2021-06-23
Entro il 10 luglio si potrà tornare a ballare
The Vibe Is On a San Marino (Ansa)
Presto la data ufficiale per la riapertura delle discoteche. Dubbi sulla mascherina. L' obbligo di green pass forzerà però di fatto i giovani a vaccinarsi. La protesta dei gestori : «Il governo ci dia il via libera già dal 4, insostenibile perdere un altro weekend».Dal 28 giugno, in zona bianca, non ci sarà più l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto, ha scritto via Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza lunedì sera. Ieri mattina, il sottosegretario Andrea Costa, su Rtl 102.5, ha dichiarato che «entro i primi dieci giorni di luglio le discoteche potranno aprire», indicando che potrà essere applicato «il criterio del green pass». Il sottosegretario alla Salute, osservando che «questo settore è ad oggi, rimasto l'unico senza avere una prospettiva», ha quindi rassicurato sul fatto che in settimana verrà indicata «una data in cui le discoteche potranno tornare a fare le loro attività». A stretto giro, Gianni Indino, presidente del sindacato dei locali (Silb) dell'Emilia Romagna, ha definito queste dichiarazioni «un segno tangibile di ritorno, quanto prima, ad una sorta di normalità», ricordando però che «serve una data subito», a ore, non giorni. Il ministero dovrà affrontare più di qualche questione irrisolta in questo settore, come l'utilizzo delle mascherine e, non ultima, la trattativa in corso con i gestori delle sale da ballo. «Se ritardano la nostra apertura togliendoci altri dieci giorni di lavoro da luglio, ci costringono a non ripartire», ha dichiarato Maurizio Pasca, presidente della Silb-Fipe, l'associazione di categoria della Confcommercio. «Le nostre attività sono aperte al massimo due volte a settimana», ha spiegato Pasca indicando come giorno di riapertura il 4 luglio. «La gente già va lo stesso a ballare in decine di locali che, tra l'altro, sono aperti senza green pass. Quindi, ci facciano riaprire e il ministero dell'Interno vigili sull'abusivismo». Sulle tempistiche lo stesso governo è diviso tra chi sostiene di riaprire l'1 luglio e chi, come annunciato da Costa, entro i primi dieci giorni. In ogni caso, resta ora da affrontare l'ultimo tema su cui ancora non è stato fornito un parere. Infatti, se c'è accordo sull'accesso solo con green pass e solo all'aperto, resta il nodo sull'utilizzo della mascherina, una volta entrati. Su questo può essere d'aiuto quanto sperimentato lo scorso sabato a San Marino in una discoteca all'aperto. L'Area eventi Shooting club del Titano ha ospitato quasi 3.000 ragazzi che hanno potuto accedere solo tramite green pass. A distanza di alcuni giorni non si sono registrati ancora contagi e per questo il modello potrebbe essere applicato nel nostro Paese. In pratica, 2.700 ragazzi arrivati a San Marino da tutta Italia sabato scorso, ballando dalle 22 alle 5, hanno pagato un biglietto, ma per poter entrare hanno dovuto esibire il certificato vaccinale, in alternativa quello di tampone negativo nelle ultime 48 ore o infine quello di avvenuta guarigione dal Covid, cioè la carta verde Covid, rispettando la regola invocata dalle associazioni di settore per l'apertura delle discoteche anche in Italia. L'obbligo del green pass, a ben guardare, sembra una sorta di obbligo alla vaccinazione per i più giovani, in cui il rapporto beneficio/rischio non è così netto, come invece negli adulti. D'altro canto, l'alternativa del tampone, oltre a non essere allettante, è anche costosa. Resta comunque la questione mascherina che a San Marino «era solo vivamente raccomandata, non obbligatoria», ha precisato l'organizzatore Tito Pinton, proprietario del Musica di Riccione e di altri due locali. È finita che alcuni la indossavano e altri no, ma a fare i controlli, chiedendo di utilizzare la mascherina, c'erano un centinaio di steward e, all'esterno, a vista, anche uomini della gendarmeria sanmarinese. In base a questo modello, mentre si balla, indossare la mascherina potrebbe essere, come per i vaccini, raccomandato e non obbligatorio. È la modalità prevista dalla Francia che, dopo 15 mesi di chiusura, dal 9 luglio riapre le discoteche, mentre i concerti in piedi saranno autorizzati già dal 30 giugno. Per accedere ai locali sarà necessario il pass sanitario. La capacità sarà al 100% all'aperto e ridotta al 75% al chiuso. La mascherina non sarà obbligatoria, ma solo raccomandata. In Spagna, dal 21 giugno a Madrid i locali chiudono alle 3 del mattino, ma si può ballare solo all'aperto e con l'obbligo di indossare la mascherina. In Germania, a Berlino, si possono organizzare eventi all'aperto fino a mille partecipanti, mentre al chiuso il tetto è di 250. Dall'1 luglio si torna a ballare anche in Austria. Nel Regno Unito la riapertura è il 19 luglio, a causa dell'impennata dei casi di Covid con la variante Delta, ma la data di riapertura è già nota con un mese di anticipo. In Italia si disquisisce sull'«entro dieci giorni» e sulle raccomandazioni, salvo obbligare per poi ritrattare, garantendo il caos, come per i vaccini.
(Guardia di Finanza)
In particolare, i Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego, hanno analizzato i flussi delle importazioni attraverso gli spedizionieri presenti in città, al fine di individuare i principali importatori di prodotti da fumo e la successiva distribuzione ai canali di vendita, che, dal 2020, è prerogativa esclusiva dei tabaccai per i quali è previsto il versamento all’erario di un’imposta di consumo.
Dall’esame delle importazioni della merce nel capoluogo siciliano, i finanzieri hanno scoperto come, oltre ai canali ufficiali che vedevano quali clienti le rivendite di tabacchi regolarmente autorizzate da licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ci fosse un vero e proprio mercato parallelo gestito da società riconducibili a soggetti extracomunitari.
Infatti, è emerso come un unico grande importatore di tali prodotti, con sede a Partinico, rifornisse numerosi negozi di oggettistica e articoli per la casa privi di licenza di vendita. I finanzieri, quindi, seguendo le consegne effettuate dall’importatore, hanno scoperto ben 11 esercizi commerciali che vendevano abitualmente sigarette elettroniche, cartine e filtri senza alcuna licenza e in totale evasione di imposta sui consumi.
Durante l’accesso presso la sede e i magazzini sia dell’importatore che di tutti i negozi individuati in pieno centro a Palermo, i militari hanno individuato la presenza di poche scatole esposte per la vendita, in alcuni casi anche occultate sotto i banconi, mentre il grosso dei prodotti veniva conservato, opportunamente nascosto, in magazzini secondari nelle vicinanze dei negozi.
Pertanto, oltre al sequestro della merce, i titolari dei 12 esercizi commerciali sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e le attività sono state segnalate all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per le sanzioni accessorie previste, tra le quali la chiusura dell’esercizio commerciale.
La vendita attraverso canali non controllati e non autorizzati da regolare licenza espone peraltro a possibili pericoli per la salute gli utilizzatori finali, quasi esclusivamente minorenni, che comprano i prodotti a prezzi più bassi ma senza avere alcuna garanzia sulla qualità degli stessi.
L’operazione segna un importante colpo a questa nuova forma di contrabbando che, al passo con i tempi, pare abbia sostituito le vecchie “bionde” con i nuovi prodotti da fumo.
Le ipotesi investigative delineate sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte a indagini e la responsabilità degli indagati dovrà essere definitivamente accertata nel corso del procedimento e solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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