2025-05-04
Sua Evanescenza preso a pallonate da Totti
Roberto Gualtieri (Imagoeconomica)
Sotto la sua guida, a Roma la normalità è diventata una cosa che fa notizia: una strada pulita o i dipendenti che non si danno malati. Intanto le scadenze dei cantieri vengono spostate ogni mese più in là. E ora a irriderlo ci si è messo pure il Pupone con Tony Effe.Cognome e nome: Gualtieri Roberto. Sindaco della capitale d’Italia. Per mancanza di indizi. Perciò ribattezzato «Sotto la fascia (tricolore), niente». O anche «turista per caso». L’Evanescente.Snornellatore di rango. Nerone smanacciava la cetra. Lui, appena può, si schitarra con chi càpita.Vasco Rossi e Claudio Baglioni, l’Anpi e Boy George, in Rai da Fiorello o a La7 da Myrta Merlino, La ragazza di Ipanema, Karma Chameleon e Bella ciao. Ma anche Damme ’na mano di Tony Effe, invitato e poi cacciato dal concerto romano di Capodanno organizzato dal Comune, per una rivolta antimachista e antisessista che i pissi-pissi pettegoli assicurano nata a cena in un «salotto», presenti l’ex ministro Dario Franceschini e il suo ex braccio destro Salvo Nastasi.Gualtieri.Lesto a mettersi il pennacchio per l’ordinato svolgimento delle esequie di papa Francesco: «Una sfida gigantesca, alla notizia della morte ci siamo messi subito al lavoro, nel pomeriggio di Pasquetta ho convocato la prima riunione operativa, non mancava nessuno», maddai. Divulgando prontamente la «bellissima» lettera di ringraziamento ricevuta dal cardinale Giovanni Battista Re. Ma: e l’apporto dei 4.000 volontari? E il ruolo di Protezione civile, prefettura, questura, Viminale? E dello stesso Vaticano? Beh, sì - concede - c’erano anche loro: «La filiera della sicurezza ha funzionato, tutti insieme intorno a un tavolo in assoluta concordia», ah, ecco, «il fatto che la macchina del Giubileo fosse già in moto ha aiutato».Poi, la rivelazione che non ti aspetti: «È andato tutto bene. La città era pulita...». Pulita. Una circostanza così insolita da assurgere a notizia. Ma «a ogni morte di Papa», appunto. Per carità, a Roma monnezza e decoro urbano sono un’emergenza atavica.Ma Gualtieri non doveva rimediare ai guasti di Virginia Raggi, e dei di lei predecessori? Dettaglio non marginale: tutti - tranne Gianni Alemanno- compagnucci della parrocchietta.Roma Capitale - grande bellezza e suburra- è infatti da circa tre decenni un feudo della sinistra. L’ha governata, da quando c’è l’elezione diretta del sindaco (1993) a oggi, per quasi 27 anni su 32.«Quasi», cioè meno i nove mesi in cui in Campidoglio sedeva il commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, che non dovendo rispondere a correnti, fazioni, lobby, clientele, ha amministrato -con il gaudio di tanti romani, quorum ego - nell’esclusivo interesse dei cittadini.Gualtieri è l’ultimo capitolo di tale storia contemporanea.Che è poi la sua passione: ci si è laureato, facendone poi materia di insegnamento come professore associato all’università La Sapienza. Leggendo a ritroso il suo curriculum, lo troviamo nel 2019 ministro a capo del Mef nel secondo governo di Giuseppe Conte, il bisConte, quello giallo-rotto M5s-Pd, tra Covid, monopattini, banchi a rotelle e ta-rocchicasalini. Nei 10 anni precedenti, 2009-2019: eletto a Bruxelles, dal 2014 anche presidente della commissione per i Problemi economici e monetari del parlamento europeo.Comunista doc, financo vicepresidente dell’Istituto intitolato a Antonio Gramsci. Iscritto alla Fgci, poi al Pci, quindi al Pds e ai Ds, infine al Pd. Di cui ha contribuito a redigere il Manifesto. Perché abbia deciso di sfregiare cotanta biografia puntando allo scranno di primo cittadino dell’Urbe, proprio non si capisce. Un compito da far tremare i polsi.«Mi metto a disposizione di Roma, con umiltà e orgoglio» annunciò urbi et orbi il 9 maggio 2021. Ufficializzando la sua partecipazione alle primarie del Pd per designare il candidato al Campidoglio. Una telenovela targata Pd: romano, laziale e nazionale. Riavvolgiamo il nastro.Nicola Zingaretti nel marzo 2021 lascia la segreteria del Pd: prova «vergogna» nel vedere i compagni impegnati ad accapigliarsi per le «poltrone», ipse dixit.Il 14 marzo gli subentra Enrico Letta, Letta il giovane, per distinguerlo dallo zio Gianni. Il 16 qualcuno spiffera ai cronisti: a Roma lo sfidante di Raggi sarà Gualtieri.Ci sta: è romano, e tra il 2001 e il 2006 è stato pure membro della segreteria capitolina dei Ds. Anche se a taluni appare una sorta di risarcimento, essendo lui rimasto fuori dal governo di Mario Draghi.Letta non gradisce di essere messo di fronte al fatto compiuto. Quindi stoppa tutto: prima le primarie.Chi è stato però a passare quella «velina» su Gualtieri? Si sospettano i dirigenti romani, che