2022-02-13
Renzi, strane consulenze col lobbista cinese
Durante le trasferte a Pechino, il senatore ha ringraziato Xi Jinping per l’impegno per l’ambiente. La talent scout che lo ha trasformato in conferenziere: «L’ex premier non fa solo lo speaker». Ma l’uomo d’affari che lo ha reclutato e la società restano un mistero.Da giorni Matteo Renzi sta alzando cortine fumogene sull’inchiesta per finanziamento illecito che lo vede indagato a Firenze. Ma mentre va a caccia dell’immunità giudiziaria, continua a fare affari con regimi tutt’altro che democratici. Se sappiamo che soldi dall’Arabia arrivano direttamente dal governo del principe Mohammed bin Salman, sospettato di aver ordinato l’omicidio del giornalista Jamal Kasshoggi, è un mistero chi paghi il leader di Italia viva in Cina. Per caso società o istituzioni legate al governo o sotto il suo controllo? Nei giorni scorsi abbiamo raccontato il contenuto di una segnalazione di operazione sospetta in cui si faceva riferimento a «bonifici ripetitivi in accredito da 8.333 euro» provenienti da Pechino. Dalla Cina i denari sono arrivati utilizzando un veicolo creato ad hoc, una società di nome «Matteo relazioni pubbliche internazionali limited», che permette di schermare i clienti del senatore di Rignano. La ditta è stata fondata il 16 maggio 2019 a Pechino con un capitale sociale non indifferente di 688.000 euro. Rappresentante legale e direttore esecutivo è un cittadino cinese di nome Lu Wei. Consigliere della società è Marina Leo, sessantunenne napoletana, che con la Celebrity speaker agency si è inventata il Renzi conferenziere. La «Matteo», come abbiamo già scritto, è controllata da un’altra azienda cinese, la Ciao international public relation Beijing limited e anch’essa ha come rappresentante legale Lu Wei. Quest’ultimo dovrebbe essere dietro anche alla Bojin international, altra azienda di pierre che ha organizzato il Ciao forum del 2019, a cui ha preso parte Renzi. Lu Wei e la Leo sono soci, dal 2021, nella Qiao international business di Rotterdam, nata per creare «un ponte tra la Cina e il mondo» e per facilitare «il contatto tra aziende, università e istituzioni della Cina e altri Paesi per il commercio, la cooperazione e le pubbliche relazioni». Nel portfolio che si trova su Internet sono indicati pochissimi nomi. Per la precisione 13. Praticamente tutti ex politici, più Renzi. L’ex sindaco di Firenze si trova nell’album insieme con gli ex primi ministri spagnolo, portoghese e neozelandese Mariano Rajoy, José Manuel Barroso e Jenny Shipley, gli ex presidenti di Brasile, Bolivia, Costa Rica, Malawi e Mauritius Dilma Roussef, Jorge Quiroga, Laura Chinchilla Joyce Banda e Ameenah Gurib Fakim. Uno degli eventi a cui Wei e la Leo hanno portato Renzi, ma anche Rajoy e Gurib Fakim, è stato la World economic and environment conference (Wec) di Pechino del 2019. All’appuntamento, che nasce in ambito Onu, hanno preso parte alcuni dei più importanti esponenti del partito comunista cinese come Liu Xiaofeng. La kermesse aveva il patrocino governativo, con tanto di coccarda per il 70° anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Nel comunicato stampa si legge che «Matteo Renzi ha espresso la sua gratitudine al presidente Xi (Jinping, ndr) per la sua forte difesa dello sviluppo green». Nelle foto di rito Renzi compare con una bella giacchetta rossa tradizionale.Grazie a Internet apprendiamo che a margine della conferenza l’eclettico senatore si è prestato a fare da testimonial di un paio di scarpe super tecnologiche e autoriscaldate. Ma piccole marchette a parte, sarebbe interessante scoprire chi abbia chiesto a Wei e alla Leo di portare a pagamento Renzi in Cina a ringraziare il presidente Xi Jinping. In Arabia sappiamo chi lo retribuisca per tessere le lodi del «caro amico» bin Salman, a Pechino no. Inoltre, quanto incassa dal Paese bollato dal Copasir come «avversario strategico»? Non è chiaro. La Sos dell’antiriclaggio fa riferimento a bonifici da 8.333 euro, ma non ci informa sull’importo complessivo dei versamenti.La Leo inizialmente aveva negato di avere un ruolo nella società che invia denaro da Pechino. Ma poi ha dovuto fare marcia indietro.