2020-10-08
Rivolta nel centro per immigrati. Feriti tre poliziotti
Sassate e oggetti in fiamme contro gli agenti: gruppo di tunisini si apre la strada con la violenza e fugge dal Cas di Agrigento. Proprio nei giorni in cui il decreto sicurezza Salvini viene annullato e sostituito con altre norme a favore dell'immigrazione, in Sicilia si registra l'ennesima rivolta dei migranti, che aggrediscono e feriscono tre poliziotti ad Agrigento. Negli ultimi mesi, simili episodi sono accaduti a Foggia, con disordini scatenati da un gruppo di stranieri ricoverati in ospedale perché positivi al Covid-19; a Roma, col parapiglia al nosocomio militare del Celio, dove tre extracomunitari contagiati dal virus hanno aggredito medici e forze di polizia; ad Amantea (Cosenza) dove altri immigrati ospitati in un centro d'accoglienza (in cui si era sviluppato un focolaio Covid-19), hanno protestato violentemente pure contro i militari presenti. L'altro ieri, poco prima della mezzanotte, ad Agrigento gli immigrati rivoltosi erano ben 65, per lo più di origine tunisina, tutti ospitati al Cas di viale Cannatello. Gli stranieri hanno lanciato contro le forze dell'ordine di tutto: estintori, reti dei letti, pezzi di finestre. Tre poliziotti, come detto all'inizio, sono rimasti feriti. Paradossalmente è andata bene, dato che le conseguenze dell'azione potevano essere ben più serie. All'improvviso è divampato anche un incendio, di chiara origine dolosa: materassi e altri oggetti sono stati dati alle fiamme. C'è stato persino il tentativo di lanciare qualche materasso incendiato contro gli agenti di polizia. Alcuni degli immigrati sottoposti alla quarantena, nel caos che si è venuto a creare, sono riuscita a fuggire e dileguarsi nella zona circostante. Un dato che ha creato non poca apprensione nella città siciliana. «Questa notte si è verificata l'ennesima rivolta di migranti», ha dichiarato Valter Mazzetti, segretario generale della federazione sindacale della polizia di Stato «hanno appiccato un incendio, aggredito i poliziotti con un lancio di oggetti di ogni genere ferendone tre, prima di allontanarsi nonostante fossero in quarantena. Queste vicende si verificano con una frequenza allarmante, ma invece sono ormai vissute come fossero normali, e questo», ha rimarcato il rappresentante sindacale della polizia «è inaccettabile». E ancora: «La situazione attuale dovrebbe costringere a rivedere completamente i sistemi di sorveglianza in queste strutture, che sono bombe a orologeria sul piano anzitutto sanitario considerata l'emergenza coronavirus, ma anche sociale e dell'ordine e sicurezza pubblica. Quel che più ci indigna è l'apparente assoluta indifferenza per le condizioni di lavoro in cui operano le forze dell'ordine in questo settore». All'indomani ci sono cenere e macerie: «I migranti ospiti del centro quarantena di Agrigento, dopo quanto accaduto, sono stati trasferiti in un'altra struttura dove ultimeranno il periodo di sorveglianza sanitaria. Domani (oggi, ndr), le tre persone positive al coronavirus verranno trasferite a Palermo dove saranno imbarcate sulla nave Aurelia», ha dichiarato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. Il centrodestra insorge. Si è subito fatto sentire Matteo Salvini: «Immigrati in centro di accoglienza, con positivi al Covid, non vogliono rispettare la quarantena, proteste violente e sassaiole durante il giorno e poi di notte appiccano il fuoco», ha scritto sul suo profilo Facebook il capo della Lega, «alcuni riescono a fuggire, feriti anche poliziotti. Però per il governo è tutto sotto controllo e si aboliscono i decreti sicurezza». A ruota, il duro attacco di Giorgia Meloni: «Ad Agrigento la rivolta degli immigrati stufi della quarantena in un centro d'accoglienza», ha detto la presidentessa di Fratelli d'Italia, «tra lanci di oggetti e incendi. Nel caos tre agenti rimasti feriti a cui auguro una pronta guarigione. Il paradosso di un governo che da una parte annuncia di voler limitare le libertà degli italiani mentre dell'altra spalanca i porti a tutti e tollera questo e altro da chiunque arrivi nella nostra nazione».Gli agenti rimasti feriti sono tre uomini del reparto mobile di Palermo. Per le forze dell'ordine, impegnate in questa battaglia, che ormai è quasi all'ordine del giorno, in tempo di Covid c'è subdola un'altra insidia ovvero il rischio di rimanere contagiati: gli agenti di polizia e le altre forze militari impegnate per garantire la sicurezza ai Cas o agli ospedali, non solo devono guardarsi da possibili aggressioni fisiche, ma sono anche esposti al pericolo di un possibile contagio, visto che sta capitando spesso che i migranti in rivolta siano persone risultate positive al coronavirus.