Limitare i caloriferi serve a conservare il gas stoccato, ma se Snam mantiene l’attuale livello di importazioni saremo in proporzione più dipendenti da Mosca. Semmai, si attivi il meccanismo di rinuncia volontaria delle imprese all’energia, compensata dallo Stato.
Limitare i caloriferi serve a conservare il gas stoccato, ma se Snam mantiene l’attuale livello di importazioni saremo in proporzione più dipendenti da Mosca. Semmai, si attivi il meccanismo di rinuncia volontaria delle imprese all’energia, compensata dallo Stato.Abbassare il termostato del riscaldamento di casa riduce la nostra dipendenza dal gas russo? Di per sé, no.Il sistema gas italiano è un organismo complesso, con immissioni (produzione nazionale, importazioni, stoccaggio in erogazione) e prelievi (consumi civili, industriali, termoelettrici e stoccaggi in immissione). Nel suo insieme, il sistema deve sempre essere bilanciato, cioè in equilibrio, tra prelievi e immissioni. Al bilanciamento su base giornaliera provvede Snam Rete gas, cui spetta di misurare i flussi e sovrintendere al «traffico» sulla rete dei gasdotti italiani, in modo tale che ogni consumo possa essere soddisfatto.L’Italia importa gas da cinque punti. Il passo Gries, per il gas dal Nord Europa, Gela per il gas dalla Libia, Mazara del Vallo per il gas dall’Algeria, Melendugno per il gas dall’Azerbaijan e Tarvisio per il gas dalla Russia. Inoltre, ci sono tre rigassificatori, di capacità complessiva di 15 miliardi di metri cubi all’anno, che immettono nella rete nazionale il gas che arriva con le navi metaniere (Gnl). Infine, c’è lo stoccaggio, un polmone riempito durante l’estate e svuotato durante l’inverno, che serve a dare flessibilità al sistema e coprire le punte di consumo invernali. Snam dispone di diverse leve, per mantenere l’equilibrio. Un aumento di consumi invernali può essere coperto da maggiori erogazioni da stoccaggio, oppure da maggiori importazioni se la flessibilità dei contratti lo permette. Una diminuzione di consumi può essere gestita con un minore ricorso agli stoccaggi o con minori importazioni, se la flessibilità dei contratti lo permette. In altre parole, la dinamica della domanda giornaliera interna al sistema può essere gestita da Snam dal lato offerta in diversi modi, considerando la domanda rigida.Da ciò che precede, venendo all’idea di abbassare la temperatura dei riscaldamenti civili per ridurre la nostra dipendenza dal gas russo, dovrebbe essere chiaro che non c’è un automatismo «minori consumi=minore import dalla Russia». Anzi. Un minore consumo invernale può essere utilissimo per evitare di svuotare gli stoccaggi, ed è un’ottima cosa. Ma è Snam a decidere come gestire le fluttuazioni della domanda, in base ai flussi di offerta disponibili. Sono gli operatori italiani che hanno acquistato il gas da Gazprom che giornalmente a Tarvisio «nominano», cioè prenotano, il volume di ingresso nel gasdotto per il giorno seguente. Di solito i loro contratti dispongono di flessibilità sui volumi, per cui questi possono anche non essere costanti. In alcuni giorni gli importatori nominano, cioè importano, di meno (ad esempio nei weekend), altri giorni di più. Le quantità di gas importato dipendono quindi da loro (oltre che dalla quantità effettiva rilasciata dall’esportatore, ovviamente).Se davvero abbassare il riscaldamento deve servire a importare meno gas dalla Russia, occorre imporre agli operatori di nominare corrispondenti minori volumi in ingresso a Tarvisio, o a Snam di non accettare le nomine in ingresso a Tarvisio. Se infatti si lasciano costanti i volumi in ingresso dalla Russia e contemporaneamente si consuma di meno, si ottiene l’effetto opposto di aumentare la quota di import dalla Russia sul totale dei consumi. Paradossalmente, ci ritroveremmo ad essere più dipendenti dalla Russia, non meno.Risparmiare energia è sempre una cosa buona e in questo caso ci permetterebbe di lasciare nei magazzini gas da utilizzare per il prossimo inverno. Sorprende un po’, però, che si pensi a un provvedimento erga omnes sui riscaldamenti, trascurando le norme già esistenti di cui La Verità ha già parlato.Secondo questa procedura, detta di emergenza gas, i grandi consumatori di gas (industrie o centrali termoelettriche), o anche consumatori medi aggregati da un