2021-04-27
Rama si riprende Tirana e pensa sempre alla Grande Albania
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Sulla base dei risultati ufficiosi delle elezioni parlamentari svoltesi domenica 25 aprile, il premier albanese e leader del partito socialista locale Edi Rama si dichiara vincitore con un grande comizio pubblico convocato per il tardo pomeriggio di martedì nella piazza principale di Tirana.È il suo terzo successo consecutivo dal 2013.Nonostante diverse proiezioni lo dessero in netto svantaggio, Rama potrebbe essersi aggiudicato nuovamente la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari in un'elezione caratterizzata da un'affluenza alle urne inferiore al 50% degli aventi diritto.In campagna elettorale il premier aveva chiesto ai cittadini di poter terminare gli investimenti infrastrutturali interrotti a causa del Covid-19 e la ricostruzione delle abitazioni crollate durante il terremoto del 2019. Con più di 70 eletti su 140 sarebbe libero di realizzare le promesse elettorali senza dover rispondere ad alcuna coalizione.Nonostante gli ambasciatori di Usa e Unione europea si fossero recati domenica sera al centro elettorale di Tirana per chiedere correttezza nel conteggio dei voti, urne vuote, schede scomparse, accuse di brogli e colluttazioni personali tra gli scrutinatori hanno caratterizzato un computo talmente lento da esasperare i cittadini e richiedere più volte l'intervento del capo della commissione elettorale nazionale costretto perfino a comminare delle sanzioni pecuniarie nei confronti dei scrutinatori pur di sveltire la conta dei voti. All'interno di questo scenario balcanicamente opaco, il grande sconfitto risulta essere il leader liberal conservatore del partito democratico Lulzim Basha il quale, convinto della correttezza degli exit poll che lo davano in netto vantaggio, aveva dichiarato la vittoria dell'opposizione a poche ore dalla chiusura dei seggi.La posizione di Basha, che contesta la validità dei risultati, è stata perfino sostenuta nella fase iniziale dello scrutinio dal presidente della Repubblica Ilir Meta, ex socialista e forte oppositore della politica di Rama. All'arrivo dei primi risultati favorevoli ai socialisti, il Presidente albanese si è sentito in dovere di chiedere alla popolazione di non scoraggiarsi fino alla proclamazione ufficiale dei risultati in quanto le prime informazioni sarebbero state solo un mezzo di propaganda per esacerbare gli animi.Le elezioni, come già riferito dalla Verità, non hanno rinfocolato però solo le tensioni sociali interne, esasperate da anni di scandali legati alla corruzione della politica, ma anche quelle geopolitiche regionali. Il premier kosovaro Albin Kurti si è infatti recato, assieme ad un manipolo di sostenitori del suo partito nazionalista di sinistra Autodeterminazione! che detiene la maggioranza assoluta del parlamento di Pristina, a votare in Albania. Una provocazione che ha determinato l'immediata protesta del presidente serbo Aleksander Vucic presso le autorità di Bruxelles. Un Edi Rama nuovamente padrone della maggioranza assoluta del Parlamento quasi certamente sarà portato a rinsaldare la volontà di procedere verso il riavvicinamento politico delle popolazioni albanesi di Kosovo, Macedonia e Albania, progetto tanto spesso accarezzato anche da Kurti e propagandato, da una potentissima diaspora albanese, nei corridoi dei palazzi di Washington.Secondo alcuni politici una Grande Albania sarebbe garanzia di stabilità nei Balcani per la sua capacità di controbilanciare il peso geopolitico della Serbia. Tuttavia, dare forma a una simile entità significherebbe ridisegnare oltre che i confini della Serbia anche quelli di Bosnia Erzegovina e Macedonia, un Paese quest'ultimo nel quale Rama, sostenendone la destrutturazione portata innanzi dal locale premier socialista Zoran Zaev, ha dimostrato negli ultimi anni tutto il suo interesse a essere riconosciuto quale guida spirituale delle aspirazioni albanesi. L'Albania è membro a pieno titolo della Nato e dal 2014 candidata all'Unione europea. Per quanto sconfitti gli oppositori sperano che nel prossimo mandato Edi Rama, sotto il cui governo la corruzione si è talmente espansa da far arretrare il Paese ai livelli della Bosnia Erzegovina e del Kosovo, possa orientarsi verso il perseguimento della lotta alla criminalità organizzata e al funzionamento dello Stato di diritto. Due scelte concrete che impatterebbero positivamente sulla vita della locale popolazione e dell'Europa intera. La paura generale è che rincorrere i sogni centenari della Grande Albania, oltre che a infiammare nuovamente i Balcani, possa dar vita ad un Stato internazionalmente tanto osteggiato da deludere del tutto le aspettative di miglioramento del tenore di vita dei propri cittadini.