
Confindustria non accoglie le richieste dei sindacati. In ballo 1,5 milioni di addetti.La rottura era nell’aria e veniva data quasi per certa da un po’ tutte le parti interessate. Troppa la distanza tra le richieste dei sindacati, che in questo caso sono uniti nella battaglia, e Confindustria. Così quando alla chiusura del tavolo sono stati proclamati lo stato di agitazione e lo sciopero dei metalmeccanici nessuno si è sorpreso.In ballo c’è il rinnovo del contratto 2024-2027 che è stato al centro dell’ottavo vertice tra le delegazioni sindacali di Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica e Assistalper la parte datoriale. Il contratto riguarda 1,5 milioni di lavoratori e l’ultimo confronto è stato improduttivo come gli altri. I sindacati hanno abbandonato il tavolo e hanno dichiarato unitariamente uno sciopero di otto ore in tutti gli stabilimenti in cui si applica il contratto nazionale, senza specificare la data esatta né le modalità ma precisando che ogni giorno è buono a partire dalla «prossima settimana». E qui è iniziato il solito gioco delle parti. Secondo le sigle sindacali, dalle rappresentanze datoriali sarebbe arrivato «un no a tutte le richieste» e la riproposizione senza modifiche della contro-piattaforma già presentata nei precedenti tavoli, che di fatto hanno sancito la rottura della trattativa. «Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all’andamento dell’inflazione», hanno evidenziato i sindacati. Oltre alla questione retributiva non c’è intesa sulla «stabilizzazione dei contratti di lavoro precari», «la riduzione dell’orario di lavoro» e le altre parti normative che si occupano di «welfare, previdenza, formazione e inquadramento professionale, salute e sicurezza e appalti».Nella sostanza non c’è accordo su nulla. Basta ricordare che i rappresentanti dei lavoratori chiedono un aumento di 280 euro mensili in tre anni mentre le associazioni propongono di confermare l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei), pari a 173,37 euro in quattro anni, allungando così al 2028 la vigenza del contratto. Federmeccanica e Assistal non sono ovviamente d’accordo con le ricostruzioni sindacali. Per le associazioni che rappresentano i datori di lavoro la loro proposta prevede un beneficio economico potenziale, in presenza di tutte le condizioni previste, per un livello C3 nel periodo 2025-2028, che può arrivare a 7.010 euro, considerati i vari istituti e compresi gli incentivi sui benefit. «La nostra proposta», evidenziano, «è la risposta a chi dice che non vogliamo rinnovare il contratto. Nonostante le gravissime difficoltà del nostro settore, vengono infatti riconosciuti benefici aggiuntivi rispetto all’adeguamento all’inflazione (Ipca Nei), con strumenti e modalità che tengono conto della grave situazione del settore».A tal proposito val la pena ricordare l’iniziativa della Compagnia delle Opere, che al Senato ha presentato, con il ministro del Lavoro Marina Calderone e il segretario della Cisl Luigi Sbarra, il Manifesto del Buon Lavoro, uno spunto di ragionamento per sostenere un lavoro «all’altezza del desiderio umano integrale». Tante le proposte - spiegate dal presidente Cdo Andrea Della Bianca -, che partono dall’introduzione di forme innovative di organizzazione del lavoro e arrivano fino alla promozione di percorsi di apprendimento e di aggiornamento delle competenze all’interno delle aziende.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.