2022-02-06
Ridotta la quarantena per i non vaccinati. Ma la discriminazione rimane intatta
Dimezzato l’isolamento dopo un contatto a rischio, con obbligo di tampone. A chi ha il booster, invece, basta l’autosorveglianza.«Vi renderemo la vita difficile». Così minacciava il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri rivolgendosi ai no vax, e si può dire che il ministero almeno questa promessa la stia mantenendo. Sono infatti ormai allentate o abolite più o meno ovunque le restrizioni per il contenimento del virus, ma in Italia di lasciare in pace i non vaccinati non se ne ha nessuna intenzione. La quarantena per i non vaccinati, in caso di contatto stretto, passerà da 10 a 5 giorni. Meglio di niente forse, ma c’è da dire che già da fine dicembre chi si trova in regola con i richiami del vaccino è esentato da qualsiasi forma di isolamento, salvo che non si contagi. Chi ha fatto la dose booster e chi è guarito da meno di 120 giorni infatti è tenuto solo ad osservare un periodo di 10 giorni di autosorveglianza in cui l’unico obbligo a cui si è sottoposti è il monitoraggio delle proprie condizioni di salute, oltre a dover indossare la mascherina Ffp2. Con la nuova circolare emessa da Roberto Speranza, i no vax (che secondo il governo sono anche quelli che non hanno fatto il booster entro 4 mesi dalla seconda dose) a seguito di un contatto stretto dovranno continuare a isolarsi, ma solo per cinque giorni. Se ci dimenticassimo per un attimo di vivere in un Paese libero, ci sarebbe quasi da festeggiare, ma è necessario tornare alla realtà. Una realtà in cui si continua a porre limitazioni della libertà personale senza che esistano i presupposti per farlo. A ogni modo, oltre ai cinque giorni di isolamento, le nuove misure prevedono un tampone molecolare o antigenico di uscita effettuato non prima del quinto giorno e altri cinque giorni di autosorveglianza, come quelli concessi ai vaccinati, con obbligo di indossare mascherina Ffp2 fino al decimo giorno dall’ultimo contatto stretto. Naturalmente il provvedimento si applica ai soggetti asintomatici, in caso contrario bisognerà fare un tampone alla prima comparsa dei sintomi, da rieffettuare, se negativo, dopo 5 giorni se i sintomi persistono. La circolare è stata emessa il 4 febbraio, come sempre una volta sentito il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico. Queste disposizioni erano attese soprattutto dopo che nelle scuole si era deciso di fare altrettanto con gli studenti non vaccinati. Il nuovo protocollo Covid per gli istituti scolastici entrato in vigore ieri, infatti, stabilisce che chi non è vaccinato dovrà andare in Dad per 5 giorni. Quei cinque giorni si sposavano male con i 10 giorni di quarantena che invece venivano applicati ai contatti stretti non vaccinati fuori dal contesto scolastico. Ora le quarantene sono uniformate. E le discriminazioni anche. Si può dire che il governo non faccia distinzione tra bambini di 6 anni e adulti di 50, sono tutti temibili no vax che vanno puniti ed educati. In perfetto stile sovietico. I nuovi provvedimenti vengono celebrati come gentili concessioni, ma la verità è che le restrizioni non hanno più senso di esistere. Molti scienziati lo ammettono. È il caso del professore di microbiologia Andrea Crisanti, che ha detto: «L’azione politica deve avere un obiettivo di sanità pubblica. È inutile che mi accanisco contro l’altro 10% se i dati dicono che il 90% basta. Bisogna valutare la risposta della società, c’è sempre il singolo che non si vuole vaccinare per le più diverse ragioni». Anche sulle discriminazioni scolastiche è intervenuto chiarendo che: «Anche i vaccinati possono tramettere il virus se ne sono venuti a contatto quindi non ha senso fare alcuna differenza». Se ne deduce che la mira del governo non è quello di perseguire obiettivi legati alla sanità pubblica. L’unico scopo del governo è di tipo educativo, se non addirittura punitivo. L’obiettivo non è fermare la pandemia, ma emarginare chi non ha ricevuto il vaccino, e non importa se le vittime da perseguire sono bambini di sei anni. Il virologo Matteo Bassetti parla addirittura di «amnistia» nei confronti dei no vax, come si trattasse di delinquenti. In effetti però è così che vengono considerati da stampa e opinione pubblica: come criminali a piede libero. In termini epidemiologici, se esiste una luce in fondo al tunnel, è tenuta ancora lontana perché siamo fra i pochi Paesi europei a mantenere green pass e mascherine all’aperto. Per quanto riguarda le mascherine, salvo cambiamenti, il 14 febbraio si dovrebbero poter abolire, ma per il green pass si fanno ancora poche ipotesi. Certo è che se l’emergenza dovesse finire il 31 marzo, non si potrebbero più emanare dpcm, circolari o decreti legge atti a limitare la libertà delle persone. A due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria sarà dura per Roberto Speranza e i suoi compari rinunciare a tutto il potere acquisito in questi mesi. Dura rinunciare alle conferenze stampa delle 20 di sera, con lo sguardo contrito a favore di telecamera. Eppure prima o poi finirà, ma ancora non si sa quando.
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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