2020-12-12
Renzi minaccia la crisi di governo. Nemmeno Conte riesce a credergli
Matteo Renzi (Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)
Il Bullo sceglie El País per lanciare l'ennesimo ultimatum al premier sulla governance del Recovery fund. Giuseppi vede il bluff e abbozza il dialogo con Matteo Salvini. La sceneggiata si concluderà con la solita «verifica».Al mondo di sicuro ci sono solo la morte, le tasse e gli ultimatum a vuoto di Matteo Renzi. Il leader di Italia viva per mandare ancora una volta a quel pais il premier Giuseppe Conte sceglie il giornale spagnolo El País: «Nel governo», attacca Renzi, «sembrano aver perso la testa, e Conte deve recuperare lucidità. Molti di quelli che in pubblico prendono le distanze da me, in privato riconoscono che le nostre critiche sono corrette e veritiere. Per questo spero che Conte si trattenga, è lui ora quello che va contromano in autostrada. Se recupera la lucidità e frena questa proposta assurda, siamo disposti a ragionare sulla questione». La questione sarebbe la governance del Recovery plan. «Non hanno parlato con i sindaci, con i sindacati, con gli imprenditori», aggiunge Renzi, «con il terzo settore. Un tecnico a Palazzo Chigi ha deciso la notte come spendere 200 miliardi che sono la nostra ultima grande opportunità per pensare al futuro dei nostri figli». Italia viva toglierà il sostegno al governo? «Dipende da Conte», risponde Renzi, «deve chiedere scusa e ricominciare. Se Conte vuole pieni poteri come li chiese Salvini, io dico di no, è una questione di rispetto delle regole. In quel caso, ritireremo l'appoggio al governo. Se ci sono i numeri in parlamento per sostenere un nuovo esecutivo? Credo di sì», dice l'ex rottamatore, «altrimenti si va alle elezioni ma prima di arrivare a questo, mi piacerebbe che il presidente del Consiglio recuperasse la tranquillità e venisse in parlamento per cambiare tutto. Non è un problema di posti nel governo», aggiunge Renzi, «che pure ci hanno offerto. Italia viva è un piccolo partito ma siamo decisivi».Il Pd stoppa sul nascere il tentativo di Renzi di destabilizzare ulteriormente la maggioranza ipotizzando altri governi: «Mi auguro», dice il vicesegretario Dem, Andrea Orlando, «non ci sia un Papeete natalizio perche il paese non ne ha bisogno, se succedesse dovremmo utilizzare la legge elettorale che c'è». Tradotto: caro Renzi, dopo Conte c'è solo il voto, con l'attuale legge elettorale, che condannerebbe Italia viva alla sparizione.Per rendersi conto di quanto sia ormai scoperto il gioco di Renzi, basta pensare che anche un premier debolissimo come Conte si toglie la soddisfazione di andare a vedere il bluff: «Sono abituato a lavorare», sottolinea il premier ciuffato, «ma non sono spocchioso o arrogante. Ci sono delle istanze molto critiche, dobbiamo capire cosa nascondono, quali obiettivi. Serve trasparenza». Cosa nascondono? Non ci vuole una cartomante per capirlo: Renzi vuole un ministro in più, secondo indiscrezioni attendibilissime e trasversali, e il candidato a entrare nel governo è Ettore Rosato, il quale, tanto per tenersi in allenamento in vista dei consigli dei Ministri, insulta Conte dandogli dell'incapace: «Abbiamo perso mesi», dice Rosato ad Agorà, su Rai Tre, «per l'incapacità del presidente del Consiglio a lavorare con le forze politiche che lo stavano sostenendo. Va ripreso tutto e va fatto rapidamente».In ogni caso, tutta questa sceneggiata si concluderà con uno dei riti più stantii della partitocrazia italiana: la verifica di governo, il momento in cui si ridiscute la distribuzione di quella che una volta si chiamavano «visibilità», ovvero incarichi e poltrone. Conte la annuncia: «Nei prossimi giorni», argomenta il premier, «nelle prossime settimane, ci confronteremo con le singole forze politiche e poi collettivamente. C'è già una collegialità tra noi, evidentemente non basta. Ogni progetto verrà approvato in parlamento e ci confronteremo con tutte le forze sociali e con l'opposizione. Il Paese merita risposte. Io ho la piena responsabilità e consapevolezza di questo incarico», aggiunge Conte, «andrò avanti se ci sarà la fiducia di ogni forza di maggioranza e di tutte le forze complessivamente». L'ex avvocato del popolo apre anche all'opposizione: «Il senatore Salvini», racconta Conte, «mi ha inviato un messaggio, mi ha chiesto disponibilità al confronto. Io gli ho risposto che il tavolo con le opposizioni resta aperto. Ci confronteremo con la Lega e con le altre opposizioni che lo vorranno».«A proposito di fondi europei», spiega il leader del centrodestra, Matteo Salvini, «il gruppo della Lega ci sta lavorando. La Francia ha presentato un piano con centinaia di pagine per il rilancio del loro Paese, noi abbiamo a disposizione tre paginette. Ho scritto quindi a Conte, che mi ha educatamente risposto, dicendogli che sono pronto a confrontarmi portando proposte, idee sulla scuola, sulle imprese, sull'ambiente, sulle grandi opere, perché tutto il resto d'Europa sta correndo mentre in Italia siamo fermi ai litigi del governo. Conto», prosegue Salvini, «di avere un colloquio con Conte già la settimana prossima». Il leader del centrodestra lancia un messaggio tranquillizzante a quei parlamentari che evitano di far cadere il governo per paura di elezioni anticipate: «Noi siamo per dare una mano agli italiani», scandisce Salvini, «sempre e comunque. Accompagnare il Paese a nuove elezioni con un governo serio? Noi ci siamo». Torna dunque in pista il tema del governo di unità nazionale. Forza Italia ci starebbe, Fratelli d'Italia no. Ma questa è un'altra storia, ancora tutta da scrivere. Se ne parlerà se e quando Renzi passerà dalle parole ai fatti, o meglio al Papeete.
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