2018-05-13
Berlusconi in campo mette in ansia Salvini e Di Maio
Fossi in Silvio Berlusconi oggi manderei un biglietto di ringraziamento a Luigi Di Maio. Infatti, mai come ora, dopo essere stato «riabilitato» da una sentenza del tribunale di Milano che cancella gli effetti della legge Severino, il Cavaliere può dirsi soddisfatto. Al punto da ringraziare il leader dei 5 stelle di averlo tenuto fuori dall'accordo di governo. Già, perché mentre l'intesa tra grillini e leghisti per un nascente esecutivo giallo-verde mostra tutte le sue debolezze, il capo di Forza Italia ha mano libera per ritornare in Parlamento e riprendersi gli spazi che la sentenza Mediaset cinque anni fa gli aveva tolto.È un colpo di scena quello di Berlusconi. Si sapeva che i suoi avvocati si erano rivolti alla Corte di Strasburgo per dichiarare illegittima la norma che lo aveva escluso dal Senato. A lungo il Cavaliere aveva sognato di ottenere giustizia e di poter essere candidato alle passate elezioni. Tuttavia i tempi lunghi della corte europea non solo gli avevano impedito di correre alle elezioni del 4 marzo, ma lasciavano ampi margini di incertezza anche per il futuro. Così all'ex presidente del Consiglio non era rimasto che sperare in un provvedimento del tribunale di Sorveglianza che, prendendo atto dell'esecuzione della pena, dichiarasse estinti anche gli effetti della legge che ordinava la sua esclusione dalla vita pubblica. Si era parlato di una decisione per la prossima primavera, in coincidenza con il voto per il Parlamento europeo. Invece la decisione dei giudici di Milano è arrivata in anticipo, cadendo proprio nel momento più delicato della formazione del nuovo governo, con conseguenze tutte da verificare.Fino a ieri, per il Movimento 5 stelle, Silvio Berlusconi era un condannato incandidabile, con il quale i grillini non volevano neppure sedersi per prendere un caffè. Il no a qualsiasi contaminazione con Forza Italia derivava proprio dagli effetti della legge Severino sulla figura di Berlusconi. Ma ora il Cav non è più incandidabile, bensì un cittadino che ha scontato la sua pena e dunque in grado di esercitare tutti i diritti civili, compreso appunto fare il leader di un partito. Tanto per cominciare, essendo la sentenza immediatamente esecutiva, il leader di Forza Italia potrebbe decidere di tornare al più presto in Parlamento, prendendosi un'immediata rivincita su tutti coloro che cinque anni fa lo misero alla porta. Certo, le elezioni si sono appena tenute e quelle europee si svolgeranno il prossimo anno. Tuttavia il Cavaliere potrebbe decidere di sfruttare quelle parziali in seguito alle dimissioni di qualche onorevole. Anzi, potrebbe essere lui stesso a suggerire a un parlamentare del suo gruppo di dimettersi per cedergli la poltrona. Le indiscrezioni a questo proposito si sprecano. Secondo alcuni, Berlusconi avrebbe già l'accordo che gli garantirebbe un posto in Parlamento, in modo da far ripartire subito la battaglia politica.La riabilitazione improvvisa del leader di Forza Italia si rifletterà inevitabilmente sulla nascita del nuovo governo. Perché già era difficile far digerire agli italiani un'alleanza fra Lega e 5 stelle, con Forza Italia alla finestra, ma ora che Berlusconi è in campo e ricandidabile c'è da giurare che la strada per la formazione del nuovo governo sarà ancora più complicata.Infatti, se prima il Cavaliere, schiacciato dalla concorrenza di Salvini, temeva le elezioni come la peste, preoccupato, lui e i suoi consiglieri, di vedere i consensi di Forza Italia franare a favore dei leghisti, oggi potrebbe perfino augurarsi un rapido fallimento del governo giallo-verde per potersi riprendere in poco tempo la leadership del centrodestra. Venerdì sera, un'agenzia di stampa poi subito smentita, riferiva una frase di Berlusconi contro il governo che Salvini e Di Maio vorrebbero tenere a battesimo. «Meglio che non riescano a farlo», si sarebbe lasciato sfuggire il Cav, «perché altrimenti mettono la patrimoniale». L'ufficio stampa di Forza Italia si è curato di smentire, sostenendo che mai il Cavaliere si sarebbe lasciato andare a un simile sfogo. Ripensandoci, dopo la diffusione della sua riabilitazione, la frase però la si può guardare da un punto di vista diverso. Berlusconi oggi ha infatti tutto l'interesse che il governo non si faccia, e nel caso si faccia sia destinato a un rapido insuccesso. Nel primo e nel secondo caso, a lui sarebbe offerta l'occasione di una rivincita, perché senza esecutivo o con un esecutivo debole si andrebbe in fretta alle elezioni. Dopo oltre due mesi di tira e molla, non ci sarebbe il tempo per il governo del presidente o per altre strane formule tipo il governo neutrale o di tregua. Le elezioni, dunque, diverrebbero un obbligo e questa volta il Cavaliere la potrebbe fare a viso aperto, senza la palla al piede dell'incandidabilità, con quello che ne consegue anche sulla tenuta della coalizione di centrodestra. Troppe volte dato per spacciato e alle corde, Berlusconi si prepara all'ennesimo ritorno. Come per Amintore Fanfani e più del capo democristiano toscano, il Cavaliere si merita il soprannome che Indro Montanelli coniò per l'uomo politico della prima Repubblica: «Rieccolo». Il Cavaliere è tornato. E, statene sicuri, ne vedremo delle belle. Soprattutto fra lui e Salvini, il suo vero «nemico». Il capo della Lega ha commesso un errore: ha battuto Berlusconi in casa sua, soffiandogli la leadership del centrodestra. Un affronto che ad Arcore non sono certo disposti a perdonare.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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