«Ho fatto un po’ di verifiche e le do ragione. Ufficialmente è come dice lei. Ho parlato con il mio socio, il quale mi ha detto che questi soldi sono stati mandati a Renzi al di fuori della mia società». Quindi non erano per conferenze organizzate da lei? «No. È un accordo che è stato fatto tra il mio socio, prima che diventasse tale, e Matteo Renzi».Ma perché non le ha detto nulla? «Io in realtà sapevo di questa cosa, non potevo parlare perché ho una clausola di riservatezza con gli speaker. Wei mi ha detto: “Io dovevo mandare questi soldi e per farlo dalla Cina bisogna aprire una piccola compagnia e in questa compagnia ti ho messo come consigliera”. Ma io non ne sapevo assolutamente nulla».Insistiamo: il suo socio perché retribuisce Renzi? Per le conferenze? «Hanno fatto insieme delle cose, le stesse che fanno tutti gli ex primi ministri in Cina». Di che si occupa il suo socio? Di lobbying? «Fa solo pierre. Noi lavoriamo insieme da 5-6 anni, Wei è una persona molto per bene, per cui per me può fare tutto quello che vuole con Renzi. Non mi sono arrabbiata con lui. Il problema è che l’ex premier in Italia viene attaccato e quindi anche le persone che gli stanno intorno».La Leo ribadisce: «Io non c’entro niente e non ho guadagnato nulla con questa operazione». In effetti sull’estratto conto di Renzi, depositato nell’inchiesta Open, risultano i pagamenti provenienti dalla Celebrity speaker. Qui si parla di altro.E che attività è quella con Wei?«Non glielo posso dire, lo deve chiedere a Renzi, ho l’obbligo del segreto».Perché i bonifici sono tutti uguali?«Non lo so, forse c’è stata una consulenza, qualcosa del genere».Si tratta di un pagamento mensile?«Esatto, di una consulenza. Tutto quaMa non posso andare oltre. Faccia lei le sue verifiche».La signora, un’ex insegnante che parla cinque lingue e sta studiando il cinese, ha iniziato questa attività a 47 anni e ha coinvolto nel suo progetto, partendo dal niente e con 10.000 euro, alcuni degli uomini più potenti della Terra. «Sono stata brava» ammette. Ma la storia della segnalazione all’Antiriciclaggio non la manda proprio giù: «Sto pensando di andare in pensione o di eliminare dal mio pacchetto Renzi, viste le polemiche».Torniamo all’attacco: che tipo di consulenze sta facendo l’ex primo ministro?«Se Renzi mi autorizza io glielo dico. Lui è molto trasparente, sin troppo. Mette un sacco di roba online, anche di quello che faceva in Cina. È convinto di stare nel giusto. Anche Romano Prodi, che credo sia senatore a vita (non lo è, ndr) lavora in Cina. Tutti gli ex presidenti lavorano in quel Paese».Glielo chiedo ancora: qual è ambito delle consulenze?La Leo sospira e prova a fare marcia indietro: «Non si tratta neanche di una consulenza… si tratta di una scemenza tale… pregherò Matteo Renzi di farmelo dire perché io sono per la trasparenza assoluta come è scritto sul mio sito».Possiamo chiedere a Lu Wei…«Non parlerà mai con lei e non le dirà di che tipo di consulenze si tratti. Comunque fanno parte del suo lavoro di public relation. Ha un’azienda ed era mio cliente».E come si chiama la società di Wei?«Non glielo dico».Qualche giorno fa ci aveva spiegato che la «Matteo» era con ogni probabilità «una delle società di pierre» del capo del suo socio.Chi è il superiore di Lu Wei? «Non le dico neanche questo». Beh, almeno potrebbe metterci in contatto con il suo socio… «Sarebbe inutile. Lu Wei non parla una parola di inglese, dice tre parole, buongiorno e buonasera». E questo per un pierre di livello internazionale potrebbe essere un po’ handicap. Soprattutto se è vero che fa affari con quell’altro poliglotta di Matteo Renzi.
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