2024-01-28
Risarcita a vita per i danni da vaccini
La decisione della Commissione medica ospedaliera di Messina segna una svolta importantissima dopo una serie di risoluzioni di segno opposto. Quelli che per Speranza & C. sono invisibili hanno diritto di essere riconosciuti e lo Stato deve prendersene cura.«Su 20 casi in qualche modo simili che abbiamo seguito, questa è la prima volta in cui si è riusciti a ottenere un indennizzo. E penso che sia un fatto estremamente importante, soprattutto perché mi pare di notare un atteggiamento diverso rispetto al passato: si sta muovendo qualcosa. E sono convinto che si potrebbe aprire una nuova strada per tanti danneggiati». L’avvocato palermitano Dario Bonuso è giustamente molto soddisfatto. Assieme al collega Ermanno Zancla, infatti, ha ottenuto un risultato che potrebbe rivelarsi fondamentale. Una loro assistita, una donna siciliana, riceverà un indennizzo a vita per i danni irreversibili provocati dalla vaccinazione Covid (o in alternativa -si scoprirà fra qualche tempo e dipenderà da una decisione che verrà presa in sede ministeriale - un congruo risarcimento una tantum). Lo ha stabilito la Commissione medica ospedaliera di Messina sulla base della legge 210/92 che prevede compensazioni per «soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue e somministrazioni di emoderivati, che ne facciano richiesta».La signora in questione, spiega alla Verità Bonuso, «ha riscontrato una miocardite a pochissimi giorni di distanza dalla seconda dose di vaccino. In seguito la malattia si è evoluta e cronicizzata. Anche di recente la nostra assistita si è sottoposta a esami ed è stato riscontrato che in effetti ha ancora la patologia». I documenti sono chiari: «Miocardite alla parete inferiore del ventricolo sinistro al tratto medio, con minima estensione alla parete infero-laterale». Alla faccia dei presunti esperti che, anni fa, tendevano a sminuire la miocardite e i suoi effetti, a dipingerla come un fastidio passeggero. In questa specifica circostanza, per altro, la malattia ha colpito una persona di 36 anni, che ora deve convivere con un danneggiamento a lunghissimo termine. Alla donna, tra il 2021 e il 2022, sono state inoculate due dosi di vaccino Pfizer e una di Astrazeneca. Finora, il dipartimento militare di medicina legale di Messina aveva respinto le sue richieste di risarcimento, ma adesso finalmente la Commissione medica ospedaliera messinese ha messo nero su bianco la correlazione tra l’iniezione e la patologia cronica, scrivendo che «la lesione accertata (aree di fibrosi miocardica) risulta compatibile con un’evoluzione anatomo-patologica di pregressa miocardite a verosimile eziogenesi post-vaccinale». Soprattutto, però, la medesima commissione ribadisce che «anche sulla scorta della più recente letteratura scientifica e del Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19 redatto dall’Agenzia italiana del farmaco, può essere considerata verosimile l’associazione causale tra la somministrazione di vaccino e l’infermità di cui al giudizio diagnostico».Viene allora da dare ragione all’avvocato Bonuso, secondo cui «comincia a muoversi qualcosa, mi sembra di poter riscontrare adesso un atteggiamento diverso rispetto a qualche tempo fa. Noi attribuiamo questa vittoria a una consapevolezza più diffusa, anche dovuta al sempre maggiore numero di studi scientifici usciti sulla materia. Noi lo abbiamo sempre sostenuto: miocarditi e trombosi sono proprio i casi di scuola, così potremmo definirli, quelli in cui la correlazione con il vaccino è molto probabile. Con altri assistiti che presentano patologie neurodegenerative abbiamo avuto più difficoltà, ma abbiamo presentato ricorsi». La strada è ovviamente ancora lunga, ma pare proprio che uno spiraglio cominci ad aprirsi, e che i fondi per i risarcimenti messi a disposizione dal governo possano effettivamente essere utilizzati per una causa sacrosanta. La giovane donna danneggiata vede riconosciuto il proprio trauma e ottiene giustizia tramite risarcimento. Secondo il sito Livesicilia, «la cifra deve ancora essere stabilita, ma dovrebbe aggirarsi intorno a 1.800 euro a bimestre e per tutta la vita». Certo, si potrebbe obiettare che non è poi molto: meno di un modesto stipendio mensile. Sicuramente l’assegno non basta a fornire adeguata compensazione a una persona con la vita rovinata da un trattamento sanitario che le fu presentato dalle autorità sanitarie e politiche come una panacea. Resta però il precedente. E, soprattutto, inizia a disegnarsi un nuovo scenario per tutti i danneggiati. In tutti questi anni sono stati invisibili, ignorati dai più e maltrattati da molti. C’è chi ancora adesso ha la faccia tosta di negare la loro esistenza (vedi il caro Roberto Speranza) e di sminuire la loro sofferenza. Ma un risarcimento come quello ottenuto in Sicilia è un segnale rilevante: gli invisibili esistono, hanno diritto a essere riconosciuti, lo Stato deve prendersi cura di loro. Per chi sta male ora pagheranno le casse pubbliche: prima o poi, dovranno rispondere anche coloro che hanno provocato questo disastro.
Jose Mourinho (Getty Images)