2021-06-02
Salvini: «Il referendum per tagliare le unghie ai pm»
Matteo Salvini (Getty Images)
Il leader della Lega propone la federazione di centrodestra: «Forze unite in Parlamento. In coalizione non ho nessun rivale». Sulle amministrative: «Pronti i candidati per Roma e Milano, non siamo in ritardo. Noi competitivi a differenza di Pd e M5s».Ha imboccato la grande via. Quella che porta al popolo attraverso i referendum, quella che gli consente di rituffarsi fra la gente. I sensori personali gli dicono che è tornato il momento di farlo e Matteo Salvini non si ingessa dentro il doppiopetto di governo. «Dal 2 luglio chiederemo agli italiani di essere al nostro fianco», spiega il leader della Lega mentre lancia il referendum sulla giustizia. Il più delicato, il più controverso. Lo ha presentato con il segretario del partito radicale Maurizio Turco; sei quesiti che domani verranno depositati in Cassazione. Eccoli: responsabilità civile dei giudici, separazione delle carriere, revisione della custodia cautelare, abrogazione della legge Severino che tiene sotto scacco il Parlamento, voto per i membri non togati dei consigli giudiziari e abolizione della raccolta firme per le liste magistrati. Obiettivo 500.000 firme ma lui ha posto l'asticella più in alto, ne vorrebbe un milione. Un referendum con uno slogan di Giorgio Gaber come vessillo: «Libertà è partecipazione».Matteo Salvini, questa è la svolta garantista che il Paese attende da decenni?«Dopo il Covid il mondo è cambiato. Gli italiani meritano velocità e concretezza, su fisco, burocrazia e giustizia. I referendum saranno una bellissima ventata di democrazia, partecipazione, di volontà popolare vera e diretta. Tra scandali, polemiche e inchieste non possiamo più aspettare, noi lavoriamo giorno e notte in Parlamento, al fianco e al servizio di Draghi e del Paese, per accelerare su ripartenza e riforme». La legge oggi è davvero uguale per tutti? «No. Il Parlamento approverà le riforme, intanto noi come aiuti e stimolo raccoglieremo firme sui sei quesiti. Chi finisce in tribunale, non può avere dubbi sull'equità del processo. Meno poteri alle correnti, più tutele per le vittime di errori giudiziari (chi sbaglia paga), più trasparenza nelle funzioni, più tutele per i sindaci: la ricaduta non potrà che essere un'aumentata fiducia nella magistratura, salvaguardandone sempre e comunque l'indipendenza».Enrico Letta ha definito i garantisti «impunitisti». Politicamente è un'iniziativa che metterà in difficoltà Pd e 5 stelle?«Sono convinto che una giustizia più equilibrata sia nell'interesse di tutti e non abbia colori politici. Certo, la riforma Bonafede e alcune posizioni del Pd mi fanno temere il peggio. Ma le confesso che più di un dirigente grillino o di sinistra mi ha scritto sms per dirmi: sono con voi, andate avanti».Il garantismo dell'ultima ora di Luigi Di Maio? «Di Maio ha annunciato una svolta meno manettara del Movimento: lo aspettiamo alla prova dei fatti. Ricordo che ci sono cinque milioni di processi in sospeso, milioni di italiani che attendono da troppi anni giustizia, soprattutto in campo civile e tributario».È possibile che Matteo Renzi sia al vostro fianco. Le crea problemi?«Assolutamente no, anzi spero nella più alta convergenza possibile. Auspico che anche il Pd possa approfondire. Molti sindaci, per esempio, chiedono leggi più equilibrate: adesso fare il sindaco è un lavoro pericoloso e malpagato. Cito il caso di Chiara Appendino, condannata a un anno e sei mesi per la tragedia di piazza San Carlo. Follia. La Lega ha proposto di aumentare le tutele giuridiche dei sindaci, equiparando lo stipendio di chi guida le grandi città a quello dei parlamentari». La sinistra delle manette lo ha già definito un referendum contro i magistrati. Come commenta?«È esattamente l'opposto. Sarà un referendum per i magistrati, che nella stragrande maggioranza sono persone serie e perbene. È giusto tutelare la loro indipendenza. Il 19 giugno lo dimostreremo in piazza, a Roma, quando festeggeremo il ritorno alla vita con la caduta di molte restrizioni e inizieremo la campagna per spiegare i nostri referendum. Una “giustizia giusta" è a vantaggio anche della magistratura, della sua immagine e della fiducia che ne hanno i cittadini, minata dai recenti scandali».Lei ha detto che è necessario «recuperare la quota di sovranità del parlamento ceduta ai pm». Ci vuole spiegare?«Come dimostrano i miei processi, in troppi casi la politica ha deciso di affidarsi ai magistrati. In particolare a sinistra qualcuno ha pensato di eliminare gli avversari politici in tribunale visto che non riusciva a vincere nelle urne. Inaccettabile». Non teme che questo referendum finisca in un cassetto come gli altri?«Mai come adesso, l'opinione pubblica ha maturato la convinzione che il sistema giustizia debba essere profondamente rivisto. I tempi sono maturi, dopo il caso Palamara e altri scandali». Cosa pensa dell'idea di Silvio Berlusconi di un accordo per unire Lega e Forza Italia come ha scritto il direttore Belpietro?«Ne sono addirittura un promotore, visto che da tempo avevo proposto una federazione di tutto il centrodestra. Erano i tempi del governo Conte 2: non facemmo la federazione ma la compattezza del centrodestra fu fondamentale per far cadere quell'esecutivo drammatico. Agli alleati chiedo: sediamoci attorno al tavolo e parliamone, unire le forze parlamentari darebbe più incisività al centrodestra di governo».La federazione serve per favorire l'ascesa di Mario Draghi al Quirinale?«Avrebbe una funzione fondamentale in vista delle riforme e in generale di tutte le sfide parlamentari, non stiamo ancora pensando alla partita del Quirinale anche per rispetto nei confronti del presidente Mattarella».Quali sono i rapporti attuali con Giorgia Meloni, sempre più vincente nei sondaggi?«È un bene se crescono gli alleati, con la Lega in aumento in tutta Italia e, stando a tutti i sondaggi, saldamente primo partito. Io non avrò mai avversari o competitori nel mio campo che è quello del centrodestra. I miei avversari (dico avversari e non nemici perché non riesco a odiare nessuno), sono e rimarranno a sinistra. La scelta, come detto dalla riconfermata governatrice di Madrid, sarà fra “comunismo e libertà"».Perché il centrodestra fatica a trovare nomi di peso e condivisi per città chiave come Roma e Milano?«Questione di giorni, ci stiamo avvicinando alla decisione definitiva. Ma anche in questo caso, il racconto dei media è parziale. Si critica il centrodestra perché non ha ancora i candidati, ma in pochi rilevano che centrosinistra e grillini vanno in ordine sparso».L'Italia riapre. Da dove si deve ripartire?«Ho incontrato i vertici di Confindustria tra cui il presidente Bonomi: ho ribadito a lui e a Draghi la nostra vicinanza al mondo delle imprese. Vogliamo la reintroduzione dei voucher e il lavoro facile, meglio un contratto a tempo che la disoccupazione. Agli elettori interessano questi temi, non i sondaggi».