2025-01-05
Renzi dalla casa delle vacanze usa il caso Sala contro Meloni
Cecilia Sala (Getty Images)
L’ex Rottamatore ci scrive (e conferma di aver incitato il governo da Cortina): «Io consultavo l’opposizione». Risposta di Maurizio Belpietro: gli appelli sugli sci sono poco credibili e non aiutano a liberare la nostra connazionale.Caro senatore semplice di Scandicci, non ho mai pensato che lei facesse vacanze a scrocco: con quel che guadagna tenendo conferenze e fornendo consulenze, lautamente pagate da Stati e organizzazioni estere, mi pare il minimo che lei saldi il conto degli alberghi in cui soggiorna. Se ci siamo permessi di citarla a proposito di Cecilia Sala, giornalista ingiustamente trattenuta in Iran, non è dunque per criticare la decisione di concedersi, lei e famiglia, una settimana bianca sulle nevi di Cortina d’Ampezzo. Sappiamo che lei apprezza la perla delle Dolomiti e in generale le perle, intese come location di lusso. La critica semmai era all’appello rivolto al presidente del Consiglio. Con partecipazione per le sorti della reporter detenuta nel carcere di Evin a Teheran, lei ha invitato Giorgia Meloni e gli esponenti politici a interrompere le vacanze per fare il punto sulla situazione di Cecilia. Un appello che però ha lanciato mentre era in partenza per le piste di sci. Intendiamoci: a nessuno è proibito concedersi un periodo di meritato riposo in coincidenza con le feste di fine anno. Però se lei si dice allarmato per ciò che è successo a una giornalista italiana e sprona il governo a riunire tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, per trovare una soluzione che consenta di riportare a casa la cronista, poi ci si aspetta che lei sia pronto a passare le prossime ore in Parlamento e non in un rifugio alpino. Certo, so bene che ormai la tecnologia consente di fare molte cose, anche conferenze a distanza, guardando negli occhi, grazie alle videochiamate, gli interlocutori. Ma se lei dice: interrompiamo le vacanze, io mi aspetto che poi le interrompa per davvero e non per finta. Il presidente del Consiglio ha ricevuto a Palazzo Chigi la madre di Cecilia Sala, ascoltandone le richieste e comunicandole gli sviluppi del caso. Non mi pare che nessuno dei leader dell’opposizione, che pure paiono essere assai caldi sull’argomento, abbia fatto altrettanto. Oltre a comunicati messi online da località estere o a dichiarazioni diffuse dai social tra una discesa e l’altra, né Elly Schlein, né lei o Giuseppe Conte, ovvero i principali leader dei cosiddetti partiti di sinistra, hanno fatto qualche cosa di concreto per ottenere la liberazione della giornalista del Foglio. Parole tante, fatti nessuno.Non voglio fare polemica, anche perché a me e ai colleghi della Verità preme di più la liberazione di una cronista presa in ostaggio da un regime oscurantista che battibeccare con qualche esponente politico. Però le discese ardite e le risalite nel paradiso dei Vip contrastano un po’ con le dichiarazioni che lei e altri avete rilasciato. Non faccio il moralista né il populista, anche perché in passato criticai il premier che inviò le pattuglie della Guardia di Finanza a fermare i macchinoni lungo i tornanti per Cortina per testimoniare d’essere impegnato contro gli evasori. Però non si può dire che l’ora è grave stando seduti al calduccio accanto al caminetto. Qualche volta anche la forma è sostanza. Lei che da sempre coltiva relazioni internazionali, anche con i regimi più illiberali del mondo, metta da parte gli sci e faccia qualche telefonata. Non era lei il premier che ricevette il leader iraniano con le statue dei musei capitolini coperte da teli per non mettere in imbarazzo con le nudità di un monumento l’illustre ospite? Beh, allora, visto che con Teheran all’epoca si dimostrò così sensibile, scenda dai monti e si dia da fare. Quanto al resto, ovvero alle inchieste che l’hanno riguardata, in particolare il caso Open, non posso dimenticare che il proscioglimento è giunto dopo che il Senato ha bocciato la richiesta di utilizzare ai fini dell’inchiesta le conversazioni via chat, anche se acquisite su telefoni di indagati che non erano eletti in Parlamento e dunque non godevano della riservatezza concessa agli onorevoli, mentre sull’inchiesta che ha riguardato i suoi genitori mi pare che una si sia conclusa, in primo grado, con tre anni e due mesi di condanna. Per quanto riguarda gli attacchi al governo risponderanno, se vorranno, i ministri interessati. Per parte mia mi limito a osservare le spericolate allusioni da lei fatte a proposito della casa del premier. Parlare di casa, essendo il leader politico che dopo aver pianto miseria in tv riuscì a comprare una villa da più di un milione grazie al provvidenziale prestito di una persona amica surrogato poi da un contratto da presentatore tv, mostra la sua straordinaria capacità di trasfigurare la realtà.Ma come le ho scritto, a me importa poco di fare polemica con lei. Mi interessa di più portare a casa una giornalista che ha il solo torto di essere italiana, in un momento in cui a Teheran l’Italia non è popolarissima. Vorrei evitare che per la sua liberazione ci vogliano cinque anni, come nel caso dei marò. E se per ottenere il rientro di Cecilia Sala serve anche una riunione del Copasir, insisto a non capire perché i rappresentanti dell’opposizione non si presentino. Va bene che ci sono le vacanze, ma se davvero si vuole aiutare la vittima di un regime illiberale si può rinunciare a qualche pista. O no?
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)
L'ad di Eni Claudio Descalzi (Ansa)