2022-09-11
Ci raccontano bugie sul gas, ma ci toccheranno solo tagli
Ognuno fa da sé, noi aspettiamo l’Ue. I dem e i loro media propalano balle sull’impossibile «cap» del prezzo pur di non smentire Sergio Mattarella. A essere perplessi, infatti, non sono i «sovranisti» ma Germania, Austria & C.È stato un fallimento, ma all’opinione pubblica italiana è meglio non farlo sapere. Così ieri la grande stampa si è incaricata di presentare il vertice europeo sul prezzo del gas come un mezzo successo, anche per non mettere in imbarazzo Sergio Mattarella, che proprio venerdì aveva sollecitato Bruxelles a «fare presto», ma è stato bellamente ignorato. «Gas, piccoli passi verso il tetto dei prezzi», ha titolato il Corriere della Sera. «Con l’Italia 14 Paesi: serve il tetto del gas», ha scritto il Messaggero. «L’affondo di Mattarella», gli ha fatto eco Repubblica. Peccato che l’affondo del nostro capo dello Stato sia andato a fondo e l’Europa non abbia deciso niente, se non un rinvio. Infatti, accantonati i titoli entusiastici, è stato sufficiente leggere tra le righe per cogliere il nulla di fatto. Delle «misure urgenti» che la Ue dovrebbe prendere per frenare le bollette che stanno mettendo in ginocchio famiglie e aziende, nelle cronache non si trova traccia, ma in compenso si sa che se ne parlerà a un prossimo incontro. Dalla primavera scorsa, cioè da quando fu chiaro che Vladimir Putin avrebbe risposto alle sanzioni europee con l’arma del gas, si discute dei provvedimenti per fermare il rincaro dei prezzi dell’energia elettrica e del riscaldamento. Ma a oggi Bruxelles non è giunta ad alcuna conclusione, preferendo ogni volta rimandare a prossime riunioni, a causa delle divisioni all’interno dei 27 Paesi che fanno parte dell’Unione. Del resto, come abbiamo spiegato più volte sulla base di autorevoli pareri, il tetto al prezzo del gas è una misura di dubbia efficacia e di ancor più dubbia realizzazione. Stabilire a tavolino il valore di una materia prima che si intende comprare, presuppone di avere l’arma dalla parte del manico e cioè di poter imporre un prezzo al venditore. Ma se quest’ultimo è in guerra con noi, difficilmente sarà disposto ad agevolarci. E infatti Putin non ha alcuna intenzione di farci un favore. Anzi, la sua strategia punta a metterci in difficoltà, facendoci mancare il gas e dunque danneggiando le nostre economie fino a che non toglieremo le sanzioni. Tornando al tetto del prezzo del gas, piuttosto che accettarlo la Russia è disposta a bruciare le eccedenze, ben sapendo che senza il metano mezza Europa va in malora. Dunque è con questa realtà che siamo costretti a fare i conti e metà Unione europea non ha alcuna intenzione di morire per l’Ucraina, a differenza di quanto si vorrebbe far credere.Sui giornali che - falsando la realtà - lasciano trasparire un successo italiano sul fronte del prezzo, si fa anche credere che a opporsi alla misura siano ormai pochi Paesi, la maggior parte dei quali governati dalla destra europea. In realtà, le cose non stanno così, perché al momento la Ue è letteralmente spaccata in due e a opporsi al price cap, ritenendolo una follia che mette in grande difficoltà famiglie e imprese, sono 12 Paesi, alcuni dei quali decisivi. Già, perché tra chi dice no allo stop alla contrattazione del metano sul mercato di Amsterdam non c’è solo l’Olanda o l’Ungheria di Viktor Orbán, ci sono anche la Germania di Olaf Scholz e l’Austria di Karl Nehammer, ossia un socialista e un moderato, entrambi alla guida di una coalizione di cui fanno parte i Verdi. Dunque, a respingere il tetto non c’è la destra xenofoba che strizza l’occhio a Putin, ma gli stessi partiti che oggi fanno parte dello schieramento che governa l’Europa. Basta questo dunque per capire che i piccoli passi per mettere un freno al prezzo del gas non bastano affatto a raggiungere l’obiettivo, in quanto l’Europa non solo è divisa, ma alcuni dei grandi Paesi che la compongono - tra questi la Germania - sono pronti al veto, in quanto finora Mosca ha avuto un occhio di riguardo per loro e loro vogliono averne uno altrettanto furbo verso la Russia. In altre parole, la speranza che i rincari delle bollette possano essere fermati da una misura europea è mal riposta, in quanto nonostante gli appelli e le rassicurazioni, un accordo sul tema è impossibile da raggiungere. Dunque, stando così le cose, siccome il governo non intende mettere altri soldi sulle bollette, agli italiani nelle prossime settimane sarà prospettata una scelta: o battere i denti dal freddo o rassegnarsi al salasso. Le parole tranquillizzanti sparse a testate unificate servono a questo: rassicurare gli italiani in vista delle elezioni. Poi, quando avranno votato, scopriranno la verità. Che si sapeva già dalla primavera scorsa, anzi da quando Putin ha invaso l’Ucraina, ma qualcuno, per convenienza o calcolo, ha preferito ignorare.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)