2025-03-10
Il Vaticano abbraccia la Cina e Pechino arresta un vescovo perché celebra la messa
Monsignor Pietro Shao Zhumin
Mentre il biologo Meng Aming entra nella Pontificia Accademia, a Wenzhou finisce in manette monsignor Shao Zhumin. In lieve miglioramento il quadro clinico del Papa.Cosa succede tra Cina e Vaticano nei giorni in cui la salute del Pontefice fatica a migliorare? A far sorgere la domanda, due notizie apparentemente slegate. La prima riguarda una nomina avvenuta proprio in questi giorni di degenza di Papa Francesco. Due giorni fa uno studioso proveniente dalla Cina continentale Meng Aming, professore di Biologia dello Sviluppo presso la Tsinghua University di Pechino è stato annoverato tra i componenti della Pontificia Accademia delle Scienze. Sorprende che sia stato ascritto proprio uno scienziato cinese quando a Pechino si continua a perseguitare i fedeli e a impedire che vengano svolte le messe non approvate dal partito comunista. Tuttavia come scrive il Messaggero, Meng Aming non è il primo cinese ad essere annoverato tra i membri dell’Accademia vaticana: prima di lui, nel giugno 2023, la convocazione di Bai Tongdong, un politologo che insegna la geopolitica secondo i dettami del neoconfucianesimo. Lo stesso mese, più avanti, l’Accademia aveva ospitato il workshop «Dialogo tra civiltà e beni comuni» per comprendere le realtà emergenti in contesti come Cina e India dal punto di vista della loro stessa cultura. La manovra di avvicinamento era iniziata ancora prima: nel 2017 a Casina Pio IV, sede dell’Accademia, si tenne una conferenza sul traffico di organi cui parteciparono due delegati cinesi tra cui Huang Jiefu, presidente del Comitato Nazionale Cinese sulla donazione e il trapianto di organi ed ex viceministro della Sanità. L’anno successivo, nel 2018, arrivò la prima intesa sino vaticana sulla nomina dei vescovi in Cina. Rinnovata nel 2020 e poi nel 2022 e ancora nel 2024, questa volta per quattro anni. Sono undici i vescovi cinesi individuati all’interno di un accordo che per l’arcivescovo Paul Richard Gallagher deve «funzionare al meglio» nel quadro di un dialogo che deve andare avanti. L’apprensione per il Santo Padre è enorme, così come è enorme quello che accade intorno a lui e a quello che potrebbe accadere se dovesse morire o decidere di dimettersi come il suo predecessore. In questo scenario il rapporto con la Cina, fortemente cercato da Bergoglio, assume un ruolo fondamentale e divisivo. Difficile non pensare che si stia discutendo già, almeno in via informale, di cosa si intenderà fare con Pechino nel post Bergoglio. Ad ogni modo, se da un lato il Vaticano «abbraccia» un popolo che vive in un Paese dove è praticamente proibito essere cattolici, mentre dall’altro lato Pechino continua a perseguitare i fedeli. Monsignor Pietro Shao Zhumin, vescovo «underground» di Wenzhou, in Cina, è stato arrestato proprio lo stesso giorno in cui si nominava Meng Aming all’Accademia Pontificia. Le autorità dell’Ufficio della Sicurezza Nazionale lo hanno arrestato per aver celebrato la Messa di apertura dell’Anno Santo il 27 dicembre 2024 alla quale hanno partecipato 200 fedeli. Le autorità che lo hanno messo in manette sostengono che la cerimonia fosse illegale e che violasse l’articolo 71 delle Norme sugli Affari religiosi e che questa violazione rappresenti un «crimine grave». Le autorità avevano imposto per questo una multa da 200.000 yuan (equivalente a oltre 26.000 euro). Un provvedimento che monsignor Shao ha contestato, motivo per cui alla fine è arrivato l’arresto. Come spesso accade con gli arresti in Cina, nessuno sa dove sia stato portato e non è chiaro quanto durerà questa misura restrittiva o la sua sorveglianza. Il vescovo era stato puntato da tempo perché ha rifiutato di aderire agli organismi cattolici ufficiali controllati dal partito comunista cinese e per questo non è riconosciuto dalle autorità. Le chiese vengono sorvegliate da funzionari del partito comunista dalle 7 del mattino fino a mezzogiorno, impedendo l’ingresso di bambini e adolescenti, ma anche impedendo ai sacerdoti di celebrare le Messe. Non finisce qui perché recentemente l’Ufficio della Sicurezza Nazionale e il Dipartimento per gli Affari Religiosi hanno interferito con un pellegrinaggio di alcune centinaia di persone organizzato dalla parrocchia di Cangnan, sotto la giurisdizione della Chiesa sotterranea di Wenzhou, vietandone la partenza.Cosa devono pensare i fedeli apprendendo di queste notizie che arrivano dalla Cina e chissà di quanti altri casi di repressione non si è a conoscenza, quando poi il Vaticano continua a stringere il dialogo con Pechino assegnando persino ruoli importanti all’interno delle proprie storiche istituzioni? A questa domanda se ne aggiunge un’altra: perché così tante nomine in questi giorni di apprensione e preghiera per la salute del Santo Padre? Chi le propone? Chi le decide? Potrebbe essere lo stesso Bergoglio ad affrettare alcune decisioni sospese, oppure qualcun altro sta coordinando la situazione. Certezze non ce ne sono e si va avanti ogni giorno aspettando notizie sulla salute del Papa. Ieri sera il quadro era stabile e in «lieve miglioramento» pur permanendo il «quadro complesso» ha fatto sapere la sala stampa della Santa Sede. I medici, invece, non si sono espressi.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)