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2023-03-28
La Rai celebra i 100 anni dell’Aeronautica Militare con una docufiction
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Il cast del docufilm Rai «I cacciatori del cielo» durante il photocall (Ansa)
La storia di tre vite eccezionali, sullo sfondo la tragedia della Guerra. I Cacciatori del Cielo, docufiction prodotta in collaborazione con Rai Documentari, è stata creata così da poter celebrare il primo Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare. «È un omaggio necessario in questo momento, un momento in cui i conflitti ci ricordano l’importanza di un’istituzione che sia anche a tutela della pace», ha esordito Fabrizio Zappi, a capo di Rai Documentari, presentando il progetto.
Un progetto che, come spesso accade, si è scelto di costruire a mezza via tra verità e finzione. I Cacciatori del Cielo, una sola puntata in onda su RaiUno nella prima serata di mercoledì 29 marzo, ripercorre la nascita dell’Aeronautica Militare attraverso gli occhi di tre uomini, uno dei quali, però, non è mai esistito. Bartolomeo Rocca, il viso di Andrea Bosca, non è un personaggio reale, annoverato fra le pagine della Storia. È un meccanico, nel film della Rai, addetto alla manutenzione dell’aereo di un amico fraterno. È una figura strumentale, cui è stato dato il compito di traghettare lo spettatore con verosimiglianza «nella concretezza delle relazioni». Nel rapporto con Francesco Baracca, l’eroe che l’Italia ha celebrato come «l’asso degli assi».
Baracca, interpretato nello show Rai da Giuseppe Fiorello, non è stato inventato. Eppure, nel guardare il film, si ha l’impressione di essere davanti ad un uomo solo in parte conosciuto. «Baracca non era dell’Aeronautica, perché arrivato prima che questa nascesse. Tuttavia, per noi rappresenta un mito. Ciò che mi ha colpito del docu-film è che vedrete un Baracca differente, non solo pilota, ma animato da rapporti umani. Si è rappresentato un mito, sì, ma anche una persona normale, con dei sentimenti, con una vita», ha provato a spiegare nel corso della conferenza stampa il Generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, tessendo le lodi del film. Un film che – usando anche materiali di repertorio – prova a ricostruire la nascita dell’Aeronautica.
È il campo di Santa Caterina, vicino a Udine, a preparare il terreno alla costituzione dell’Aeronautica. È un uomo, Baracca, che nel corso della Prima Guerra Mondiale è stato ribattezzato «asso degli assi», perché nessuno fra i piloti italiani è mai riuscito ad eguagliare il suo numero di vittorie aeree. Baracca, promosso per merito prima Capitano, poi Maggiore, ha gettato le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare Italiana, avvenuta il 28 marzo 1923. Sette anni più tardi, il 19 giugno 1930, sarebbe morto, abbattuto in volo da un aereo nemico. «La morte di Baracca resta avvolta nel mistero, almeno in parte. C’è chi sostiene si sia suicidato prima di precipitare, dopo essere stato ferito in volo. Abbiamo inserito nella narrazione questo dubbio così da sottolineare cosa fossero disposti a fare questi uomini. Ufficialmente, però, ci risulta Baracca sia morto dopo essere stato abbattuto», ha detto Mario Vitale, regista del film, spiegando come l’intento sia stato quello di caratterizzare da un punto di vista umano i protagonisti della Storia. «Tutto viene raccontato sottolineando l’umanità dei protagonisti. Il racconto non è freddo né meccanico», gli ha fatto eco Zappi.
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I Cacciatori del Cielo, una sola puntata in onda su RaiUno nella prima serata di mercoledì 29 marzo, ripercorre la nascita dell’Aeronautica Militare attraverso gli occhi di tre uomini, uno dei quali, però, non è mai esistito.La storia di tre vite eccezionali, sullo sfondo la tragedia della Guerra. I Cacciatori del Cielo, docufiction prodotta in collaborazione con Rai Documentari, è stata creata così da poter celebrare il primo Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare. «È un omaggio necessario in questo momento, un momento in cui i conflitti ci ricordano l’importanza di un’istituzione che sia anche a tutela della pace», ha esordito Fabrizio Zappi, a capo di Rai Documentari, presentando il progetto.Un progetto che, come spesso accade, si è scelto di costruire a mezza via tra verità e finzione. I Cacciatori del Cielo, una sola puntata in onda su RaiUno nella prima serata di mercoledì 29 marzo, ripercorre la nascita dell’Aeronautica Militare attraverso gli occhi di tre uomini, uno dei quali, però, non è mai esistito. Bartolomeo Rocca, il viso di Andrea Bosca, non è un personaggio reale, annoverato fra le pagine della Storia. È un meccanico, nel film della Rai, addetto alla manutenzione dell’aereo di un amico fraterno. È una figura strumentale, cui è stato dato il compito di traghettare lo spettatore con verosimiglianza «nella concretezza delle relazioni». Nel rapporto con Francesco Baracca, l’eroe che l’Italia ha celebrato come «l’asso degli assi». Baracca, interpretato nello show Rai da Giuseppe Fiorello, non è stato inventato. Eppure, nel guardare il film, si ha l’impressione di essere davanti ad un uomo solo in parte