2021-12-20
Ricciardi si sveglia: anche i vaccinati si contagiano e il green pass è inutile
Il funambolico luminare riconosce che «due dosi consentono infezioni». E critica pure gli «investimenti inadeguati» e i «servizi iniqui», ma ai tempi delle sforbiciate era ai vertici nella sanità e non ha mosso un dito.Certa gente proprio non si rende conto della grandiosa opportunità offerta dal silenzio. Dopo aver passato l’ultimo anno a collezionare castronerie e figure di palta; non paghi di aver condotto gli italiani al limite della sopportazione, insistono a sfornare dichiarazioni su dichiarazioni, incuranti delle clamorose contraddizioni e insensibili agli svarioni. Uno dei casi più strabilianti è quello di Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza, quindi uno che occupa una posizione rilevante, e che dovrebbe pesare con il bilancino ogni uscita pubblica. Eppure, continua a esternare determinazione, salvo poi essere smentito dalla realtà a cadenza quindicinale.Proprio ieri, sulla prima pagina di Avvenire, il nostro eroe spiegava come «resistere allo tsunami», cioè come condurre la «lotta al virus» che «con Omicron si riapre». Ebbene, il funambolico luminare si è finalmente accorto che anche i vaccinati si contagiano. «L’oltre 80% degli italiani che sono completamente vaccinati», ha scritto Ricciardi, «potrebbe presto scoprire che la situazione deve essere riconsiderata anche per loro. […] Due dosi di vaccino potrebbero ancora consentire frequenti infezioni. Anche se ricovero e morte appaiono episodi sempre più improbabili, le due dosi non mettono al riparo dalla diffusione della malattia». In realtà, che pure i doppiamente inoculati possono contagiarsi e pure ammalarsi la gran parte degli italiani lo ha già capito da tempo, assieme a una marea di esperti e ricercatori da tutto il mondo. È Ricciardi che se ne accorge soltanto ora. Ha scoperto, ad esempio, che anche i vaccinati «portano nella nuova situazione un rischio maggiore di trasmettere […]. Inoltre, essi potranno anche trasmettere il coronavirus più facilmente tra di loro, anche in ambienti che in precedenza potevano sembrare sicuri per le persone vaccinate, ad esempio ristoranti, bar, cinema, teatri che, persino controllando rigorosamente lo stato di vaccinazione tramite il super green pass, potrebbero diventare un terreno fertile per la trasmissione». Capito? Oggi il bravo consulente del ministro viene a dirci che il green pass è inutile, anzi potenzialmente dannoso perché diffonde un falso senso di sicurezza nella popolazione. Eppure, appena due settimane fa, Ricciardi celebrava la nuova misura e se la prendeva con i non vaccinati, spiegando su La7 che «con il green pass una buona parte si convincerà, si renderanno conto che se non si vaccinano questa emergenza durerà anni. Per non parlare delle spese, ogni mese spendiamo 50 milioni di euro per curare i no vax». Adesso che cosa farà il caro amico? Si metterà a fare i conti di quanto spenderemo per assistere i vaccinati finiti in ospedale a dispetto del meraviglioso lasciapassare verde? Sia chiaro: siamo consapevoli che affrontare una pandemia non è roba facile, e che la situazione può improvvisamente cambiare da un momento all’altro. Il punto è che Ricciardi, da quando sussurra a Speranza, non ne ha azzeccata una, però -granitico - prosegue a snocciolare affermazioni lapidarie con inaudita sicumera, senza mai ammettere gli errori compiuti in precedenza (che sono una marea). Anzi, lo spettacolare Walter si sente tanto sicuro di sé da aver appena riversato la sua smisurata sapienza in un libro, uno splendido volume intitolato Sanità pubblica. Scienza e politica per la salute dei cittadini (Vita e Pensiero). È sufficiente scorrerne le prime pagine per rimanere di sale. Nell’introduzione, Ricciardi scrive che da tempo il nostro sistema sanitario nazionale è in crisi a causa di «investimenti inadeguati, risorse professionali insufficienti, servizi iniquamente distribuiti sul territorio nazionale». Già: i famigerati tagli di cui oggi facciamo tutti le spese. Ma dove si trovava il lungimirante Walter quando le sforbiciate venivano messe in atto? Beh, tra il 2014 e il 2019 era ai vertici dell’Istituto superiore di sanità (prima commissario e poi presidente), e guarda caso proprio in quegli anni furono chiusi il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps), il gruppo Epico e il Centro interuniversitario per la ricerca sull’influenza e le altre infezioni trasmissibili (Ciri-It). Ovvero enti che si occupavano di «prevenzione, sorveglianza e controllo delle malattie infettive» e di fornire supporto tecnico scientifico a Regioni e ministero della Salute. Che dite, sarebbero stati utili per affrontare l’emergenza Covid? Forse sì. Attenti che non è finita. Nel denso libretto appena sfornato, Ricciardi si sente in dovere di illuminarci proprio sul Covid e la «forza distruttiva della pandemia». Sentite che scrive: «Qualcuno l’ha definita uno tsunami imprevisto ma, a dirlo oggi, sembra esagerato e anche un po’ incredibile: era uno degli eventi più prevedibili della storia». Ah, ma davvero? Toccherebbe spiegarlo al ministro Speranza, con cui Walter ha un canale privilegiato, ricordandogli magari che se avessimo avuto un piano pandemico attivo avremmo potuto evitare migliaia di morti. Forse, se avessimo previsto l’arrivo del morbo, avremmo potuto fare a meno di chiusure bestiali, misure che lo stesso Ricciardi ha definito di «cieca disperazione». Comunque sia, l’impavido esperto ha una certezza: «Quando si concluderà, la pandemia da nuovo coronavirus diverrà un evento che verrà studiato sotto tutti i punti di vista». Ecco, qui ci permettiamo una osservazione: forse sarebbe stato meglio condurre già nei mesi passati un serio esame degli errori commessi nel 2020, onde evitare di ripeterli. Invece, pensate un po’, non è stato fatto: si è preferito affidarsi alle previsioni astrologiche di santoni come il mago Walter, i quali con tutta evidenza non sapevano come muoversi, tanto che oggi siamo praticamente tornati al grado zero: privi di difese di fronte allo «tsunami» di cui sopra. Per la verità, un errore Ricciardi lo ammette. A suo dire l’Italia avrebbe «necessità di un’unica catena di comando e comunicazione, basata sull’evidenza scientifica, per evitare che le mediazioni legate alle diverse sensibilità politiche facciano perdere tempo prezioso e, soprattutto, favoriscano un processo decisionale frammentato ed eterogeno, a maggior ragione se questo porta a decisioni incongruenti con l’evidenza scientifica».Fantastico: i nostri guai nascono dalle mediazioni dovute alla politica. Non dalle uscite antiscientifiche e sbagliate di fior di espertoni come Walter, il principe delle maree (nel senso che cambia versione in base al livello del mare). Non resta, dunque, che continuare ad affidarsi a lui, al consulente più smentito del mondo. Che però vanta un grande merito: ha scritto un libro e - a differenza di Speranza - è riuscito pure a pubblicarlo.
Pier Luigi Lopalco (Imagoeconomica)
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo