2019-02-15
Sanchez sconfitto in Parlamento paga pure l’apertura al mondo Lgbt
Il socialista si avvia verso il declino anche per colpa delle eccessive concessioni gender.La fissa di essere un Paese gay friendly può costare caro ai socialisti. Pedro Sánchez presiede, ancora per poco, un governo di minoranza e se alle prossime elezioni politiche non gli saranno di aiuto le concessioni agli indipendentisti fatte in questi mesi, poco serviranno anche le infinite aperture al mondo Lgbt realizzate dal Psoe. L'ultima, in ordine di tempo, doveva essere la proposta di legge per introdurre una X nei documenti d'identità degli spagnoli che non si sentono né uomo né donna. I socialisti la volevano presentare il giorno stesso in cui si discuteva la Finanziaria, poi fiutando la débâcle hanno pensato bene di tenere l'idea nel cassetto. La prossima settimana cambieranno tattica, punteranno sull'approvazione di un iter legislativo perché venga riconosciuto il genere non binario, come vuole Podemos che già si era fatto paladino di una legge nazionale pro orientamento sessuale e contro le discriminazioni.Una legge sciagurata, che permetterebbe trattamenti ormonali nei giovanissimi anche senza il consenso dei genitori, un piano educativo sul gender fin dalla scuola materna e numerose altre derive sociali ma che per fortuna arranca, tra una montagna di emendamenti. Pure degli stessi socialisti, che vorrebbero pene più severe di quelle presentate da Podemos per quanti negano il genere fluido, criticano l'omosessualità o pensano che gli Lgbt andrebbero curati. Mentre lo scorso autunno i collettivi lesbici, gay e trans inscenavano digiuni e proteste per accelerare l'iter della per loro urgentissima legge nazionale, in piena emergenza migranti (che Sánchez mostrava di non riuscire più a gestire) altre norme stavano per diventare operative, o erano già in vigore in Spagna. A novembre la Generalitat Valenciana, il cui presidente Ximo Puig i Ferrer è anche segretario del Psoe valenciano, approvava una legge di protezione degli Lgbt complessa e articolata.Tra i numerosi punti, c'è l'obbligo dell'appoggio anche economico ad ogni iniziativa arcobaleno; vengono garantite tutte le tecniche di riproduzione assistita; ai bambini si insegnerà educazione sessuale includendo la diversità di genere (con la collaborazione di personale Lgbt); i docenti dovranno essere formati perché non abbiano una concezione binaria del sesso. In tutte le biblioteche della regione autonoma devono esserci libri e film che trattino di diversità sessuale e si crea lo spazio della memoria Lgbt. L'elenco delle garanzie assicurate dalla legge è lungo, pesanti sono le sanzioni previste non solo per chi offende un trans, ma anche per chi nega il gender a parole o nei fatti. Questa, non dimentichiamo, è la regione in cui il sindaco di Valencia Joan Ribó i Canut, che governa con il Psoe, aveva fatto ritirare i crocifissi dagli spazi pubblici dei cimiteri municipali. La destra critica, si astiene dal voto, adesso alza anche la voce per frenare il moltiplicarsi di delibere che finiranno per imbavagliare chi sostiene la differenza sessuale biologica. O chi non vuole far sembrare normale un transgender agli occhi del figlioletto. In Andalusia, dove governa da pochissimo, Vox ha chiesto che venga abrogata la legge votata dai socialisti nel dicembre del 2017 «perché attribuisce troppi privilegi agli omosessuali». Il presidente del partito, Santiago Abascal, sostiene che i diritti delle persone «con orientamento omosessuale già sono riconosciuti dalla Costituzione spagnola» e che troppe leggi stanno autorizzando le associazioni Lgbt a interferire negli ambiti educativi. In Andalusia, l'insegnamento gender è una normalità che bisogna digerire, pena una violenta rappresaglia sul piano morale ed economico. L'accusa di «Lgtbfobia» può arrivarti da ogni parte, per un'affermazione, una critica anche attraverso i social. Il linguaggio o l'immagine definiti «discriminatori», a insindacabile giudizio della lobby gay, sono considerati un'infrazione amministrativa molto grave, punibile con sanzioni da 60.000 a 120.000 euro. E con l'esclusione fino a 5 anni da sovvenzioni o contributi pubblici.Questo si decise quando a governare erano i socialisti, oggi il vento è cambiato e non solo nel voto. Il prossimo luglio saranno passati 14 anni dall'approvazione del matrimonio gay, durante il primo governo di José Luis Rodríguez Zapatero. Il «vuoto legale della normativa pro Lgbt» che nel 2005 denunciava la Federación estatal de lesbianas, gays, transexuales y bisexuales (Felgtb), si è riempito oltre misura in dodici comunità autonome. Ma non aiuterà la campagna elettorale dei socialisti.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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