2020-04-29
I complici del Ducetto
Matteo Renzi e Nicola Zingaretti (Ansa)
La presidente della Consulta contro le forzature istituzionali di Conte. Matteo Renzi lo accusa senza mezzi termini di calpestare la Costituzione: «Non può mettere il naso nella vita della gente». Nicola Zingaretti si smarca dai suoi decreti, considerati sbagliati per le sorti del Paese. Domanda: visto che il premier si regge grazie ai vostri voti, se davvero la democrazia è in pericolo che cosa aspettate a buttarlo giù?Fino a qualche giorno fa ero convinto che l'opposizione al governo di Giuseppe Conte la facessero la Lega e Fratelli d'Italia, con Forza Italia incerta sul da farsi riguardo al Mes e altro ancora. Tuttavia, aprendo i giornali ieri ho avuto una sorpresa. Repubblica infatti ospitava un'intervista al leader di Italia viva in cui Matteo Renzi definiva l'ultimo decreto del presidente del Consiglio - letteralmente - «uno scandalo costituzionale». L'ex premier, al telefono con la collega del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, non si è risparmiato: «Ora basta, non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un Dpcm. Il testo è un errore politico, economico e costituzionale». Renzi in poche battute ha fatto a pezzi il decreto, attaccando a testa bassa su tutto. Il divieto di andare a messa? Non va bene. Le autocertificazioni? Non si può mettere il naso nella vita della gente. Le visite a casa solo se si ha un affetto stabile? Il presidente del Consiglio non può decidere chi puoi vedere. Le scuole chiuse? E delle mamme che perdono il lavoro perché i nonni non possono tenere i figli chi si occupa? Intendiamoci, tutte obiezioni serie, che noi stessi abbiamo fatto per primi quando Giuseppe Conte ha annunciato l'ennesima compressione dei diritti individuali. Tuttavia quelle parole in bocca a Matteo Renzi, cioè al leader di un partito che fa parte della maggioranza e appoggia il governo, un po' di stupore me lo hanno suscitato. So che l'ex Rottamatore è un guastafeste per vocazione e aspira a rottamare chiunque purché non sé stesso, ma leggere un'intervista in cui si demolisce un decreto del presidente del Consiglio dei ministri che si appoggia, definendolo uno scandalo costituzionale, è un passaggio in più. Siamo all'accusa di violazione delle regole democratiche; all'esondazione di un potere dello Stato, quello esecutivo, sull'altro, ossia il potere legislativo; alla prevaricazione del governo sul Parlamento, per di più con un presidente del Consiglio mai eletto, rappresentante di non si sa chi, una volta dei 5 stelle ma oggi forse solo di sé stesso. Renzi dice in pratica che siamo all'anticamera di un golpe, la qual cosa, in bocca a Salvini o alla Meloni, starebbe benissimo, ma sta esteticamente un po' meno bene se esce dalle labbra di un signore alla guida di un partito che questo governo lo sostiene.Ieri però a fare opposizione scritta a mezzo stampa non c'era solo l'ex segretario del Pd, ma anche quello attuale. Anche lui azionista importante dell'esecutivo, Nicola Zingaretti tuonava dalle pagine del Corriere contro il decreto di Conte. Ovviamente il governatore del Lazio, essendo meno pirotecnico e anche meno spregiudicato del suo predecessore, nell'intervista ha preferito misurare le parole. Dunque con critiche alla vaselina, Zingaretti spalma tutte le asperità del momento, ma alla fine, un po' di cose le dice, indossando anch'egli i panni dell'opposizione. Aprire i negozi dal primo di giugno? È una data troppo lontana. Conte può fare tutto da solo? Abbiamo condiviso ogni decisione rilevante, ma io avrei coinvolto anche la minoranza. Quel che ha fatto finora il governo per uscire dalla crisi è sufficiente? Serve più coraggio e meno burocrazia. Gli italiani dovranno fare altri sacrifici? Non accetteremo più sacrifici se non capiremo che saranno utili. Bisogna cambiare cavallo, cioè esecutivo? Non sento l'esigenza di un nuovo governo e una nuova maggioranza, semmai di una riflessione su certi paradigmi di sviluppo della nostra società. Tradotto in poche e comprensibili parole, Zingaretti considera insufficienti e forse pure sbagliate le misure messe in campo, non gli piace stare attaccato al carro di Conte e se fosse per lui avrebbe fatto il governissimo. Come dicevamo, il Mazinga del Lazio, il supereroe che al posto del dottor Inferno combatte al massimo contro il degrado dell'Infernetto, non è Renzi e dunque, invece del vetriolo, usa il velluto. Ma si capisce che al fondo la pensa uguale al suo predecessore e rivale. Fosse per lui, con il Dpcm di Conte ci farebbe un cartoccio e lo butterebbe nel cestino. Ma il fratello del commissario Montalbano è un uomo prudente, che pondera le parole meglio dei contratti con cui, con 14 milioni di soldi pubblici, la Regione da lui guidata compra mascherine che non ci sono. Dunque, usando con cautela le frasi, Zinga non manda subito al diavolo Conte, ma diciamo che lo fa capire con quei riferimenti al coraggio e alle date un po' lontane per la riapertura dei negozi. Sì, insomma, a leggere i giornali ieri sembrava proprio che al governo ci fossero solo il presidente del Consiglio e i suoi pretoriani, con tutti gli altri, Italia viva, Pd e pure parte dei 5 stelle all'opposizione. Dulcis in fundo, poi ci è capitato di leggere le dichiarazioni di Marta Cartabia, presidente della Corte costituzionale, la quale, tornata dalla quarantena e registrato lo sfacelo combinato da Conte con i suoi Dpcm, ha semplicemente detto che non «esiste un diritto speciale per le situazioni di emergenza», intendendo che la Costituzione non la si può mettere sotto i tacchi perché c'è il coronavirus, ma va rispettata anche in tempi di allarmi straordinari. Risultato: Renzi dice che Conte ha violato la Costituzione e la Cartabia conferma, mentre Zingaretti ci va più piano, ma di fatto sconfessa l'operato del governo sulle aperture e sulle misure prese. Una domanda a questo punto sorge spontanea: ma se tutti stanno all'opposizione, se tutti prendono le distanze dal governo, perché non lo buttano giù? Perché non ne contestano l'operato in Parlamento? Di più: ma se le decisioni prese sono anticostituzionali, perché ci dobbiamo tenere un avvocato del popolo che non rispetta la Costituzione?
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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