2021-09-09
Salvini sente Draghi e tira il freno sul pass per tutti
Il leader leghista smentisce i talebani del certificato verde. «Nessuna estensione generalizzata». E la cabina di regia salta.L'obbligo generalizzato del green pass, a differenza di ciò che qualcuno aveva fatto circolare ad arte nei giorni scorsi, non vedrà la luce questa settimana. Inoltre, potrebbe non essere totalizzante come è stato prospettato da più parti, o essere quantomeno graduale. A sconfessare il turbine di «veline» generato da qualche ministro in frenesia da giro di vite, è stato il leader leghista Matteo Salvini, che si è esposto - e non poco - affermando di essersi sentito telefonicamente col premier Mario Draghi e, di conseguenza, di sapere per certo che «non risulta nessuna estensione del green pass a lavoratori del pubblico e del privato, a differenza di quello che ho letto su qualche giornale, e questo mi conforta». «Ad alcune categorie sì all'estensione, a tutti i lavoratori no», ha aggiunto, «perché non ci possono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B». Incalzato sulla battaglia che il suo partito sta conducendo in Parlamento per l'addolcimento di alcune nelle norme contenute nel decreto del governo sulla prima ondata di obblighi, ha poi spiegato con un tweet la ratio dell'operato dei deputati del Carroccio, prendendo come esempio la richiesta di «tamponi gratuiti per milioni di bambini, ragazzi e disabili», che «è un grande risultato anche se per Letta no». «Penso che in queste ore», ha poi aggiunto a voce, «si stia trovando una soluzione soddisfacente sui minorenni, sulle famiglie, sui tamponi gratuiti, sull'allungamento della durata del green pass». La messa a punto è stata completata da Salvini spiegando che la Lega «è disposta a discutere di tutto ma se qualcuno deciderà di inserire l'obbligo vaccinale allora andranno garantiti eventuali risarcimenti, escludo però che l'obbligatorietà possa arrivare in discussione. L'obbligo vaccinale», ha concluso, «avrebbe il risultato contrario: spaventerebbe e aumenterebbe i dubbi». Dopo giorni di freddezza, da registrare, dal punto di vista politico, la voce che da Forza Italia si è levata in difesa del leader leghista dagli attacchi del Pd. A margine di una conferenza stampa del partito sul blocco delle cartelle fiscali, Antonio Tajani ha accusato i dem di «creare instabilità» al governo, reputando «grave che il Partito democratico, ogni qual volta c'è una dichiarazione di Salvini, chieda l'uscita della Lega dal governo» E a conferma del fatto che tirare in ballo Draghi fosse tutt'altro che una millanteria, di Salvini, è arrivata la notizia che la cabina di regia che avrebbe dovuto precedere il Consiglio dei ministri per l'approvazione del nuovo decreto sull'obbligo per tutti i lavoratori è stata messa, per così dire, «in stand by», a dispetto dei partigiani del «tutto e subito», che si erano dati gran da fare per forzare la mano del premier arrivando addirittura a dare per sicura l'approvazione, nella riunione dell'esecutivo prevista per oggi, di un decreto sull'obbligo di green pass per lavoratori statali e privati. Invece, il Consiglio dei ministri che si svolgerà oggi (sempre salvo sorprese dell'ultimo minuto) avrà all'ordine del giorno solamente l'estensione dell'obbligo della certificazione verde per i lavoratori della scuola che non erano stati «coperti» dal precedente decreto, e cioè per i lavoratori delle ditte di pulizia o per gli esterni che lavorano in mensa. Per la cabina di regia che dovrebbe mettere nero su bianco il green pass erga omnes si dovrà aspettare almeno fino alla prossima settimana, ad avvalorare l'intenzione del presidente del Consiglio, dopo i contatti avuti col leader leghista che hanno già prodotto la rinuncia del governo a porre la fiducia sul dl e il ritiro degli emendamenti del Carroccio, di procedere gradualmente e valutando caso per caso. E in effetti, i nodi da sciogliere sono molti, perché accanto alla trattativa politica tra le diverse anime della maggioranza, c'è da tenere in conto quella tra il governo e le parti sociali, dove la contrarietà o il favore per l'obbligo di green pass per i lavoratori ruotano attorno alla questione pecuniaria, vale a dire chi dovrà sobbarcarsi l'onere di pagare i tamponi dei lavoratori. Gli imprenditori hanno fatto sapere che a loro avviso dovrà essere lo Stato, mentre per i sindacati sarebbe più giusto che pagassero i datori ma l'importante è che i costi non ricadano sui lavoratori. Esemplificative della posta in gioco, sono le parole del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha parlato di «contraddizioni» nelle scelte del governo: «Inserire il green pass e non definire la gratuità dei tamponi», ha affermato, «è un errore. Se questo tema riguarda la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, vale il principio per cui i lavoratori non devono sostenere costi». Tornando alla scuola, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, ospite del videoforum della Stampa, ha detto di vedere bene «il green pass obbligatorio per tutti nella scuola», quindi si presume anche per gli studenti che, a differenza degli universitari, sono stati per ora esentati dall'obbligo.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)