2020-10-21
«Rendiconti truccati sui servizi ai Comuni». L’ex controllata Anci sotto indagine a Roma
Ancitel avrebbe lucrato su quattro convenzioni con gli enti locali. La Sicilia fermò i pagamenti, poi sbloccati grazie al dem Enzo Bianco.Pur essendo una società in liquidazione dal settembre del 2019, per Ancitel Spa non sarà facile tagliare i ponti con il passato. Anche perché sulla controllata dell'Associazione Comuni italiani pende un'indagine della Procura della Repubblica di Roma. Sotto inchiesta è finito il principale braccio operativo della rete dei Comuni del Paese. Nel fascicolo in mano al sostituto Claudia Terracina si ipotizzano i reati di falso in bilancio, truffa semplice e aggravata ai danni dello Stato; inoltre al momento sono stati notificati almeno tre avvisi di garanzia. «Dalla sua fondazione, Ancitel (1985 ndr)», si legge nel sito dell'azienda, «progetta e fornisce servizi e soluzioni agli enti locali per incrementare la loro efficienza operativa e per adeguare le procedure e gli strumenti alle norme e ai contesti organizzativi in costante evoluzione». E ancora: «Ancitel da sempre utilizza le tecnologie digitali per fornire ai Comuni servizi per conoscere, comprendere e orientare le scelte, per ottimizzare la gestione del territorio e dei rapporti, con cittadini, imprese e professionisti […]». Però nella prassi come operava Ancitel Spa? Alla base del suo giro d'affari, che si aggirava tra i 18 e i 20 milioni di euro annui, nella maggior parte dei casi c'erano delle convenzioni siglate dalle pubbliche amministrazioni locali e centrali con la controllante Anci. Quest'ultima a sua volta per il coordinamento delle attività si avvaleva delle competenze «specialistiche, territoriali e funzionali» di Ancitel, che diveniva nei fatti soggetto attuatore. E, circostanza più rilevante, incassava il denaro pattuito in precedenza dai due enti. Tra i progetti finiti sotto la lente d'ingrandimento del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza se ne segnalano quattro. Si tratta di Cs Aware, Seveso e altri due contratti stipulati con la Sicilia. Il primo è un piano cofinanziato con i fondi europei; gli altri tre, invece, sono frutto di un accordo - da oltre otto milioni di euro, Iva esclusa - tra Anci e Regione siciliana. Parte principale del progetto, l'aggiornamento delle mappe di sicurezza all'interno degli impianti industriali, che potrebbero scatenare un incidente rilevante, a causa delle sostanze pericolose presenti negli stabilimenti, situati nelle province di Caltanissetta, Messina e Siracusa.Con quali modalità venivano ricevuti i fondi previsti? Per ogni incarico tutti i dipendenti che vi hanno partecipato dovevano attestare su un foglio le giornate effettivamente lavorate; il documento poi veniva controfirmato dai vari responsabili di progetto e direzione; infine, allegato alle fatture da inviare alle pubbliche amministrazioni coinvolte. Il meccanismo viene spiegato al personale di Ancitel Spa dall'ex ad Franco Minucci durante una riunione del novembre 2017. «Come si fa a far arrivare questi 500.000 euro? […] Questi sono, come voi sapete meglio di me, progetti che vanno a rendicontazione. Un termine che io penso di non imparare mai. Vengo da un altro mondo dove ti offro un servizio, un prodotto che costa tot. Ci metto il mio mark up (margine di guadagno, ndr) che serve a gestire una serie di cose, faccio le fatture e finisce così…», specifica nel suo discorso Minucci, «invece nei confronti della pubblica amministrazione la parola “guadagno" fa orrore, non si può pronunciare. E allora si deve rendicontare. Si rendicontano sostanzialmente le spese vive, dove poi si aggira il problema, per cui le spese vive sono la giornata uomo. Se invece di metterci tre giorni, io te ne fatturo otto… […] Una presa in giro all'italiana che va bene così». Proprio su questi presunti rapporti falsi si sta concentrando l'attività investigativa e per tale motivo le indagini sono state estese a tutti quei contratti (stipulati anche con altre pubbliche amministrazioni) che prevedevano la stessa modalità di fatturazione e pagamento. Ci dice un'autorevole fonte: «Ci sono società e persone che nel corso degli anni avrebbero intascato fra il 10 e il 15% del valore di ciascuna convenzione per non fare nulla». Nell'assemblea dei soci del 12 settembre 2019 Ancitel Spa è stata messa in liquidazione. Inoltre è stato stabilito che la società non potrà più acquisire nuovi contratti e commesse, e si limiterà a concludere gli impegni assunti in precedenza. Nella lettera di licenziamento collettivo degli 88 dipendenti, il liquidatore unico Gioacchino Cuntrò (tesoriere del Pd di Torino, vicino al deputato Piero Fassino) illustra la dinamica negativa dei ricavi nel periodo tra il 2011 e il 2018. Le perdite più consistenti si registrano nel 2013 e nel 2018, con una variazione nei confronti dell'anno precedente, rispettivamente, del 49 e dell'86%. Se i ricavi di sette anni fa erano pari 7,9 milioni, quelli del 2018 ammontano a poco più di 296.000 euro. «Le motivazioni del calo dei ricavi», scrive nella missiva il liquidatore Cuntrò, «sono afferenti ad una generica diminuzione delle attività progettuali assegnate alla controllante Anci, soprattutto per la parte commerciale, più legata alle attività svolte in collaborazione con Ancitel». Per approfondire la situazione abbiamo cercato i bilanci della società, ma sul sito ne sono consultabili soltanto quattro. Eppure, dalle poche note integrative disponibili emerge che l'incagliamento dei crediti, soprattutto nel progetto Seveso, ha rappresentato un grave problema. Perché nel biennio 2012-2013 Regione Sicilia aveva già sospeso una prima volta, in regime di autotutela, lavori e pagamenti. La situazione si era sbloccata solo nell'estate 2017, e secondo i bene informati un contributo alla vicenda l'avrebbe dato l'uomo forte di Anci, l'ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, condannato in primo grado dalla Corte dei conti «per aver contribuito al dissesto finanziario» della città alle pendici dell'Etna. Nonostante gli interessamenti e una falsa ripartenza dei progetti, gli uffici della ragioneria generale della Regione Sicilia hanno bloccato di nuovo i pagamenti. E proprio a Bianco sarebbe legato l'ex ad di Ancitel Minucci, oggi «promosso» amministratore unico della società in house, neo costituita dall'Anci, AnciDigitale Spa e che ha «ereditato» tutto ciò che era ancora produttivo dalla vecchia Ancitel; oltre al fatto che da ora in avanti potrà ricevere contratti pubblici dall'Anci o da altre pubbliche amministrazioni. Intanto a Roma l'indagine prosegue.
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