unico soggetto, possono offrirsi volontariamente per fornire flessibilità a Snam, ovvero ridurre o azzerare i consumi su richiesta. Questi soggetti, cosiddetti «interrompibili», ricevono un corrispettivo se vengono chiamati a fornire il servizio di riduzione dei consumi. Tale corrispettivo viene erogato a Snam dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea). Inoltre, la procedura di emergenza gas permette a Snam di agire sul sistema con poteri rafforzati e ottenere guadagni di flessibilità o minori consumi, con il preciso scopo di tutelare innanzitutto il consumo del settore civile. Prima di arrivare ad abbassare la temperatura dei termosifoni per decreto, insomma, ci sono molte altre cose da fare. Ad esempio, nel settore elettrico Terna può lavorare (o sta già lavorando) sul bilanciamento del sistema privilegiando le fonti non a gas? Di questo non c’è evidenza. Nel frattempo, le importazioni di gas dalla Russia proseguono, sia pure in maniera non uniforme. Dai 2,8 miliardi di metri cubi importati a dicembre siamo passati a 1,6 a gennaio per scendere a 1,34 a febbraio. Ma in questi primi giorni di marzo si nota un deciso incremento dei volumi in arrivo. Nelle ultime settimane si sono visti anche piccoli flussi in export dall’Italia verso il Nord Europa attraverso l’exit point del Passo Gries, perché il sistema Italia nel suo complesso era «lungo», cioè aveva quantitativi in eccesso rispetto alla domanda interna. Dunque, non c’è carenza fisica di gas, al momento. La cosa fondamentale semmai, oggi, è dare un quadro chiaro su come si intende procedere per riempire gli stoccaggi: per questo però manca il decreto annuale a cura del Mite, atteso da settimane e sempre più urgente.
Le nuove foto di Andrea Sempio davanti a casa Poggi nel giorno del delitto riaccendono il caso e scatenano lo scontro mediatico. Mentre la rete esplode tra polemiche, perizie discusse e toni sempre più accesi, emergono domande che le indagini dell’epoca non hanno mai chiarito: perché nessuno ha registrato questi dettagli? Perché certi verbali sono così scarni? E soprattutto: come si intrecciano queste immagini con il DNA compatibile con la linea paterna di Sempio?
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- Il caso della famiglia del bosco ha portato molti commentatori a ribadire che la prole non appartiene ai genitori. Peccato che quando si tratta di farne compravendita o di ucciderli nel grembo se ne dimentichino sempre.
- La famiglia Trevallion ha spiazzato gli analisti perché trasversale a categorie tradizionali come ricchi contro poveri o colti contro ignoranti. E la gente li ama più delle istituzioni.
Lo speciale contiene due articoli.
Va molto di moda ribadire che i figli non appartengono ai genitori. Lo ha detto Fabio Fazio chiacchierando amabilmente con Michele Serra nel suo salotto: entrambi concordavano sul fatto che i bambini non sono oggetti e devono essere liberi, semmai indirizzati da famiglie, scuola, istituzioni. Lo ha ripetuto ieri sulla Stampa pure lo scrittore Maurizio Maggiani, in prima pagina, prendendosela con la famiglia del bosco e con quello che a suo dire è il delirio dei due genitori. «Non ho nessuna ragione per discutere delle scelte personali», ha spiegato, «non finché diventino un carico per la comunità, nel qual caso la comunità ha buoni motivi per discuterle. Mi interessa invece proprio perché non si tratta di scelta personale, visto che coinvolge i figli, e i figli non sono sé, non sono indistinguibili da chi li ha generati, ma sono per l’appunto altri da sé, individualità aventi diritti che non discendono da un’elargizione dell’autorità paterna o materna, così come sancito dalla Costituzione e dalla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza».
Ecco #DimmiLaVerità del 2 dicembre 2025. Con il nostro Fabio Amendolara commentiamo gli ultimi sviluppi del caso dossieraggi.
2025-12-02
Ceramica: «Produttori indiani senza regole ambientali, dumping da risolvere quanto prima»
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(Totaleu)
Lo ha detto Graziano Verdi, presidente della Cet (Federazione Europea della Ceramica) e vicepresidente di Confindustria Ceramica, in un punto stampa alla sede di Confindustria Ceramica a Bruxelles, nel contesto degli European Ceramic Days 2025.






