2019-02-06
Ridicolo chi dà degli spendaccioni ai gialloblù
Per mesi ci hanno riempito la testa con l'insostenibilità delle misure di governo, giudicandole troppo dispendiose per un Paese super-indebitato come il nostro. Ora, gli stessi che hanno fatto la predica contro quota 100 e contro il reddito di cittadinanza spiegano invece che la riforma delle pensioni esclude troppe persone e che il sussidio per chi non ha lavoro è limitato alla metà degli aventi diritto. Insomma, se prima criticavano i provvedimenti imputando alla maggioranza di essere spendacciona, adesso il nuovo rimprovero è la tirchieria. (...)(...) La grottesca capriola ha trovato spazio su numerosi quotidiani e sulla bocca di più di un esponente della minoranza, in particolare a proposito delle modifiche alla legge Fornero. Infatti, se prima l'argomento principale usato dall'opposizione e dai commentatori era la voragine che si sarebbe aperta nei conti dell'Inps, in previsione che centinaia di migliaia di lavoratori si affrettassero a chiedere il trattamento previdenziale, negli ultimi giorni la tesi si è rovesciata nel suo contrario. Aver ristretto le maglie per limitare i casi di chi possa utilizzare quota 100 oggi viene descritto come un torto commesso nei confronti di decine di migliaia di aspiranti pensionati. I quali, magari per un mese, si ritroveranno esclusi dallo scivolo e questo, a quanto pare di capire, è ritenuto dai commentatori una vera ingiustizia. Allo stesso tempo, coloro i quali prima criticavano l'eccesso di spesa, ora si lamentano in quanto chi deciderà di lasciare in anticipo il lavoro incasserà un assegno Inps dimagrito rispetto a quello di cui godrebbe nel caso rimanesse in servizio fino al raggiungimento della soglia prevista per la pensione. La cosa a noi pare ovvia e giusta, perché chi più versa, più dovrebbe incassare. Ma ai Soloni del pareggio di bilancio evidentemente no, perché sebbene la previdenza sia basata sul sistema contributivo, l'assegno parametrato agli anni di lavoro pare un'angheria. Così, dopo essersi lagnati per i costi non sostenibili delle modifiche alla Fornero, ora si dolgono per l'assottigliamento del trattamento Inps di cui beneficeranno i pensionati con quota 100.Questa, tuttavia, non è la sola contraddizione. A leggere la stampa negli ultimi giorni, si trovano titoli allarmati sulle previsioni di quanti incasseranno il reddito di cittadinanza. In particolare, viene dato largo spazio a una stima dell'Istat, secondo la quale la platea degli aventi diritto al sussidio sarebbe inferiore di circa la metà rispetto a quella fornita dal governo. Anziché 5 milioni di persone, a godere del provvedimento di sostegno ai disoccupati sarebbero 2,7 milioni. La notizia dovrebbe rallegrare chiunque fino a ieri abbia ritenuto che il reddito di cittadinanza fosse una spesa folle, destinata a ingrassare solo le persone che non abbiano voglia di lavorare. E invece no, anche la riduzione del numero di chi si metterà in tasca 780 euro è diventata argomento di recriminazione: coloro che ieri lamentavano la spesa, oggi si dispiacciono perché molti saranno gli esclusi.C'è però anche un'altra contraddizione che balza all'occhio ed è la congruità del reddito di cittadinanza. Secondo Confindustria e Carlo Calenda, la cifra erogata sarebbe troppo generosa, perché 780 euro rappresentano una somma che è di poco inferiore allo stipendio incassato da molti giovani. Se il sussidio è così elevato, obiettano, chi mai vi rinuncerà per rimboccarsi le maniche? La contestazione in pratica sembra voler dire che lo Stato, erogando il reddito di cittadinanza, rischia di fare concorrenza alle aziende, le quali dovranno rinunciare a manodopera a buon mercato, perché per 800 euro chiunque a questo punto opterebbe per il mensile pubblico. Certo, è ovvio che a parità di retribuzione giovani e meno giovani sceglierebbero il salario per cui non è richiesta alcuna prestazione. Ma forse sia Confindustria che l'ex ministro dello Sviluppo dovrebbero porsi un'altra domanda. Visto che con 800 euro nessuno campa da nababbo, perché nelle aziende italiane si è retribuiti al minimo? Come mai gli stipendi, invece di salire, nel corso degli ultimi anni sono scesi fino ad arrivare vicino alla soglia di sussistenza? Non è per caso che, grazie all'arrivo di manodopera straniera a poco costo, è in atto un livellamento verso il basso delle retribuzioni? Il sospetto è forte e a dire il vero giustificherebbe molte delle capriole di questi giorni. E soprattutto spiegherebbe perché in certi ambienti guardino con tanto favore l'immigrazione di massa. Forse, più che risorse per l'Italia, i profughi sono considerati risorse a basso prezzo? Sarebbe utile saperlo. Così, tanto per regolarsi.