2020-02-01
Salvini a testa bassa: «Chiudere i confini di terra, mare e aria»
Giuseppe Conte replica: «Non si poteva fare prima». Il Cdm decreta lo stato d'emergenza e nomina commissario Angelo Borrelli.Com'era prevedibile, il coronavirus ha infettato la già debilitata politica italiana. Guelfi e ghibellini, Montecchi e Capuleti, incendiari e pompieri. Lo schema è sempre lo stesso. Matteo Salvini all'attacco di Palazzo Chigi, reo di tenere i porti aperti e favorire l'immigrazione selvaggia. E i giallorossi che lo tacciano di sciacallaggio. «Contiamo che il governo verifichi ogni ingresso: per mare, per terra e per aria», scrive il leader della Lega, paventando la chiusura delle frontiere. «Perché con la salute dei cittadini non si scherza», aggiunge. La tesi dell'ex ministro dell'Interno è inequivocabile: «Qualcuno ha perso tempo e ha sottovalutato quanto stava avvenendo». Insomma, il governo avrebbe cincischiato. Senza gestire l'epidemia. Peggio: «Ha imprudentemente aspettato prima di sospendere i collegamenti aerei». Decisione che gli altri Paesi hanno preso precedentemente. «Preghiamo Dio che non ci siano disastri, ma chi ha sbagliato deve pagare». Salvini è perentorio. Più collaborativa sembra invece Giorgia Meloni: «Il governo pretenda dalle autorità preposte e dalla Cina informazioni certe e le divulghi», scrive su Twitter la leader di Fratelli d'Italia. Che del resto, da settimane, rimarca moderazione rispetto all'alleato. Così la disfida, anche stavolta, è tra Matteo e Giuseppi. Con il premier Conte che si difende dalle accuse di scarsa reattività: il divieto del traffico non poteva essere adottato prima, visto che «ha grandi implicazioni di ordine politico, economico e sociale». L'Organizzazione mondiale della sanità, spiega Conte, ha dichiarato l'emergenza globale solo due giorni fa. Poi «sono stati accertati i primi due casi in Italia». Così soltanto ieri il Consiglio dei ministri ha approntato iniziali misure per affrontare il virus. Tra queste, la dichiarazione dello stato d'emergenza per sei mesi e uno stanziamento di 5 milioni di euro. Scelta, spiegano fonti di Palazzo Chigi, che diventa diretta conseguenza dell'emergenza globale lanciata dall'Oms. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha proposto al premier il solito commissario governativo, stavolta ovviamente dedito «alla gestione dell'emergenza coronavirus». Il prescelto è Angelo Borrelli, capo della Protezione civile. Anche Speranza ha ribattuto all'ex ministro dell'Interno: «Non inseguo chi intende lucrare politicamente su questa vicenda. Per me il Paese deve essere unito, giocare insieme questa sfida e vincerla». Nel frattempo però, Eugenio Zoffili, presidente leghista del Comitato bicamerale su Schengen, chiede l'anticipo dell'audizione proprio del ministro e, a rimarcare la posizione di Salvini, la sospensione della libera circolazione delle persone. Ma pure le prime scelte operative vengono annacquate dalla montante marea della controversia tra leghisti e giallorossi. Anche l'ex segretario del Pd, Maurizio Martina, è scatenato: «Trovo che sia uno squallore chi specula sull'emergenza virus, magari per un personale rancore elettorale dopo la domenica scorsa. Il governo sta facendo tutto al meglio con serietà e tempestività».Gli animi, del resto, erano già esacerbati. Salvini l'altro ieri, avuta conferma dei due casi di coronavirus in Italia, scrive su Facebook: «E poi eravamo noi a essere speculatori e catastrofisti... Frontiere aperte, incapaci al governo». Quasi istantanea la replica, ancora via social network, di Davide Faraone, capogruppo di Italia viva al Senato: «Avevo commentato positivamente che nella seduta al Senato, durante l'informativa del ministro Speranza sul coronavirus, non c'era stata alcuna polemica politica. Addirittura avevo visto i parlamentari dell'opposizione, compreso Salvini, applaudire al termine dell'intervento del ministro. Un Paese maturo, finalmente unito di fronte a una grave crisi sanitaria. Torno a casa e leggo questo post. Niente, non ci riesce proprio a non fare lo sciacallo». Insomma, il solito repertorio antisalviniano. Corroborato da un tweet del vicesegretario del Pd, Andrea Orlando: «Uno che si mette a speculare politicamente sul coronavirus è un poveraccio». E suggellato dal battutismo del presidente dei senatori democratici, Andrea Marcucci: «In pochi giorni Matteo Salvini è passato da molestatore al citofono a virologo d'assalto. Anche il coronavirus, per la Lega diventa un'occasione per attaccare il governo. Miserabile». «Se mangio al cinese?», si domanda intanto il leghista, incurante della furibonda offensiva. «Questa sera», scrive, «fortunatamente ceno a casa con mio figlio con un piatto di pastasciutta. Domani sono a Vignola e si mangia emiliano e dopodomani sono a Firenze dove si mangia toscano». La fitta agenda gastronomica del leader viene però implicitamente contestata dal solitamente taciturno Beppe Sala, sindaco di Milano, una delle città in cui hanno fatto tappa i due turisti cinesi ricoverati all'istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Sala, al contrario di Salvini, non ha timore dei cinesi e del loro cibo. Anzi. «La prossima “Colazione col sindaco" la farò domani nel quartiere di via Sarpi». Ovvero, l'incontro periodico con la cittadinanza si svolgerà nella Chinatown milanese: «Per dare segno di tranquillità». Già. «Sembra ci sia anche un po' di psicosi», ammette eufemisticamente il sindaco. Spaghetti contro riso alla cantonese. Ma nessuno, in realtà, ha voglia di scherzare. La psicosi rischia di diventare psicodramma collettivo. E la disfida sugli involtini primavera sarebbe solo un'inopportuna burletta.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».