2025-11-28
La Francia ne fa una giusta: stop Mercosur
L'Assemblea Nazionale Francese (Ansa)
L’Assemblea nazionale transalpina boccia all’unanimità l’accordo di libero scambio tra Ue e Sudamerica che nuoce agli agricoltori. Spaccatura nell’Unione e pressing della Commissione in vista della ratifica entro Natale. L’Italia, per una volta, può seguire Parigi.Ogni giorno per Ursula von der Leyen ha la sua croce. Ieri non è stato il Parlamento europeo, che due giorni fa l’ha di fatto messa in minoranza, a darle un dispiacere, ma quello francese. L’Assemblée national ha votato praticamente all’unanimità una mozione che impegna il governo a bloccare qualsiasi trattativa sul Mercosur. Questa presa di posizione ha una tripla valenza: è contro Emmanuel Macron, che pur di salvare la faccia essendosi intestato «i volenterosi», deve farsi vedere ipereuropeista e dopo anni e anni di netta opposizione francese al trattato commerciale con Argentina, Brasile, Paraguay , Uruguay, Bolivia, Cile, Perù, Colombia, Ecuador, ha sostenuto che Parigi era pronta a dare il via libera; è un voto contro l’Europa dove già i Verdi all’Eurocamera si sono schierati apertamente per bloccare l’intesa al punto da inviare l’accordo al giudizio della Corte di giustizia europea; è un voto a salvaguardia degli interessi nazionali transalpini a cominciare da quelli degli agricoltori e delle piccole imprese.Non è un caso che la mozione approvata ieri dal parlamento francese sia partita da Jean-Luc Melenchon e che sul testo della France insoumise, impegnatissima a liquidare Macron, ci sia stata la convergenza immediata del Rassemblement national di Le Pen-Bardella. Il documento - che ha ricevuto 244 sì e un solo contrario - è stato approvato in vista della ratifica definitiva del Mercosur annunciata per prima di Natale al Parlamento europeo e impegna «il governo francese a opporsi all’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur attraverso la formazione di una minoranza di blocco nel Consiglio europeo e a deferire la questione alla Corte di giustizia europea».Ora i sostenitori della necessità di eliminare il voto unanime in Europa - e tra questi spiccano Romano Prodi e Sergio Mattarella - avranno di che meditare: c’è il parlamento del secondo Paese dell’Unione che dice no a una scelta della Commissione. E lo fa perché ascolta i contadini che da mesi e mesi sono mobilitati contro questo accordo e che anche ieri mentre l’Assemblée national era riunita presidiavano le strade di Parigi con i trattori. Gli unici francesi beneficiari dell’eventuale apertura del libero scambio con Brasile & Co sono le banche e le assicurazioni e in parte Stellantis, ma in realtà a guadagnare davvero saranno i costruttori di auto tedesche e le istituzioni finanziare di Berlino. Oltre a Spagna e Portogallo in forza degli antichi legami coloniali. È per questo che Ursula von der Leyen spinge per far approvare l’accordo. Lula, il presidente brasiliano, vuole la ratifica finale entro il 20 dicembre. La Von der Leyen, oltre a fare un piacere a Berlino, è convinta che se approva l’intesa con Luiz Inácio Lula da Silva si prende la rivincita su Donald Trump e dimostra che l’Ue è ancora un player che conta nell’economia mondiale. Ma, ad esempio, l’Argentina di Javier Milei guarda solo verso Washington e di fatto il Mercosur si riduce a offrire al Brasile una prateria di esportazioni. Non a caso per cercare di mitigare l’opposizione di metà dell’Ue - Polonia, Belgio, Irlanda con l’Italia che studia e ora la Francia hanno minacciato il blocco di minoranza per far naufragare l’intesa che è sul tavolo da 25 anni, da quando Romano Prodi spalancò le porte alla Cina - la Commissione ha accettato il cosiddetto freno di emergenza: dazi automatici se le importazioni dal Sud America diventano preponderanti. Anche Antonio Costa il presidente portoghese del Consiglio europeo non vede l’ora di fare affari senza dazi né controlli col Brasile, antica colonia di Lisbona. Proprio il Brasile - è il primo fornitore di prodotti agricoli all’Ue, ne compriamo per quasi 9 miliardi - però fa dumping su tutte le produzioni agroalimentari e usa per coltivare dalla deforestazione dell’Amazzonia - con buona pace della Cop30 - a quantità industriali di pesticidi, ormoni e antibiotici severamente vietati in Ue. Contro il Mercosur si è schierata la Coldiretti sin quando non scattano le clausole reciprocità e grandissima preoccupazione c’è nel settore zootecnico (Jbs, il gruppo brasiliano, è il primo produttore di carne al mondo) e avicolo in particolare. In allarme è Antonio Forlini presidente di Unaitalia che rappresenta il settore carni bianche e uova; uno dei punti di forza del nostro agroalimentare. Secondo i dati Ismea le carni bianche e le uova hanno registrato la crescita più significativa nei volumi acquistati dalle famiglie dal 2021 al 2024 (+11,8% e +9,7%) e oggi l’Italia è un esportatore netto. Col Mercosur questo settore subirebbe una concorrenza in dumping. Così come hanno messo in rilievo Ettore Prandini (presidente di Coldiretti) e Luigi Scordmaglia (ad di Filieraitalia) che insistono: «Senza reciprocità il Mercosur è inaccettabile». Lo pensa anche il ministro per la Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che ritiene esiziale l’introduzione della clausola di reciprocità anche se l’Italia si avvia a ragionare su uno sblocco del veto a condizione che vi sia «protezione totale per le produzioni a marchio, lotta all’Italian sounding e un rafforzamento delle garanzie complessive; a queste condizioni potrebbe essere anche un buon affare». Ma a Parigi pensano diversamente.
«Stranger Things 5» (Netflix)
Giuseppe Conte. Nel riquadro, Antonio Chiappani (Ansa)
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