2024-02-15
Renzi appende la penna al chiodo. Lascia la direzione del «Riformista»
Italia viva conferma la scelta: «Si dedicherà esclusivamente alle elezioni europee».Dal primo di marzo Matteo Renzi non sarà più il direttore editoriale del Riformista. La notizia circolava negli ambienti parlamentari da settimane, ma ieri è stata ufficializzata dal direttore responsabile, Andrea Ruggieri, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. Dopo meno di 11 mesi, quindi, si conclude l’esperienza giornalista dell’ex presidente del Consiglio alla guida del giornale che fu ideato e fondato nel 2002 da Claudio Velardi, ex consigliere politico di Massimo D’Alema e dall’attuale vicedirettore del Corriere della sera, Antonio Polito. A quanto risulta alla Verità, le dimissioni di Renzi sarebbero state volute anche dell’editore Alfredo Romeo che aveva chiesto al senatore di Italia viva di decidere in fretta sul suo futuro politico, in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno.Non a caso, dopo le indiscrezioni di ieri pomeriggio, è stato il partito renziano a far uscire una nota dove si spiega, appunto, che Renzi lascerà la direzione del giornale per dedicarsi «alla campagna elettorale. La decisione era stata comunicata all’editore, al fine di potersi dedicare alla campagna per le elezioni europee che lo vedranno candidato in tutte le circoscrizioni». Del resto, a quanto trapela da fonti parlamentari, il giornale avrebbe bisogno di un vero «direttore», non solo di un politico. Renzi in questi anni è stato più impegnato all’estero con i suoi incarichi da consulente e conferenziere soprattutto nei Paesi del Golfo persico. Un girovagare all’estero - anche a Miami, Bahamas e Bangkok - che gli ha permesso di avere anche la dichiarazione dei redditi più ricca tra tutti i parlamentari italiani. L’ex premier spicca nel 2023 con un reddito complessivo di 3,2 milioni di euro, persino più alto dell’avvocato Giulia Bongiorno. Dirigere un quotidiano e stare spesso all’estero non sono situazioni che collimano. Per questo motivo al Riformista arriverà Alessandro Barbano, ex direttore de Il Mattino di Napoli, che in passato aveva a occupato ruoli di rilievo anche a Il Messaggero di Roma. Barbano è anche editorialista di Huffington Post e Il Foglio. Lo stesso Ruggieri potrebbe lasciare a maggio, data di scadenza del suo contratto.Dopo una lunga crisi economica culminata in una chiusura nel 2012, Il Riformista era tornato in edicola nel 2019 grazie all’imprenditore Romeo. Nell’aprile dello scorso anno c’era stato un cambio alla direzione, passata da Piero Sansonetti (ora a L’Unità) al senatore Renzi. Allo stesso tempo era diventato direttore responsabile della testata anche Ruggieri, ex parlamentare di Forza Italia. Il Riformista non è rilevato dai rapporti Ads - Accertamenti diffusione stampa. Quindi non si sa quante sono le copie vendute. Lo scorso anno Renzi ci aveva messo la faccia, andando spesso in televisione a fare pubblicità alla nuova avventura editoriale. Eppure, neanche in quell’occasione, la testata era stata registrata. Il rilancio, evidentemente, non c’è stato. E nelle ultime settimane Il Riformista aveva fatto notizia perché Renzi era stato beccato a chiedere la pubblicità per il giornale con una mail con carta intestata del Senato. Scelta, quest’ultima, che era stata comunque difesa dal senatore di Rignano. Lo scorso anno, in una conferenza stampa, aveva annunciato trionfalmente: «Io non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il mio lavoro da parlamentare di opposizione, a intervenire in Aula, a fare esattamente quello che stavo facendo, ma ci metto sopra il carico di un’esperienza, tentando di fare un’operazione che serve al Paese».Alla fine, l’unica cosa fatta sono stati soprattutto i viaggi all’estero.
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