2018-06-19
Salvini lancia il censimento dei rom e nei sondaggi la Lega supera il M5s
Nel sondaggio Swg per La7, il Carroccio si attesta al 29,2% dei consensi contro il 29% dei pentastellati. Il ministro: «Monitoraggio dei campi, via gli irregolari ma gli italiani dovremo tenerceli». Ed è polemica.Più gli vomitano addosso bile e astio, più Matteo Salvini diventa forte. Secondo il sondaggio Swg diffuso ieri dal Tg La7, la Lega avrebbe superato, nelle intenzioni di voto degli italiani, persino il Movimento 5 stelle. Il partito salviniano è dato al 29,2%, mentre i pentastellati sarebbero al 29%. Seguono Partito democratico (18,8%), Forza Italia (9,2%) e Fratelli d'Italia (4,2%). La crescita leghista arriva proprio a ridosso della mastodontica polemica sulle Ong, la nave Aquarius e la chiusura dei porti. Segno che, almeno a livello di consenso popolare, la «linea della fermezza» paga. Ed è facile che dia buoni frutti pure la nuova campagna di Salvini, che tocca un altro tasto dolente e ha già scatenato reazioni di disgusto e raccapriccio a sinistra. Ieri, parlando a Telelombardia, il ministro dell'Interno ha annunciato «una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti sono». Un «censimento», insomma. Anzi, per la precisione «un'anagrafe». L'idea, ovviamente, è quella di espellere gli stranieri irregolari mentre, ha specificato Salvini, «i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa».Come prevedibile, la dichiarazione ha suscitato un'ondata di sdegno. E Salvini ha subito rincarato la dose: «Qualcuno parla di “shock"», ha scritto su Facebook. «Perché? Io penso, oltre che ai furti, anche a quei poveri bambini, educati nei campi al furto e all'illegalità».Immancabile, è arrivata la reazione del Pd, per bocca del senatore Franco Mirabelli, il quale ha tirato in ballo la «pulizia etnica» e ha definito «agghiaccianti» le affermazioni del ministro. Poi, a cascata, sono arrivati gli Emanuele Fiano, i Paolo Gentiloni, le interviste di Repubblica al rom scampato ai lager... Persino i Casamonica, ieri, per bocca di Angela Casamonica, si sono fatti sentire, spiegando che «Salvini con noi deve rigare dritto, non dire che viene a cacciare le persone». Più dettagliato il commento dell'Associazione 21 luglio, che da anni si occupa delle istanze dei rom. A parlare è stato Carlo Stasolla, presidente dell'associazione. «Il ministro dell'Interno», ha dichiarato, «sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge. Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono più italiani di tanti nostri concittadini».Ora, al netto degli slogan e del gioco delle parti politico, la proposta salviniana è di semplice buonsenso. Tra l'altro, ciò che ha suggerito il ministro non è molto diverso da ciò che ha fatto proprio l'Associazione 21 luglio, la quale ogni anno pubblica un rapporto che fa il punto sulla situazione dei «gitani» nel nostro Paese. L'ultimo di questi studi è stato presentato in Senato qualche mese fa. Leggendolo, si scopriva che l'Italia - dal 2012 (cioè da quando Mario Monti varò la strategia nazionale che avrebbe dovuto risolvere il problema) a oggi - ha speso circa 100 milioni di euro per costruire e gestire i campi rom. Sul nostro territorio, proseguiva il rapporto, ci sono 148 baraccopoli cosiddette «formali» (cioè seguite dalle istituzioni), sparse per 87 Comuni in 16 Regioni. Qui vivono tra i 120.000 e i 180.000 gitani. Di quelli che abitano nei campi riconosciuti, il 57% è di nazionalità straniera, il 55% è minorenne. Circa un terzo di questi proviene dalla ex Jugoslavia, poi ci sono tremila apolidi. Nei campi abusivi, invece, l'86% degli occupanti viene dalla Romania, il 9% dalla Bulgaria. Parliamo di persone che versano per lo più in condizioni disastrose, con una aspettativa di vita di dieci anni minore rispetto a quella di un italiano medio. In sostanza, l'Associazione 21 luglio ha svolto un'indagine del tutto simile a quella che (pare) abbia in mente Salvini. Un'inchiesta da cui risulta, per altro, che gli stranieri nei campi rom sono parecchi, e può darsi che qualche irregolare passibile di espulsione ci sia... In ogni caso, sarebbe ora che la questione «zingari» venisse affrontata seriamente. Sono anni che personalità come Santino Spinelli (musicista e docente universitario rom) denunciano l'esistenza di una «zingaropoli», cioè di un sistema del tutto simile a quello di Mafia capitale, basato però sullo sfruttamento dei rom invece che dei migranti. «Il nomadismo è stato il pretesto per sostenere la politica di Mafia capitale e per lo sperpero di milioni e milioni di euro creando arricchimenti personali sulla pelle di donne, bambini e anziani inermi e senza alcuna tutela giuridica», ha scritto Spinelli. Che la situazione sia angosciante lo dimostrano purtroppo anche le vicende di cronaca. Pochi giorni fa, ha chiesto di essere processato con rito abbreviato Mario Seferovic, 21 anni, «nomade» di origine bosniaca. Si faceva chiamare Alessio il sinto, millantava legami con il clan dei Casamonica. Nel novembre del 2017, assieme al connazionale Maikon Bilomante Halilovic, ha violentato due ragazzine romane di 14 anni ammanettandole a una rete. Viveva nel campo rom di via Salone, a Roma, aperto nel 2006. Quando i carabinieri, mesi fa, lo hanno perquisito, hanno trovato decine di dosi di droga pronte per lo spaccio, e hanno fermato una decina di persone prive di documenti. Questa è la realtà. Poi, certo, già sappiamo che il fronte progressista parlerà di «leggi speciali» (lo ha già fatto la senatrice Liliana Segre appena il governo si è insediato), tirerà in ballo l'Olocausto e griderà al razzismo istituzionale. È un copione già visto sul fronte migranti. E alla Lega non ha certo portato male.