2021-10-12
Raggi di ghiaccio sul Pd: «Io all’opposizione»
Virginia Raggi (Gloria Imbrogno/LiveMedia/NurPhoto via Getty Images)
L'esternazione di Virginia fa salire il nervosismo nella corrente filodem del M5s fedele a Giuseppe Conte. Il sindaco uscente, indicata come l'anti Giuseppi, incontra Roberto Gualtieri e ribadisce: «Non do indicazioni di voto per domenica». Un atout in più per Enrico Michetti.I ballottaggi si avvicinano: domenica e lunedì prossimo gli elettori delle città che non hanno visto uno dei candidati a sindaco superare il 50% dei voti e vincere al primo turno, saranno chiamati alle urne per i duelli decisivi. Roma, Torino, Trieste i centri più importanti nei quali si terranno i ballottaggi. Riflettori puntati, inevitabilmente, sulla capitale, dove si fronteggiano il candidato del centrodestra, Enrico Michetti, il più votato al primo turno con il 30% dei voti, e quello del Pd, Roberto Gualtieri, che ha preso il 27%. I duellanti sono quindi sostanzialmente appaiati, e dunque la differenza potrebbero farla gli elettori che al primo turno hanno sostenuto i candidati a sindaco sconfitti: Carlo Calenda (19,8%) e Virginia Raggi, il sindaco uscente (19%). Calenda ha già annunciato, seppure a titolo personale, il suo sostegno a Gualtieri, mentre c'è grande curiosità per la scelta degli elettori del M5s. Giuseppe Conte è ormai subalterno al Pd a tutti i livelli, ma c'è da fare i conti con l'oste, nel caso di specie Virginia Raggi, che, dopo l'anticipazione in tal senso della Verità, viene ormai indicata da più parti come una possibile antagonista di Giuseppi, già in caduta libera dopo il superflop pentastellato alle amministrative, per la leadership dei grillini. A quanto risulta alla Verità, la Raggi è in testa al gradimento degli elettori del M5s a livello nazionale, poiché i militanti pentastellati la considerano vittima di un «tradimento» in termini politici da parte di Conte, sempre più orientato a trasformare il M5s in un socio di minoranza del Pd. La Raggi è nelle grazie di Beppe Grillo, gode della stima di Alessandro Di Battista e sta catalizzando il malcontento di tutti i militanti e gli esponenti del M5s che non si rassegnano all'alleanza strutturale con Pd e Leu. Elettori, militanti e parlamentari che hanno espresso alla Raggi la loro piena e affettuosa solidarietà umana e politica rispetto al comportamento di Conte, che ha lasciato sola Virginia la sera della sconfitta, precipitandosi a Napoli per tentare (invano) di mettere il cappello sulla vittoria di Gaetano Manfredi, tentativo maldestro e immediatamente sbugiardato da osservatori e protagonisti politici.Non a caso, ieri, la Raggi dopo aver incontrato Gualtieri ha gelato i dem: «Io andrò a sedere all'opposizione», ha spiegato Virginia Raggi, «e da lì farò un'opposizione assolutamente coerente con quello che è stato il mio programma di governo in questi cinque anni, senza sconti e collaborando invece dove ci sono delle possibilità di apertura, in maniera molto onesta, sincera e trasparente, come è giusto che sia. Io non do indicazioni di voto per il ballottaggio», ha chiarito l'ex sindaco, «le persone devono essere libere di scegliere quello che più ritengono sulla base dei programmi e delle candidature. Mi sento di ribadire la correttezza di questa posizione che non tende a influenzare alcuno, perché io non ho pacchetti di voti: chi tenta di influenzare lo fa sulla base di un dato che non esiste».A far salire il tasso di nervosismo nella corrente filodem del M5s, la convocazione per oggi pomeriggio, da parte della Raggi, di un incontro con parlamentari e consiglieri romani pentastellati per fare il punto dopo le amministrative. Una iniziativa che ha provocato parecchi malumori tra i grillini «rossi», quelli fedeli a Conte, che si sono sfogati nelle chat interne. Un buon segnale, dal punto di vista politico: se la mossa della Raggi fa paura a chi considera il M5s ormai condannato alla subalternità politica al Pd, significa che l'ex sindaco di Roma è considerata in grado di coagulare intorno a lei quella parte di militanti e parlamentari pentastellati che non si rassegna a questo destino. Disilluso, e non poteva essere altrimenti, Gualtieri: «La Raggi», ha detto il candidato a sindaco del Pd a La7, «dice di voler rimanere neutrale, non è una posizione contro. Ringrazio Conte e quegli esponenti del M5s che hanno espresso stima nei miei confronti, poi decideranno i romani. Io sono fiducioso ma anche rispettoso. È stato un incontro utile e positivo, abbiamo esaminato tanti dossier sul tavolo, abbiamo parlato dell'Expo», ha aggiunto Gualtieri, «e di come vincere questa grande opportunità per Roma. Abbiamo parlato di metropolitane, di tramvie, di autobus. È stato un incontro molto istituzionale. Se sento più affinità con gli elettori di Virginia Raggi o di Carlo Calenda? Io parlo a tutti», ha risposto Gualtieri, «confido nella saggezza di tutti gli elettori romani. Io mi rivolgo anche agli elettori di centrodestra, magari un po' a disagio».Ballottaggi in vista, come dicevamo, anche nelle altre città che non hanno visto l'elezione del sindaco al primo turno. A Torino si fronteggiano il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo, in testa al primo turno con il 43,8%, e quello del centrodestra Paolo Damilano (38,9%). A Trieste il duello è tra il sindaco uscente Roberto Dipiazza, sostenuto dal centrodestra, che ha raggiunto il 46.9%, e il candidato del centrosinistra Francesco Russo (31,6%).
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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