2024-09-21
I ragni, protagonisti in natura e nei film
Il ragno tesse la sua tela con perizia geometrica (iStock)
Campioni dell’evoluzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, esistono su questo mondo da centinaia di milioni di anni. Non sono soggetti cari alla letteratura, eppure la pazienza con cui attendono la preda e tessono le tele è in qualche modo poetica.I ragni. Insetti primordiali. Affascinanti e orripilanti, allo stesso modo. Campioni dell’evoluzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, esistono su questo mondo da centinaia di milioni di anni, abbiamo esemplari conservati addirittura dal periodo siluriano, 420 milioni di anni fa. Artropodi, sono suddivisi in oltre centomila specie distinte, tra quelle conosciute. Avendo sempre guardato con estrema attenzione la natura fin da bambino, i ragni fanno parte di quelle presenze che ho sfiorato, sebbene raramente mi abbiano davvero coinvolto. Mi piacevano per esempio e molto gli anfibi, i rettili e i coleotteri, e i lepidotteri e gli ortopteri. Uno dei ricordi più drammatici, intimamente drammatici della mia infanzia, mi ha segnato come uno spartiacque, e da allora in effetti, dai ragni mi sono sempre sentito minacciato.Ricordo una cantina, semibuia, e ricordo mia madre, lì, con me, a cercare qualcosa. La sua bicicletta e le varie cose stipate in cantina erano coperte da un grande telo, e a un certo punto spunta, sul muro, oltre il telo, un grosso ragno peloso. Le sue movenze rallentate, la sua capacità di bucare la mia attenzione, anzi di diventarne protagonista, la mia incapacità di capire quali fossero le sue intenzioni, ecco, lo spavento che mi lasciò senza respiro, quasi da svenire. Da allora, avrà avuto sei o sette anni, odio letteralmente i ragni. Ricordo anche un film, di tanti anni fa, un horror, mi sembra si intitolasse La vedova nera, con questa donna che si trasformava in un enorme ragno nero che collezionava uomini e quindi prede… molto simpatico quando correva trasformata coi suoi apparentemente morbidissimi zamponi, lungo cuniculi cavernosi, prima di raggiungere il malcapitato di turno. Brrr…Da brividi anche la rappresentazione iper-onirica e gotica del maestro Corrado Roi per i numeri 110 e 111 di Dylan Dog, Aracne e La Profezia, sceneggiatura di Gianfranco Manfredi, due tra i tanti albi acclamati dai lettori di fumetti e storie dell’indagatore dell’incubo.L’estate che ci siamo appena lasciati alle spalle ha rinfocolato la psicosi da morso di ragno violino, le cronache ci ha consegnato purtroppo il decesso di alcune vittime. Anche noi qui, a casa, in Piemonte, ne abbiamo individuati alcuni e per fortuna non hanno nemmeno morso i nostri gatti che, ovviamente, tendono a giocare con qualsiasi cosa si muova. Molti ragni sono abitanti della notte e di giorno se ne stanno nelle loro tane, in certi pertugi o nelle zone meno abitate delle case. Ma mentre animaletti e insetti come il geco o le farfalle, rappresentano delle presenze benvolute, anche simpatiche, da un certo punto di vista romantiche, i ragni o gli scorpioni vengono percepiti semmai come insidie, a causa ovviamente del carattere velenoso della loro esistenza. Anzi, i ragni comunque peggio degli scorpioni, quantomeno alle nostre latitudini, di certo la penserebbero diversamente in Australia o comunque laddove vivano scorpioni dalla puntura mortale.Pillole di cultura generale. Ad esempio: quali sono i ragni più grandi del mondo?Uno dei più grandi abita il Laos, nell’area del Grande Mekong, l’Heteropoda maxima può presentare una ampiezza delle zampe fino a 30 cm! Pensare poi di ritrovarsene uno su una spalla, o sulla schiena… uuu! La tarantola golia (Theraposa blondi) è la più pesante, può pesare fino a 170 grammi, lunghezza 10-13 centimetri, è grande come la mano di un uomo adulto. Si nutre anche di piccoli serpenti e di roditori, oltre che d’insetti. Per nostra fortuna abita dall’altra parte del mondo, nelle foreste di Brasile, Guyana e Venezuela.Un altro ragnetto è stato scoperto nella valle Arava solcata dalle acque del fiume Giordano, tra Israele e Giordania; il simpaticissimo Cerbalus aravaensis può avere un compasso tra le punte delle zampe pari a 14 cm, e si nutre anche di lucertole. Le zampe sono a bande grigio chiaro e nere, juventine.Ancora in Sud America spopolano la Phoneutria fhera, la Lasiodora parahybana e la Grammostola pulchra, belle grandicine, si nutrono di vari animaletti e addirittura di uccelli, all’occorrenza. Quali sono invece i ragni più velenosi?Stando alle classifiche pare che al vertice vi sia il ragno dei cunicoli o Atrax robustus, un ragnetto nero che oltremodo ama vivere in spazi prossimi agli umani, per fortuna in quel dell’Australia. E dire che avevo sempre sognato di fare un viaggio laggiù… Mortali possono essere anche i morsi dell’Heteropoda maxima che abbiamo già incontrato - Laos non mi avrai mai! - quanto il ragno eremita o Loxosceles reclusa, piccolissimo aracnide di pochi centimetri di lunghezza, che vive tra il sud degli Stati Uniti e il Messico, ma è segnalato anche in Medioriente e purtroppo nel bacino del Mediterraneo. E invece il ragno più piccolo? In Colombia hanno scoperto un ragnettino che può raggiungere i 2 millimetri di lunghezza, e pesare 0,05 grammi, meno di tante forme di piuma, stando agli esemplari femmina, il maschio è ancora più piccolo, 0.43 mm. Il suo nome è Patù digua poiché trovato nella foresta lungo il Rio Digua. Di niente è più grande il Patù marplesi che si trova invece sulle isole di Samoa. Il genere Patù comprende diciotto specie diffuse in vari punti del globo.Il ragno non è propriamente un soggetto caro alla poesia italiana, anche se i versi non mancano. In Sicilia ha vissuto, in quel di Palermo (1870-1963), senza mai gareggiare per imporsi su altri, e curando direttamente la stampa delle sue raccolte, un poeta che è stato definito «parnassiano», di nome Achille Leto che ci ha lasciato questa poesia:«C’è un ragno che tesse da secoli/la tela fra due bianchi nulla;/che tesse, dall’ilare culla/al funebre avello, ogni dì./E tesse, mai stanco, la fragile/sua tela di sogni nell’aria/un’ala, che va solitaria,/vi batte e l’ordito finì».Il tempo, forse la grande ossessione più o meno celata del poeta moderno. Chi e quale poesia non finisce per toccare le corde di tale spartito? E infatti se pensiamo al ragno pensiamo anche alla sua tela, al suo appostarsi in luoghi adatti alla caccia, alla pazienza con cui attende e con cui tesse e ritesse, emenda, aggiusta, e accudisce le prede catturate.E siamo giunti anche questa volta al termine: l’autore confessa di sentirsi molto coraggioso.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.