2021-11-03
Reddito di cittadinanza a rischio. Chi non ha il lasciapassare lo perde
Nota del ministero del Lavoro. Giuseppe Conte chiede di incontrare Mario Draghi per discuterne.Niente green pass, niente reddito di cittadinanza. Ora il governo, pur di stringere il cerchio attorno a chi non si è vaccinato o non è in possesso del lasciapassare, comincia ad andare contro lo spirito di alcuni provvedimenti-bandiera della sua composita maggioranza. Nella fattispecie, secondo quanto riportato da Italia Oggi, una nota del ministero del Lavoro fa sapere che chi non si doterà al più presto della certificazione non potrà più contare sul sussidio per antonomasia.La ratio del meccanismo, spiega il ministero nella stessa nota, è che, dovendo i beneficiari del reddito di cittadinanza obbligatoriamente partecipare ai cosiddetti «progetti utili alla collettività» nel Comune di residenza, e trattandosi di incontri (della durata di almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16) accessibili solo con il pass, chi non avrà quest'ultimo sarà considerato «assente ingiustificato» e di conseguenza perderà il diritto al reddito.È un'ulteriore passo di quell'escalation avviata dall'esecutivo con i primi provvedimenti per l'obbligo del green pass, culminata con l'estensione a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato, che ha scatenato la vigorosa protesta delle categorie più penalizzate dalle nuove norme come ad esempio i portuali, ma anche di migliaia di semplici cittadini. La differenza, però, è che in questo caso c'è di mezzo la legge con cui una delle forze del blocco giallorosso e più intransigente rispetto all'obbligo del green pass si identifica: stiamo parlando ovviamente di M5s, da giorni sulle barricate per difendere il reddito di cittadinanza dalle innumerevoli richieste di abrogazione o di revisione che stanno arrivando dal centrodestra unito, dai riformisti del centrosinistra (Italia viva ha addirittura lanciato una raccolta di firme per abolirlo) e dagli imprenditori, in concomitanza della presentazione della legge di bilancio. Nelle ultime settimane, di fronte all'ipotesi che il sussidio da loro fortemente voluto potesse cadere, i grillini hanno fatto fronte comune, a dispetto delle divisioni scaturite dalle vicende interne, rivendicandone il carattere universale. Bisognerà ora vedere, di fronte a questa novità, quale sarà nelle loro valutazioni l'aspetto che prevarrà sull'altro: se l'universalità della misura a sostegno del reddito o l'universalità dell'obbligo del green pass. Anche ieri, stando a quanto filtrato da ambienti pentastellati, Giuseppe Conte avrebbe ribadito al suo «cerchio magico» la volontà di un confronto diretto con il premier Mario Draghi sulla questione del rifinanziamento del reddito di cittadinanza e sui requisiti per l'erogazione, che potrebbero essere corretti nel corso dell'iter parlamentare della manovra. Tornando alla nota del ministero del Lavoro, in essa si specifica che non essendo i beneficiari di Rdc tra le categorie di lavoratori che possono contare sulla norma di salvaguardia del posto di lavoro, alla prima assenza ingiustificata ai progetti utili alla collettività scatta la decadenza del reddito. Tanto che la stessa nota, irritualmente, suggerisce una sorta di escamotage per non perdere per sempre il diritto al sussidio: rinunciare preventivamente al reddito, ripresentando domanda o una volta ottenuto il green pass oppure, nel caso in cui non ci si voglia vaccinare, a gennaio prossimo, dopo la scadenza delle attuali norme sull'obbligo fissata dall'ultimo decreto. Questa seconda ipotesi, però, appare poco realistica, se è vero che all'orizzonte starebbe maturando l'ennesima proroga dello stato d'emergenza fino a marzo 2022, mentre l'obbligo del green pass sembra destinato ad accompagnare gli italiani fino a giugno del prossimo anno. Secondo l'attuale normativa, devono passare almeno 18 mesi dalla rinuncia al reddito di cittadinanza prima di poter presentare una nuova richiesta.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)