Dalle casse di Roma escono 4 milioni per i rom ma resta ancora l'emergenza abitativa
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Ieri l’accampamento è stato visitato, per iniziativa del consigliere regionale Laura Corrotti, da una folta delegazione della Lega: il capogruppo in Comune Maurizio Politi, i dirigenti capitolini Flavia Cerquoni, Angelo Valeriani e Antonio Del Greco. «Il Piano Rom della Raggi (Virginia, sindaco uscente ndr) si è rivelato un completo fallimento: milioni di euro spesi per avere la Capitale ancora invasa da baraccopoli, fabbriche di illegalità che minacciano la sicurezza pubblica. Il fatto che il campo nomadi di via Salviati sia ancora aperto, nonostante le promesse dell’amministrazione grillina, ne è la conferma». Per focalizzare la questione occorre fare un passo indietro, al maggio 2017 quando con una delibera proposta dalla giunta in Campidoglio venne approvato il piano targato M5s che metteva sul piatto 3,8 milioni di euro di fondi. In quell’occasione Raggi aveva annunciato: «Finalmente mettiamo la parola fine alla mangiatoia di Mafia Capitale». A distanza di quattro anni solo un campo è stato smantellato, si tratta del Camping River. Oltre alle chiusure la giunta grillina, attraverso buoni affitto, rimpatri, autorecupero di immobili e utilizzo di strutture comunali, ha cercato di porre fine all’emergenza. Fattasi più pressante con il Covid, come testimoniato dal focolaio scoppiato nel campo di Castel Romano, lo scorso febbraio. «Non basta di certo installare delle telecamere ad infrarossi per fermare il dilagare dei roghi tossici, bisogna», ha aggiunto Corrotti, «sgomberare senza promettere posti in hotel o alloggi popolari temporanei». La campagna elettorale in vista delle elezioni sembra già iniziata, resta da vedere se la prossima amministrazione riuscirà a smantellare i campi rom.