2023-07-03
Attentato alla casa di un sindaco. I tumulti si allargano in Belgio e Svizzera
Parigi, agenti in tenuta antisommossa vicino all'Arc de Triomphe (Ansa)
Auto incendiata sulla villetta: feriti moglie e figli del politico. Poliziotto colpito da spari si salva grazie al giubbotto rinforzato. La rabbia delle banlieue armate con la scusa della morte di Nahel non si placa: la scorsa notte ulteriori 719 arresti si sono sommati a quelli degli ultimi quattro giorni, portando a 3.300 il numero di persone finite in una cella di sicurezza. Le operazioni di polizia più consistenti - stando al bilancio del ministero dell’Interno francese - sono state effettuate a Parigi, dove sono stati fermati 194 rivoltosi che agivano nell’area metropolitana, e a Marsiglia, dove 65 manifestanti sono stati portati via dai gendarmi. Il bilancio conta anche 45 agenti feriti. Un poliziotto, preso di mira durante gli scontri a Nimes, si sarebbe salvato solo grazie alla protezione del giubbotto antiproiettile. La Procura indaga per tentato omicidio, dopo la conferma della presenza di alcuni proiettili rimasti conficcati nel vestiario di sicurezza dell’agente (il calibro non è ancora stato accertato). Ma di scene con fucili d’assalto simili a Kalashnikov sono piene le immagini video circolate negli ultimi giorni sui social. E che i ribelli, per la maggior parte minorenni, siano armati, le autorità lo sanno, visto che diverse armerie delle metropoli francesi sono state saccheggiate. Inoltre, sempre l’altra notte, 577 veicoli e 74 edifici sono stati dati alle fiamme. Proprio con un’automobile in fiamme si è consumato anche quello che le autorità francesi definiscono «un attentato» contro l’abitazione del sindaco di un piccolo comune, L’Haÿ-les-Roses, a sud di Parigi, in Val de Marne. È stato proprio il primo cittadino, Vincent Jeanbrun, a denunciarlo: «Mia moglie e i miei figli sono scioccati e feriti». Jeanbrun, ricostruisce Le Figaro, si trovava barricato nella sede del municipio, protetta addirittura col filo spinato, quando un gruppo di facinorosi si è radunato davanti alla sua abitazione. La procura di Creteil ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di tentato omicidio. Nonostante la nonna di Nahel in un’intervista all’emittente televisiva Bfm tv abbia invitato i rivoltosi a «fermarsi», ieri si prevedeva un’ulteriore nottata rovente: un decreto prefettizio ha autorizzato l’uso di droni a Parigi e in tutti i comuni di Seine Saint Denis per acquisire immagini fino alle 6 di stamane. Ed è stata annunciata la presenza di 45.000 poliziotti, 7.000 solo a Parigi e nella regione dell’Ile de France. La preoccupazione è cresciuta anche per l’attivismo con cui i circuiti dell’islam radicale francese, come svelato ieri dalla Verità, hanno cominciato a gettare benzina sul fuoco delle proteste, cavalcando i temi cari alla Fratellanza musulmana, ovvero la vittimizzazione dei musulmani, l’islamofobia e tutto l’armamentario dottrinale dell’islam politico. Ennesimo dettaglio, questo, che dimostra come la morte di Nahel sia solo un pretesto per cavalcare la rivolta. Una scusa usata anche a Grenoble dai centinaia di giovani incappucciati che si sono trasformati in sciacalli e che hanno svaligiato molti negozi del centro cittadino, anche di abbigliamento e telefonia mobile. Un autobus dell’azienda bolognese di autonoleggio Saca, che accompagnava dei turisti modenesi in visita ai castelli della Loira, è stato distrutto dalle fiamme a Tours, città a sud di Parigi, durante la notte, mentre i passeggeri erano in hotel. Ieri sera è stata convocata dal presidente francese Emmanuel Macron una nuova riunione straordinaria all’Eliseo con i ministri della Giustizia e dell’Interno. E proprio il ministero dell’Interno francese ha bollato come «fake news» quella che riguarderebbe presunte «restrizioni temporanee sull’accesso a Internet in alcuni quartieri» chieste dalla polizia nazionale. Mentre la protesta sta contagiando il Belgio, dove sabato la situazione si è fatta incandescente. La polizia ha fermato e identificato 35 persone, 31 delle quali minorenni. Tutto è partito con l’appuntamento nella piazza di Louise, di fronte al Palais de Justice, per un raduno pubblicizzato sui social network. Ma già nella notte tra giovedì e venerdì le tensioni si erano estese per la prima volta al Belgio, con alcune proteste nella zona sud di Bruxelles. A Losanna, ricca e tranquilla cittadina svizzera, invece, sono scattati sette arresti. Anche qui, inspiegabilmente, visto il tenore di vita medio alto dei cittadini (Monocle, la rivista leader nel settore viaggi, l’ha definita in passato la migliore città del mondo per la qualità della vita), sempre con il pretesto della morte di Nahel, un nutrito gruppo di giovani (circa un centinaio) si è radunato in pieno centro. Alcuni incappucciati hanno attaccato diversi negozi, infrangendo vetrine e colpendo saracinesche. Tra i fermati ci sono sei minorenni. Per riportare la calma sono stati impiegati 50 agenti di pubblica sicurezza. I manifestanti hanno lanciato contro di loro oggetti ed è volata una bottiglia molotov. Per fortuna non ci sono stati feriti. Ma la contaminazione all’estero comincia a diventare particolarmente preoccupante. Gli apparati di sicurezza italiani stanno monitorando il rischio «contagio». E dal governo si sottolinea l’importanza di una gestione attenta dei flussi migratori e del contrasto al degrado nelle periferie urbane.
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)