
In scadenza le presidenze delle due partecipate del Comune. Pietro Modiano potrebbe lasciare subito per andare in Carige. Davide Corritore nella primavera del 2019, ma la corsa è già iniziata. I dem rischiano di perdere gli avamposti conquistati con la giunta di Giuliano Pisapia.
C'è un incrocio di nomine nelle partecipate del comune di Milano che tiene sulle spine il sindaco Giuseppe Sala e tutto il Partito Democratico. Si tratta delle scadenze imminenti delle presidenze di Sea, l'azienda che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, come quella di Mm, Metropolitana Milanese, due fiori all'occhiello di palazzo Marino, dove siedono due manager di estrazione dem, come Pietro Modiano e Davide Corritore. La questione è delicata. Le nomine furono fatte da Giuliano Pisapia che li rinnovò nel 2015, prima di lasciare la poltrona di sindaco. A quanto pare sul file il primo cittadino ha lavorato tutta l'estate con il nuovo direttore generale del Comune, quel Christian Malangone già braccio operativo di Expo 2015, tornato nel giugno di quest'anno per sostituire Arabella Caporello, fondatrice del circolo renzian del Pd milanese, ovvero la Pallacorda. Il «Malanga», come lo chiamano gli amici, è stato assolto nel dicembre dello scorso nell'inchiesta su un viaggio a Tokyo dove è finito condannato a un anno l'ex governatore lombardo Roberto Maroni.
L'addio di Modiano è ormai imminente. Perché l'ex banchiere di Intesa San Paolo e Unicredit è stato indicato da Vittorio Malacalza come futuro presidente di Carige, sempre che la cordata la spunti su quella di Raffaele Mincione. Un pezzo di Milano Finanza di mercoledì 5 settembre ha scatenato non pochi malumori dentro palazzo Marino, perché per il posto di Modiano circolerebbe già il nome della Caporello. Il condizionale è d'obbligo. Di fondo i giochi non sono ancora chiusi. Per di più palazzo Marino dovrà indire un bando. C'è tempo, ma la questione è spinosa. Perché Modiano lascia un'azienda con i conti in ordine e con risultati più ragguardevoli per il sistema aeroportuale milanese.
Per di più ci sono appuntamenti importanti il prossimo anno, tra cui il rifacimento della pista di Linate. Non solo. In scadenza è anche Corritore, un passato da city manager con Pisapia, già candidato alle primarie del Pd milanese per la corsa a sindaco, l'ex manager Deutsche Bank dovrà lasciare la prossima primavera. Ma già si discute sul suo futuro, per un'azienda strategica che dal 2014 gestisce anche parte del patrimonio immobiliare pubblico, ex Aler. C'è già chi lo vedrebbe bene proprio in Sea al posto di Modiano. Scambio di poltrone. Ma la partita appare più complessa. Il prossimo anno sono in scadenza i vertici di tante partecipate statali come anche la poltrona più ambita, quella di Giuseppe Guzzetti in Fondazione Cariplo. Il problema è politico. Il quadro è cambiato dai tempi di Matteo Renzi, quando la Milano dell'Expo doveva diventare la culla del renzismo. Ora va di moda il gialloblu del leader leghista Matteo Salvini e dei 5 Stelle. Sala lo ha capito benissimo. E già da tempo ha preso le distanze dall'ex segretario del Partito Democratico. Anzi, vanta un ottimo rapporto con il presidente di regione Lombardia Attilio Fontana, leghista doc.
La domanda che circola in città è in fondo una. Quando conterà il Pd nella prossima tornata di nomine in Sea e Mm? A molti il fatto che il nome della Caporello sia uscito così in anticipo ha fatto sospettare una certa debolezza del partito ora gestito da Maurizio Martina. Del resto a Milano, come in tutta Italia, il Pd è sempre più in difficoltà. La componente renziana è sempre più in un angolo. Le primarie non sono ancora state fissate. Ma nel caso in cui la componente romana di Nicola Zingaretti dovesse prendere il sopravvento i milanesi potrebbero essere molto ridimensionati. E lunedì prossimo proprio Renzi proverà a risvegliare i suoi arrivando alla festa dell'Unità in Darsena. Ma a quanto pare l'ex presidente del Consiglio ha un appuntamento più importante in cantiere. Martedì 11 settembre sarà a Villa Necchi insieme con un vecchio amico, il finanziere Davide Serra. Parlerà con l'ex premier britannico Nick Clegg, di fronte a una platea selezionata di banchieri. Chissà che non si parli anche in quell'occasione del destino delle nomine nelle partecipate milanesi.






