Il saluto del comandante al proprio battaglione è un momento storico e importantissimo nella missione di un reparto. Vuol dire salvezza, orgoglio, passione. Significa ciò per questi uomini che il comandante saluta con riconoscenza, in questo frangente, ricordando i propri caduti che non potranno portare con loro.
Il saluto del comandante al proprio battaglione è un momento storico e importantissimo nella missione di un reparto. Vuol dire salvezza, orgoglio, passione. Significa ciò per questi uomini che il comandante saluta con riconoscenza, in questo frangente, ricordando i propri caduti che non potranno portare con loro.Sono le quattro del mattino quando arriviamo in una località segreta a una trentina di chilometri dietro al fronte. Qui avviene il raggruppamento di uomini e mezzi, in questo caso le unità di artiglieria. Uomini che hanno combattuto al fronte per mesi, sul fronte più importante, uomini che lasciano sulla terra di questa regione il sangue, il sudore e lacrime, tante lacrime. Questa non è una cerimonia ufficiale, è il ringraziamento di un uomo e del suo direttivo che porta a casa i sopravvissuti, non è uno show, è una vera dimostrazione di fratellanza e cameratismo, che si ripete varie volte nell’arco delle 24-36 ore in cui i vari reparti e le varie unità partono nel cuore della notte in piccoli gruppi per ragioni di sicurezza. L’incubo di ogni comandante infatti è la morte di tanti soldati insieme specialmente se alla fine di un periodo durissimo in cui sono già stati persi troppi uomini. Uomini che per buona parte non sono tornati dalle loro famiglie perché ancora dispersi o irrecuperabili, sui campi di battaglia. Questo è un momento speciale anche perché è uno dei pochissimi, in cui il comandante si lascia andare a frasi e atteggiamenti paterni nei confronti dei suoi uomini, nessuno escluso.
Emanuele Orsini (Ansa)
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