2024-05-23
Con il modello redditometro ci sono più paletti per il Fisco. Ma resta l’onere della prova
L’obiettivo era mettere limiti alle verifiche sintetiche. E incrociare tutte le informazioni ricavabili dalla fattura elettronica. Diritto al doppio contraddittorio per i contribuenti.Un nuovo redditometro per schedare i contribuenti. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale sul redditometro aveva causato non pochi malumori nella maggioranza, visto che lo strumento che fino ad ora si conosceva non brillava di certo per il suo monitoraggio, che risultava essere grezzo e molto spesso poco attinente ai reali stili di vita dei contribuenti che finivano sotto il suo occhio indagatore. Il nuovo redditometro si può dire che risulta essere più consapevole e strutturato in una maniera più precisa, ma in attesa di ulteriori approfondimenti è stato sospeso dopo un confronto tra la presidente Giorgia Meloni e il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. Il suo predecessore era stato sospeso nel 2018 quando il governo Conte 1 ha abolito la misura del governo Renzi, e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell’accertamento e nel rispetto della privacy dei contribuenti. Da questo punto di vista il nuovo redditometro ha messo nero su bianco come devono prevalere le informazioni rispetto ai vari calcoli fatti dall’Agenzia delle entrate: «In ogni caso l’ammontare delle spese risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria o acquisite in sede di contraddittorio con il contribuente si considera sempre prevalente rispetto a quello calcolato induttivamente sulla base degli elementi di capacità contributiva indicati nella tabella A o sulla base delle spese desunte da studi e analisi socio-economiche di settore», si legge dal testo del decreto fiscale. Questo è sicuramente un punto importante visto che da quando sono ripresi gli accertamenti sintetici, che con il Covid erano stati sospesi, mancando un testo di riferimento i controlli che venivano fatti non avevano limiti da rispettare. Il decreto bloccato ieri metteva invece dei paletti, anche se molto ampi, entro cui il fisco può muoversi. Altra novità è la creazione di undici diverse tipologie di nuclei familiari (esempio: persona sola con meno di 35 anni, coppie senza figli, coppie senza figli con 65 anni o più), suddivisi in base a cinque macro aree geografiche (Nord- Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole), con l’obiettivo di stimare la capacità contributiva di riferimento. Tra le voci tra cui il fisco può sbirciare ci sono le spese, per esempio, relative alle scarpe comprate, le visite mediche, le vacanze, i pasti fuori casa, le spese per i vari trasferimenti, l’acqua del condominio e il mutuo. A queste si devono aggiungere anche tutte le informazioni derivanti dalla fattura elettronica. Dati che in passato non era possibile usare (l’Agenzia delle entrate poteva consultare solo quelli relativi alle competenze fiscali), visto che figurano anche informazioni delicate e che con le questioni fiscali poco hanno attinenza. L’inserimento di queste voci è però stato permesso dopo un confronto con il Garante della Privacy e il suo relativo consenso. Altra novità è l’Istat. Ci possono infatti essere delle voci di spesa per cui diventa difficile avere un dato preciso. In questo caso si useranno i dati Istat: «Determinata considerando una spesa minima presunta, ricavata dall’indagine annuale dell’Istat sulle spese delle famiglie, o tramite analisi e studi socio-economici applicati al dato certo relativo al possesso o all’utilizzo di un bene o servizio», si leggeva ancora nel testo del decreto. Ovviamente l’Agenzia delle entrate ha poi la facoltà di usare «altresì elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella tabella A, qualora siano disponibili dati relativi ad altri voci di spesa sostenuti dai contribuenti». Nel caso in cui si finisse nella rete del fisco il contribuente, grazie anche alle nuove regole sul contraddittorio preventivo, ha a disposizione il doppio contraddittorio con l’Agenzia delle entrate. Novità che tutela il contribuente sicuramente, rispetto alle versioni passate. Il testo precisa inoltre che avrà la facoltà di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta studiato, oppure che si tratta di redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, o comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile. Il contribuente può poi anche dimostrare che l’ammontare delle spese, che gli sono state imputate dall’Agenzia delle entrate, hanno un diverso importo o che la quota del risparmio utilizzata, per consumi e investimenti, si è formata nel corso di anni precedenti. Per quanto riguarda poi l’entrata in vigore della misura il testo faceva sapere che «si rendono applicabili alla determinazione sintetica dei redditi e dei maggiori redditi relativi agli anni d’imposta a decorrere dal 2016». Da ricordare poi che il redditometro scatta solo quando si verifica uno scollamento rilevante tra quanto dichiarato e il programma del Fisco.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
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