazioni introdotte dall’Ipcc che individuano nella CO2 e nell’attività umana i soli responsabili di crisi climatiche future non sono sostenibili.
L'Assemblea Nazionale Francese (Ansa)
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