vedrebbero in lui l’uomo giusto al posto giusto, il Comune come centro di potere - destinatario di un fiume di denaro, tra Pnrr, Giubileo e magari, chissà, l’Expo - da affidare a una figura senza un vero peso specifico, più facile da eterodirigere (il che spiegherebbe lo sfogo, due mesi dopo essere entrato in carica, finito sui giornali: «Il sindaco sono io, non Goffredo Bettini. Sulle nomine decido io»).Gualtieri le primarie di giugno comunque le vince, così come le elezioni in ottobre. Attenzione, però: al ballottaggio. Incassando, con 565.000 voti, il 60% dei voti contro il 40% rimediato da Enrico Michetti, candidato del centrodestra, scelta stravagante perfino per una parte di Fratelli d’Italia che pure lo aveva indicato. Ma al primo turno, con il Carneade Michetti, era andato sotto: 27% contro 30%. Insomma, è sindaco grazie al doppio turno.Ma visto che gli aventi diritto erano 2. 359.248, quel mezzo milione abbondante vale il 24% del totale. Tradotto: Gualtieri è sindaco di un romano su quattro.Il debutto è stato in linea con il personaggio.Nel novembre 2021, fa sapere di aver raggiunto un accordo con Ama (la partecipata che si occupa di immondizia) per un premio ai dipendenti che non avessero marcato visita fino al 31 dicembre. Me cojoni: la gratifica a chi non è assenteista. Perfino Repubblica non poté non bacchettarlo: «Si tratta la normalità come virtù».Peraltro, in materia di raccolta e smaltimento della rumenta, si segnala il video postato il 26 agosto scorso da Stefano Bandecchi - sindaco di Terni ma residente nel quartiere romano di Casal Palocco -con montagne di spazzatura non ritirata: «Gualtieri, te la scarico in Comune», il tutto condito dal consueto turpiloquio (Bandecchi credo sia sboccato perfino quando parla nel sonno).E quindi: realizzare o no il mitico termovalorizzatore? No, giura Gualtieri in campagna elettorale. Nell’aprile 2022 ci ripensa. Si farà. Ok: quando?Nell’ottobre 2024 apprendiamo che Roma ne avrà uno «in funzione nell’estate 2027».«Il cantiere partirà entro il marzo 2025». Il 15 aprile scorso, la correzione: «I lavori inizieranno entro l’estate 2025».Stessa tarantella sulla linea C della metropolitana.Nel 2022 eccolo magnificare con il ministro Matteo Salvini «un gioiello tecnologico»: la stazione del Colosseo della terza linea (che «sarà terminata nel 2032»: quando mi trasferii a Roma a fine anni Ottanta, si vagheggiava di inaugurarla per il Giubileo... del 2000!). Tale avveniristica fermata al Colosseo quando sarà pronta?«Entro il febbraio 2025», scrive RomaToday, il 10 dicembre 2022.«Entro la fine dell’anno giubilare» ci aggiorna RomaToday, il 7 gennaio 2025.Vabbe’.«Se tutto andrà bene», ah, ecco, volevo ben dire.Il mite Gualtieri, zoppicante sulle promesse, onora però l’amicizia.E gli amici degli amici. Vedi alla voce: Albino Ruberti, «dem focoso detto Rocky» (così il Sole 24 Ore il 19 agosto 2022).Celebre nel 2020 quando, da capo di gabinetto di Zingaretti in Regione, fu sorpreso a violare il lockdown, imposto ai comuni cittadini, per andare a fare una grigliata sulla terrazza di un collega.«Era una colazione di lavoro», sbuffò. Un meeting il primo maggio? In ogni caso: infranse la legge?Sì.Si dimise? Ma figuriamoci: per così poco, e che sarà mai?Si scusò, e amen. Nell’agosto 2022 - nel frattempo diventato lui capo di gabinetto del sindaco - il nobile gesto fu però necessario.Il Foglio postò un video in cui urlava: «Inginocchiatevi o vi sparo» a un consigliere regionale del Pd e a suo fratello.Mancava aggiungesse: «E vasateme ’sti mmane», tra Mario Merola e Gomorra.L’eclissi non dura manco un anno: grazie a Gualtieri lo ritroviamo prima vicepresidente di Acea Ato2, società partecipata dal comune.Poi anche amministratore unico di Risorse per Roma Spa, altro ente comunale.Infine, come se niente fosse, a capo della segreteria del sindaco. Roma Today del 28 ottobre 2024: «Campidoglio, Gualtieri presenta i nuovi assessori. I consiglieri tutti pazzi per il ritorno di Ruberti. Gli applausi più intensi sono per lui».È tutto meraviglioso.Ps: Pare che negli ultimi giorni Gualtieri sia un po’ abbacchiato. Tony Effe, per promuovere il suo prossimo show al Circo Massimo, ha girato un video con Francesco Totti, l’ottavo re di Roma, in cui tira (involontariamente?) una pallonata a un poster col faccione del sindaco. «Bono, che nun te fanno fa’ er concerto», è il cartellino giallo del Capitano. Ecco: per un tifosissimo giallorosso come il sindaco, che si fece la foto con Romelu Lukaku appena sbarcato nella Capitale, indispettendo i laziali e il loro presidente Claudio Lotito, il perculamento di Totti è peggio di una sconfitta nel derby. O nelle urne.
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