2023-08-10
Il prossimo dribbling della Rapinoe: schierarsi in politica con i dem
Megan Rapinoe e Joe Biden (Getty Images)
L’errore dal dischetto ha eliminato gli Usa (con insulti di Trump). Ora Megan Rapinoe può continuare a «odiare» il Gop candidandosi.È un vero e proprio caso politico quello scoppiato a seguito della recente eliminazione della Nazionale di calcio femminile americana dai Mondiali: un’eliminazione avvenuta anche a causa di un rigore sbagliato dalla nota calciatrice Megan Rapinoe, la quale - dopo l’errore - si è messa a ridere, attirandosi critiche in patria. La diretta interessata ha provato a giustificarsi, dicendo che quella risata era in realtà dovuta alla frustrazione per aver sbagliato: una versione che non ha tuttavia placato le polemiche.«La sconfitta scioccante e totalmente inaspettata della squadra di calcio femminile degli Usa contro la Svezia è pienamente emblematica di ciò che sta accadendo alla nostra nazione un tempo grande sotto il corrotto Joe Biden», ha tuonato Donald Trump. «Molti dei nostri giocatori erano apertamente ostili all’America: nessun altro Paese si è comportato in questo modo, o ci si è addirittura avvicinato. Il woke equivale al fallimento. Bel colpo Megan, gli Usa stanno andando all’inferno!», ha proseguito l’ex presidente, rivolgendosi direttamente alla calciatrice.Anche diversi commentatori del mondo conservatore si sono espressi duramente sulla Rapinoe. Un atteggiamento, questo, che, a prima vista, potrebbe sembrare ingiusto o esagerato. In fin dei conti, è umano e comprensibile che un calciatore possa sbagliare un rigore. Il punto, però, è un altro: non è tecnico-sportivo, ma politico. Eh sì, perché quando parliamo di Megan Rapinoe, ci riferiamo a un’atleta che si è distinta per un attivismo politico accentuato e divisivo. Un attivismo che, a ben vedere, con lo sport c’entra molto poco. Nel 2016, la calciatrice è diventata la prima atleta americana bianca a inginocchiarsi durante l’inno nazionale: un’azione che, all’epoca, giustificò come segno di solidarietà nei confronti del giocatore di football, Colin Kaepernick, che protestava contro l’oppressione razziale. L’anno scorso, la Rapinoe criticò la Corte suprema, definendola «radicale», per aver ribaltato Roe v Wade. Attivista Lgbt, la calciatrice si è anche espressa a favore della partecipazione degli atleti transgender negli sport femminili. «Mostrami le prove che le donne trans prendono le borse di studio di tutti, dominano in ogni sport, vincono ogni titolo. Mi dispiace, non sta succedendo. Quindi dobbiamo partire dall’inclusione, punto», disse in un’intervista a Time.Un attivismo progressista che non ha, tuttavia, impedito alla calciatrice di stringere una partnership con Nike: quella stessa Nike che, a luglio, è finita sotto inchiesta da parte del Canadian ombudsperson for responsible enterprise per sospetto ricorso al lavoro forzato degli uiguri nello Xinjiang. E questo, nonostante la compagnia sostenga di non avere più legami con aziende coinvolte nello sfruttamento degli uiguri. Nel luglio 2021, Axios News aveva d’altronde riportato che Nike era stata tra i colossi a effettuare pressioni lobbistiche contro un disegno di legge del Senato americano volto a introdurre restrizioni commerciali allo Xinjiang.Ma la Rapinoe si è fatta coinvolgere in questioni ancor più direttamente politiche. A giugno 2019, quando un giornalista le chiese se sarebbe andata alla Casa Bianca all’epoca guidata da Trump, la diretta interessata rispose: «Non andrò alla fottuta Casa Bianca». Nell’ottobre 2015, dopo che la nazionale aveva vinto i Mondiali di quell’anno, la Rapinoe, insieme alla squadra, si era invece recata alla Casa Bianca per incontrare Barack Obama. Nel 2019, la calciatrice diede il suo endorsement alla senatrice Elizabeth Warren (che all’epoca era candidata alle primarie presidenziali del Partito democratico), salvo schierarsi successivamente con Joe Biden.Non solo. La Rapinoe prese anche parte all’ultima convention nazionale dell’Asinello: convention che avrebbe incoronato ufficialmente lo stesso Biden come candidato presidenziale dem. E proprio l’attuale inquilino della Casa Bianca, l’anno scorso, ha insignito la calciatrice della Medaglia presidenziale della libertà. Inoltre, la Rapinoe, che ha annunciato il proprio ritiro dopo i Mondiali del 2023, ha talvolta lasciato intendere - tra il serio e il faceto - di non escludere una carriera politica. «Mai dire mai», dichiarò a tal proposito nel febbraio 2020, secondo il Mercury News. Guarda caso, già a luglio 2019, la società sondaggistica dem, Public policy polling, realizzò una rilevazione, secondo cui - in un eventuale duello elettorale - la Rapinoe avrebbe battuto Trump con il 42% dei consensi contro il 41% dell’allora presidente.Sia chiaro: la calciatrice è una libera cittadina e può assumere le posizioni pubbliche che vuole. Ci si potrebbe semmai chiedere se sia opportuno che una esponente in carica di una nazionale di calcio si comporti in modo tanto politicizzato e divisivo, definendo la Casa Bianca «fottuta» e la Corte suprema «radicale».Il «vago» sospetto è che la signora abbia utilizzato la carriera sportiva per prepararsi la strada verso una carriera politica. Sarà anche un suo diritto. Ma non siamo esattamente sicuri che Megan Rapinoe si possa considerare un esempio da seguire.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.