2021-08-05
Salta la testa dell’uomo dei Benetton
Il governo voleva Ugo de Carolis, ex manager di Atlantia, come ad dell'Anas, che gestirà i miliardi del Pnrr per strade e autostrade. La rivolta dei partiti, però, brucia la nominaIl metodo del governo di Mario Draghi sbatte sulle partecipate statali. E a Palazzo Chigi c'è già di chi definisce il caos su Anas come una delle prime guerriglie durante il semestre bianco in cui non è possibile sciogliere le Camere. È infatti sfumata la candidatura di Ugo de Carolis come amministratore delegato della società che gestisce 32.000 chilometri di strade in Italia, controllata da Ferrovie dello Stato. Dopo le proteste dei partiti, in particolare della Lega di Matteo Salvini, de Carolis - ex manager di Atlantia, poi in Aeroporti di Roma, quindi cresciuto professionalmente nel gruppo Autostrade e con la famiglia Benetton - ha alzato bandiera bianca. «Alla luce delle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti di forze politiche, sull'ipotesi di una mia possibile nomina come amministratore delegato di Anas, ritengo opportuno ritirare la mia disponibilità ad assumere l'incarico, anche in considerazione della rilevanza strategica di Anas in un momento particolarmente difficile in cui è richiesta serenità e collaborazione di tutti per permettere al Paese di uscire il prima possibile dall'emergenza», ha spiegato in una nota. Il riferimento ad «alcuni esponenti della forze politiche» è proprio alla Lega, che (oltre ad avere la maggioranza nel comitato nomine di Fs) con il deputato in commissione Trasporti, Edoardo Rixi, ha da subito iniziato a criticare le scelte dell'esecutivo («de Carolis in corsa per vertice Anas è uno schiaffo a Liguria»). Poi all'esponente del Carroccio si sono aggiunte anche le altre forze politiche, di maggioranza e opposizione («Un insulto alle famiglie delle vittime del ponte Morandi», hanno detto in coro in coro Leu, Pd, Fratelli d'Italia e Italia viva). Ora è tutto da rifare. Ma il punto è politico. E segnala per la prima volta una rottura sul metodo usato nelle nomine. L'accusa dei partiti è chiara: Palazzo Chigi sta accentrando troppo. Da settimane circolavano in parlamento indiscrezioni su un possibile cambio ai vertici di Anas. Il problema è che nessuno, tra i partiti, aveva la minima idea su chi fossero i candidati scelti da Palazzo Chigi. Anche perché l'amministratore delegato uscente Massimo Simonini sembrava godere del sostegno della maggioranza. È la stessa fotografia vista su Rai e Cassa depositi e prestiti, cioè viene rimesso ordine nella procedura, con priorità all'azionista e ai cacciatori di teste. A decidere sono stati insomma il direttore generale del Mef Alessandro Rivera (affiancato dal fidato consigliere Filippo Giansante) come il nuovo numero uno di Fs, Luigi Ferraris: sono loro a uscire sconfitti. È accaduto che martedì 3 agosto, durante la prima convocazione dell'assemblea della società, siano stati presentati i nomi del nuovo presidente Edoardo Valente, del nuovo amministratore delegato de Carolis e dei consiglieri di amministrazione, Carlo Palasciano Villamagna (molto vicino a Ferraris), Antonella D'Andrea e Barbara Zanardi. Da lì sono iniziate le proteste che ora rimettono tutto in discussione. Il problema è che il ministro dell'Economia, Daniele Franco, e quello dei Trasporti, Enrico Giovannini, hanno fretta di chiudere la partita. Su strade e autostrade è prevista, infatti, una pioggia di miliardi dall'Europa che dovranno servire ai lavori di manutenzione o per opere bloccate ormai da decenni. Nel Pnnr Anas ha un ruolo chiave. Come si legge nel testo, la riforma prevede «il trasferimento della titolarità di ponti, viadotti e cavalcavia sulle strade di secondo livello a quelle di primo livello (autostrade e strade statali), in particolare dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni allo Stato. Ciò consentirà un aumento della sicurezza complessiva della rete stradale, in quanto la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia sarà di competenza dell'Anas e/o delle società concessionarie autostradali, che hanno capacità di pianificazione e manutenzione migliori rispetto ai singoli comuni o alle province». In pratica Anas avrà un ruolo non indifferente nella gestione dei circa 62 miliardi del Recovery per gli interventi su infrastrutture, mobilità e logistica contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
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