“La preghiera per noi è di avere la forza di ricostruire quanto distrutto nei villaggi e nelle case e poter curare le ferite del corpo e dell'anima. Poter sostituire a quelle immagini del 7 ottobre quelle di una danza spensierata di giovani, di un letto caldo e sicuro per i nostri piccini e anziani, di un orto che di nuovo promette frutti. Speranza che siano liberati tutti i 101 ostaggi, che si ripristini la sicurezza e si rafforzi la fiducia nell'altro. Sarebbe già questa una pace”, ha affermato il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. “I cortei pro-Hamas e Hezbollah sono partiti da alcune università, che da templi della cultura si sono trasformate in luoghi di pregiudizio antisemita. E il boicottaggio culturale contro Israele ha alimentato quello commerciale ed economico”, ha dichiarato, dal canto suo, il capo della Comunità ebraica romana, Victor Faldun.
“Israele non voleva questa guerra, né l'ha iniziata. Ma come ogni Paese o essere umano, Israele ha il diritto di difendersi. Nessun Paese civile al mondo potrebbe accettare o tollerare tutto questo”, ha affermato invece l’ambasciatore designato di Israele a Roma, Jonathan Peled, per poi aggiungere: “Questa non è solo la guerra di Israele, ma una guerra tra barbarie e moralità, tra coloro che non condividono nessuno dei nostri valori o il rispetto per la vita umana, e coloro che santificano la vita e cercano dialogo e coesistenza”. “Non possiamo permetterci di perdere questa guerra, ed è per questo che la vinceremo. C'è in ballo qualcosa di molto più importante dell'approvazione altrui. La nostra stessa esistenza”, ha proseguito, per poi mettere in guardia dalla possibilità che l’Iran entri in possesso dell’arma atomica. L’ambasciatore ha inoltre ringraziato l’Italia per il suo sostegno. “Israele è fortunato ad avere con l'Italia un buon amico in Europa e nel mondo. L'Italia non ha mai fatto mancare la sua piena solidarietà e il sostegno al diritto di Israele alla autodifesa. Non è una cosa che diamo per scontata, e confidiamo che questo sostegno non venga meno”, ha detto. Particolarmente toccante è stata inoltre la testimonianza di Ella Mor, la zia di Abigail Idan: la bambina di quattro anni che, rapita da Hamas il 7 ottobre dell’anno scorso, è stata tenuta prigioniera per 50 giorni.
Anche Giorgia Meloni, che è stata presente alla commemorazione in sinagoga, ha emesso un comunicato dedicato all’anniversario del massacro. “Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato”, ha affermato l’inquilina di Palazzo Chigi, per poi aggiungere: “In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario”. “Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte: prima del cinismo di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e poi delle operazioni militari israeliane”, ha proseguito il presidente del Consiglio, invocando una de-escalation. “L’Italia, anche in qualità di presidente di turno del G7, continuerà ad impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine israelo-libanese”, ha continuato la Meloni.
Dimmi La Verità | ospite il vicedirettore Claudio Antonelli
Ecco #DimmiLaVerità del 7 ottobre 2024. Ospite il vicedirettore Claudio Antonelli. L'argomento del giorno è: "7 ottobre un anno dopo, come è cambiato il mondo e la vergogna delle manifestazioni pro Hamas ".
A Dimmi La Verità il nostro vicedirettore Claudio Antonelli. Argomento: 7 ottobre un anno dopo, come è cambiato il mondo e la vergogna delle manifestazioni pro Hamas