2025-01-10
La scelta sull’ora di religione a scuola fa differenza per ben più di 60 minuti
Aderire o meno alla proposta formativa cattolica è una decisione che le famiglie devono prendere durante l’orientamento. Non si tratta solo di decidere di partecipare alla lezione: cambia il percorso dello studente.Di Michela Cinquilli, avvocato canonista e docente Irc Per la scelta della scuola superiore non è più tempo di affidarsi al passaparola. Anche quest’anno il ministero ha concesso più tempo, per consentire scelte più ponderate alle famiglie, prorogando al 10 febbraio l’inoltro della domanda sulla piattaforma online Unica. In particolare, la scelta della scuola superiore rappresenta ancora oggi uno dei momenti più importanti nella vita di un giovane, in quanto la poliedricità degli indirizzi offerti in campo educativo spaziano in un ventaglio di offerte che rendono ancora più complessa la decisione finale. In questo mare magnum di offerta educativa è proprio l’orientamento, il passaggio fondamentale per compiere la scelta, anche se il cammino non è mai semplice tra desideri personali, pressioni familiari, aspettative sociali e l’incertezza sul futuro. Se da un lato ascoltiamo l’appello del Papa dinanzi ad una «catastrofe educativa» per causa di guerre, migrazioni e povertà, dall’altra parte si assiste ad una vera e propria indifferenza dinanzi alla scelta se avvalersi o non avvalersi della religione cattolica, proprio in forza dell’accordo di revisione del Concordato del 1984 e la successiva legge di ratifica del 1985 che ha portato l’insegnamento della religione cattolica ad essere oggi una disciplina scolastica aperta, aggiornata dal punto di vista pedagogico e didattico, per il tramite della complessa e attenta formazione dei suoi docenti, rivolta ai bisogni educativi delle persone e condotta nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ognuno. Un valido momento di studio e di dialogo. Proprio in forza della laicità dello stato sarebbe opportuno, nella libertà di scelta, far conoscere adeguatamente proprio in sede di orientamento la complessa normativa che riguarda la scelta di avvalersi o di non avvalersi della religione cattolica, proprio perché anch’essa rappresenta un campo di scelta da valorizzare nel caricamento della piattaforma Unica, rendendo così pienamente consapevoli genitori ed alunni sulla strada da percorrere. Infatti, dalla scelta operata tra una «avvalenza» o una «non avvalenza», ne deriverà un’altra possibile strada da percorrere, ossia dall’inizio del nuovo anno scolastico, la scuola provvederà per il tramite del referente scolastico a reperire il modello per la scelta della materia alternativa o dello studio assistito, o dell’uscita da scuola salvo i regolamenti scolastici. È bene sapere che l’insegnamento della religione cattolica si costruisce intorno a questi principi fondamentali: viene garantito dalla scuola, con una dignità formativa e culturale analoga a quella delle altre discipline, attraverso un duplice riconoscimento quello della cultura religiosa come strumento per comprendere la realtà e quale risposta rilevante al bisogno di significato che ciascuno ha in sé e quello della rilevanza dei principi del cattolicesimo come parte del patrimonio storico del popolo italiano e viene svolto in conformità alla dottrina della Chiesa, presentando in maniera coerente la cultura del cattolicesimo come sistema significativo di interpretazione della realtà, che ha molteplici connessioni ed effetti sulla storia e sull’attualità dei fenomeni culturali generali. Tutte queste argomentazioni sono peraltro parte integrante di discipline scolastiche specifiche nel curriculum dello studente, mi riferisco a Storia, Storia dell’Arte e Italiano, materie con le quali vige una elevata interdisciplinarità finalizzata alla formazione integrale dell’essere umano. Infatti l’insegnamento della religione è offerto a tutti perché è rispondente alle finalità della scuola, proponendosi come attività integrata nel complesso dell’esperienza didattica. Con esso, come per ogni disciplina, ci si propone l’acquisizione di conoscenze specifiche, la trasmissione di informazioni corrette e pertinenti, una competenza culturale organica nel rispetto dello spirito critico, delle convinzioni e della libertà dello studente. Il carattere di non obbligatorietà dell’insegnamento della religione cattolica, è proprio nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori. L’Irc, nell’attuale contesto multiculturale, mediante la propria proposta, promuove tra gli studenti la partecipazione ad un dialogo autentico e costruttivo, educando all’esercizio della libertà in una prospettiva di giustizia e di pace. Prendendo quindi spunto dalle parole di papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della gioventù, che rivolgendosi ai giovani li chiamò «pellegrini del sapere», rivolse loro specifiche domande che sono le stesse che mi permetto di rivolgere ai lettori all’atto della scelta sulla avvalenza di religione per il prossimo anno scolastico: cosa volete vedere realizzato nella vostra vita e nel mondo? Quali cambiamenti, quali trasformazioni? E in che modo l’esperienza che fate a scuola può contribuirvi? Cercate e rischiate! Abbiate il coraggio di sostituire le paure con i sogni! Noi abbiamo fiducia in voi. Possa l’Irc, con il contributo di tutti, sostenere le vostre famiglie nel compito educativo e accompagnare ciascuno di voi nell’avventura della scuola e della vita. Infatti grazie alla visione unitaria della conoscenza, alla consapevolezza delle interconnessioni delle discipline, anche «l’ora di religione» può essere la chiave di volta della complessità del reale. Saper ascoltare, valutare criticamente le argomentazioni altrui, ragionare con logicità, individuare possibili soluzioni ed essere in grado di individuare le possibili soluzioni, trasformando le criticità in opportunità di crescita umana, tra stimoli e sfide di una complessità umana, sempre con un occhio attento alla inclusione, alla giustizia sociale e alla innovazione didattica, questa è l’ora di religione oggi. Buona scelta a tutti.
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