conosciuto. «Baracca non era dell’Aeronautica, perché arrivato prima che questa nascesse. Tuttavia, per noi rappresenta un mito. Ciò che mi ha colpito del docu-film è che vedrete un Baracca differente, non solo pilota, ma animato da rapporti umani. Si è rappresentato un mito, sì, ma anche una persona normale, con dei sentimenti, con una vita», ha provato a spiegare nel corso della conferenza stampa il Generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, tessendo le lodi del film. Un film che – usando anche materiali di repertorio – prova a ricostruire la nascita dell’Aeronautica. È il campo di Santa Caterina, vicino a Udine, a preparare il terreno alla costituzione dell’Aeronautica. È un uomo, Baracca, che nel corso della Prima Guerra Mondiale è stato ribattezzato «asso degli assi», perché nessuno fra i piloti italiani è mai riuscito ad eguagliare il suo numero di vittorie aeree. Baracca, promosso per merito prima Capitano, poi Maggiore, ha gettato le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare Italiana, avvenuta il 28 marzo 1923. Sette anni più tardi, il 19 giugno 1930, sarebbe morto, abbattuto in volo da un aereo nemico. «La morte di Baracca resta avvolta nel mistero, almeno in parte. C’è chi sostiene si sia suicidato prima di precipitare, dopo essere stato ferito in volo. Abbiamo inserito nella narrazione questo dubbio così da sottolineare cosa fossero disposti a fare questi uomini. Ufficialmente, però, ci risulta Baracca sia morto dopo essere stato abbattuto», ha detto Mario Vitale, regista del film, spiegando come l’intento sia stato quello di caratterizzare da un punto di vista umano i protagonisti della Storia. «Tutto viene raccontato sottolineando l’umanità dei protagonisti. Il racconto non è freddo né meccanico», gli ha fatto eco Zappi.
Il meccanismo si applica guardando non a quando è stato pagato il riscatto, ma a quando si maturano i requisiti per l’uscita anticipata: nel 2031 non concorrono 6 mesi tra quelli riscattati; nel 2032 diventano 12; poi 18 nel 2033, 24 nel 2034, fino ad arrivare a 30 mesi nel 2035. La platea indicata è quella del riscatto della «laurea breve», richiamata anche come diplomi universitari della legge 341/1990. La conseguenza pratica è che il riscatto continua a «esistere» come contribuzione accreditata, ma diventa progressivamente molto meno efficace come acceleratore del requisito contributivo. Con una triennale piena (36 mesi) il taglio a regime dal 2035 (30 mesi) lascia, per l’anticipo del diritto, un vantaggio residuo di appena 6 mesi; nel 2031, invece, la sterilizzazione è limitata a 6 mesi e, quindi, restano utilizzabili 30 mesi su 36 per raggiungere prima la soglia. Il punto che rende la stretta economicamente esplosiva è che il costo del riscatto non viene rimodulato. Nel 2025, per il riscatto a costo agevolato, l’Inps indica come base il reddito minimo annuo di 18.555 euro e l’aliquota del 33%, da cui deriva un onere pari a 6.123,15 euro per ogni anno di corso riscattato (per le domande presentate nel 2025).
In altri termini: si continua a pagare secondo i parametri ordinari dell’istituto, ma una fetta crescente di quel «tempo comprato» smette di essere spendibile per andare prima in pensione con l’anticipata. La contestazione più immediata riguarda l’effetto «a scadenza»: chi ha già riscattato oggi, ma maturerà i requisiti dopo il 2030, potrebbe scoprire che una parte dei mesi riscattati non vale più come si aspettava per centrare prima l’uscita dalla vita lavorativa.
La norma, in realtà, è destinata a creare dibattito politico. «Non c’è nessunissima intenzione di alzare l’età pensionabile», ha detto il senatore della Lega. Claudio Borghi, «e meno che mai di scippare il riscatto della laurea. Le voci scritte in legge di bilancio sono semplici clausole di salvaguardia che qualche tecnico troppo zelante ha inserito per compensare un possibile futuro aumento dei pensionamenti anticipati, che la norma incentiva sfruttando la possibilità data dal sistema 64 anni più 25 di contributi inclusa la previdenza complementare. Quello che succederà in futuro verrà monitorato di anno in anno ma posso dire con assoluta certezza che non ci sarà mai alcun aumento delle finestre di uscita o alcuno scippo dei riscatti della laurea a seguito di questa norma». «In assenza di intervento immediato del governo, noi sicuramente presenteremo emendamenti», conclude il leghista. A spazzare via ogni dubbio ci ha pensato il premier, Giorgia Meloni: «Nessuno che abbia riscattato la laurea vedra’ cambiata la sua situazione, la modifica varra’ per il futuro, in questo senso l’emendamento deve essere corretto» a detto in Senato.
Dal canto suo, il segretario del Pd, Elly Schlein, alla Camera, ha subito dichiarato la sua contrarietà all’emendamento. «Ieri (due giorni fa, ndr) avete riscritto la manovra e con una sola mossa fate una stangata sulle pensioni che è un furto sia ai giovani che agli anziani. È una vergogna prendervi i soldi di chi ha già pagato per riscattare la laurea: è un’altra manovra di promesse tradite. Dovevate abolire la Fornero e invece allungate l’età pensionabile a tutti. Non ci provate, non ve lo permetteremo».
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