2020-12-16
Sala si candida e torna «aperturista»
Giuseppe Sala (Mairo Cinquetti/NurPhoto via Getty Images)
Il sindaco di Milano in cerca di riconferma: prima inaugura (per la seconda volta) la sede di Cdp, poi difende gli assembramenti contro cui si era scagliato a maggio.«In questo momento stiamo pagando un prezzo ma dobbiamo fare delle cose e dimostrare che non siamo fermi. L'inaugurazione della sede di Milano di Cassa depositi e prestiti va proprio in questa direzione. In questo periodo ci sono diversi temi, il primo è quello dei trasporti con l'allungamento delle metropolitane, c'è poi l'edilizia scolastica e il tema dell'abitare. Serve investire per offrire una possibilità abitativa. Conto molto sulla collaborazione con Cdp per le Olimpiadi e per il mondo delle startup. Questa apertura è una svolta in un rapporto già virtuoso». Giuseppe Sala torna in modalità «ricandidato» sindaco e approfitta di un evento in digitale organizzato ieri dalla Cassa depositi per fare campagna elettorale. Con uno storytelling che cavalca tutto, anche l'apertura della nuova sede territoriale del gruppo partecipato dal Tesoro (basata negli stessi spazi di via San Marco dove Cassa ha trasferito il suo quartier generale meneghino nel 2017) che consentirà di supportare circa 50.000 imprese e 2.000 enti pubblici presenti in Lombardia. Viva gli investimenti (degli altri) e viva anche l'acceleratore del Fintech presentato sempre ieri da Cdp. Perché «dobbiamo fare cose per dare l'idea che non siamo fermi», ha detto il sindaco sottolineando come i territori «siano decisivi nella costruzione di lavoro e per l'idea di rinascita». Slogan perfetto per far dimenticare ai milanesi che la loro città è finita in fondo alla classifica sulla qualità della vita stilata annualmente dal Sole24Ore con un calo del 10% della ricchezza prodotta, preceduta da Rimini, Pisa, Prato e Bergamo. Vincitrice nel 2018 e nel 2019, con la pandemia ha perso ben undici posizioni. Ma anche se la squadra non vince, non si cambia, deve aver pensato l'irriducibile Sala che nei giorni scorsi ha annunciato la sia ricandidatura a Palazzo Marino «per fare una vera rivoluzione e non per finire il lavoro fatto».La rivoluzione somiglia per ora più a un cambio di spartito. Basta riascoltare le dichiarazioni fatte a maggio dal Sala sindaco: «Ci sono dei momenti in cui c'è da incazzarsi, le immagini lungo i Navigli sono vergognose», aveva tuonato in un video sulle sue pagine social commentando la movida all'ora dell'aperitivo. Dopo l'epic fail dell'hashtag «Milanononsiferma» lanciato a inizio pandemia, ecco la prima giravolta. Poi, quando i milanesi sono tornati ad essere i suoi potenziali elettori da portare alle urne, ecco un'altra improvvisa virata. «Secondo me era abbastanza scontato che succedesse, a volte fare politica significa prendere decisioni che non accontentato tutti», ha detto lunedì scorso riferendosi agli assembramenti della domenica per lo shopping natalizio. E aggiungendo, piccato, che «quando sento Arcuri parlare di assembramenti irresponsabili non ci sto, non possiamo dare degli irresponsabili alla gente, alla gente si dice quello che può fare e lo fanno. Sta al governo decidere, sta a noi. Prendiamoci le nostre responsabilità e le decisioni e saremo giudicati per questo». In attesa del giorno del «giudizio», il ricandidato sindaco ha già l'agenda fitta di appuntamenti. La mattina di Natale sarà alla sede del Pane quotidiano, l'associazione che distribuisce cibo gratuitamente ai bisognosi, dove in questi giorni si vedono lunghe code di persone. «Andrò a dare una mano ma soprattutto a ringraziare chi tutto l'anno fa la sua parte per gli altri», ha scritto ieri Sala sulle sue pagine social. Con una excusatio non petita: «Metto già in preventivo che c'è chi dirà ecco è in campagna elettorale, ma tirerò un respiro e non risponderò».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)