2024-06-22
Sarà record di rinnovabili. In cambio però ci tocca più dipendenza dall’estero
Per Terna, il 52,5% della domanda elettrica è stato coperto da fonti come idro, eolico e fotovoltaico. Però è la crescita dell’import a far riflettere e i consumi languono.Terna ha diffuso ieri il consueto rapporto mensile sul sistema elettrico italiano, relativo a maggio. Le agenzie, nel dare la notizia, enfatizzavano il dato, messo in evidenza dalla stessa Terna nel suo comunicato, relativo alla quota di domanda elettrica coperta nel mese dalla produzione da fonte rinnovabile: il 52,5%. A fronte di un fabbisogno di 24,7 terawattora (Twh, miliardi di kilowattora), le fonti rinnovabili nazionali hanno fornito 12,97 Twh, in netto aumento rispetto allo stesso mese del 2023 (+26,5%). La composizione di questo aumento di produzione è diversificata. L’eolico ha prodotto 1,67 Twh (+10,5% rispetto la maggio 2023), il solare 3,99 Twh (+36,3%) e l’idroelettrico 5,6 Twh (+34,7%). Nel mese, cala la produzione da fonte convenzionale a 9,3 Twh, -14,6% rispetto al maggio 2023. Il resto del fabbisogno è stato coperto dall’importazione dall’estero per 3,77 Twh, pari al 15,2% del fabbisogno.Per mettere in prospettiva questi dati è utile però un confronto considerando i dati complessivi gennaio-maggio. Si vede così che l’idroelettrico, con 19,6 Twh prodotti, fa segnare un vero boom: +80% di produzione nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto all’identico periodo del 2023, quando furono prodotti 10,8 Twh. In calo del 17,4% la produzione termica a 55,4 Twh, in aumento l’energia eolica a 11,3 Twh (+9%) e quella fotovoltaica a 13,4 Twh (+17,2%). Il totale dell’energia richiesta in rete è stato nei primi cinque mesi di quest’anno, pari a 125,9 Twh, un modesto +1,1% rispetto al 2023. Dall’inizio dell’anno, quindi, le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 42% della richiesta. Dei 53 Twh di rinnovabili prodotte nel 2024, il 37% arriva dall’idroelettrico, il 25% dal fotovoltaico, il 21,5% dall’eolico e il 12,3% dalle biomasse e il 4,2% dal geotermico.Ma è il dato sull’import di energia che fa riflettere. Da gennaio a maggio 2024, l’import netto è in aumento del 5,6%. Nei primi cinque mesi dell’anno l’Italia ha importato 24,15 Twh (saldo netto tra import ed export), pari al 19,2% dell’energia richiesta in rete. Un dato superiore all’identico periodo del 2023, quando fu il 18,4% della richiesta, e del 2022, quando fu pari al 13,4%. L’aumento della dipendenza dall’estero è un dato importante, che dovrebbe far riflettere, pur nella sottolineatura del dato sulle rinnovabili.Vi è da dire peraltro che la richiesta di energia elettrica a maggio, pari a 24,698 Twh, è in aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+1,9%) ma è in calo rispetto al valore di maggio 2022 (-5,6%).Allo stesso modo, nel 2024 la richiesta di energia elettrica (125,9 Twh) risulta superiore al valore dello stesso periodo del 2023 (+1,1%) ma inferiore al progressivo 2022 (-3,9%). Inoltre, il dato corretto per il calendario rispetto al corrispondente periodo del 2023 è di solo +0,2%. L’incremento di produzione del fotovoltaico (+1,062 Twh) è dovuto all’effetto combinato dell’aumento di capacità in esercizio (+0,669 Twh) e del maggior irraggiamento (+0,393 Twh).In merito ai dati, alcune considerazioni si possono fare. La prima è che l’aumento della dipendenza dall’estero è un effetto dei prezzi più bassi nelle zone estere confinanti rispetto al prezzo italiano, il che, per come è fatto il sistema del prezzo marginale, attira in Italia, come una calamita con il ferro, l’energia dall’estero trasportata dalle reti transfrontaliere. Infatti, nel mese di maggio, il prezzo spot medio italiano è stato di 94,9 euro a megawattora, contro i 27,2 euro/Mwh del prezzo spot francese. L’energia francese dunque è molto incentivata a uscire verso l’Italia nella zona di mercato estero, dove trova un prezzo più alto.La seconda è che l’innegabile avanzamento delle fonti rinnovabili in termini di kilowattora prodotti si confronta con una domanda elettrica che langue sotto i livelli già non eccelsi del 2022. Assistiamo a una lieve ripresa dei consumi elettrici industriali dell’1,4% rispetto al maggio del 2023, ma il 2023 è stato anno di pesante calo dei consumi industriali. Nel maggio 2023 i consumi industriali furono in calo rispetto a quelli del maggio 2022 dell’8%. I consumi elettrici dei primi cinque mesi del 2023 furono in calo del 6,6% rispetto al corrispondente periodo del 2022.Dunque, da questo punto di vista non c’è molto da festeggiare. Peraltro, un altro dato riportato da Terna merita attenzione e riguarda il mercato del bilanciamento. A fronte di dati di consumo e produzione che sono variati di poco, sul mercato del bilanciamento (mercato parallelo che serve a Terna per reperire le risorse per bilanciare il sistema istante per istante) a maggio 2024 il differenziale tra prezzi a salire e scendere è pari a 146 euro/Mwh, (+5% rispetto al mese precedente e +1% rispetto a maggio 2023). Soprattutto, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le movimentazioni a salire risultano incrementate del 30% e quelle a scendere risultano incrementate del 27%. Significa che il bilanciamento del sistema è sempre più complesso e i movimenti di energia per bilanciare il sistema stanno aumentando.
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