2024-05-11
Quando la sinistra sale in barca non s’indigna nessuno
L’imprenditore della logistica portuale, perno dell’inchiesta come presunto corruttore, coltivava rapporti coi big della sinistra locale e col figlio del fondatore del Movimento. Eppure nessuno si è mai scandalizzato. Ma quanti amici aveva Aldo Spinelli? Da giorni si parla di questo imprenditore calabrese trapiantato a Genova. Ex presidente di alcune squadre di calcio, tra cui quella cittadina, è considerato uno degli uomini più potenti della Liguria. Ma soprattutto è ritenuto - dalla Procura il gran corruttore, l’uomo che finanziava le campagne elettorali di Giovanni Toti e anche colui che saldava i conti allegri, in quel di Montecarlo, dell’ex presidente dell’autorità portuale della Superba. L’inchiesta dirà se alle accuse corrisponde la sostanza e cioè un reato: non conosco Spinelli e dunque mi attengo a quel che leggo. Tuttavia, non posso non notare che tutto il clamore suscitato dalle gite in barca con il governatore della Liguria - principale capo d’accusa insieme a bonifici al suo comitato elettorale per un valore complessivo di 74.000 euro in quattro anni - non hanno ottenuto altrettanta risonanza quando a rilassarsi sullo yacht dell’imprenditore erano altri politici. Mi è capitato sottomano un divertente articolo uscito tempo fa su una testata locale. Già il titolo dice tutto: «Il Pd genovese sale a bordo per una lasagnata radical chic». In breve, nel novembre del 2021, si dava notizia di un incontro in alto mare a cui, oltre al terminalista (chiamano così gli industriali della logistica che lavorano lungo le banchine) titolare del panfilo, avrebbero partecipato l’ex ministro Claudio Burlando e alcuni maggiorenti del Partito democratico. Secondo il magazine online, i vertici del Pd si sarebbero riuniti attorno a una lasagna radical chic in vista delle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione della città. In pratica, si trattava di decidere chi candidare contro il sindaco Marco Bucci in vista delle elezioni. Vabbe’ la sinistra in cachemire sdoganata da Fausto Bertinotti, e passi pure quella in barca a vela resa popolare da Massimo D’Alema, ma perché quelli del Pd devono discutere dell’aspirante sindaco che vogliono schierare con Spinelli? È vero che l’imprenditore nel passato ha svolto pure il ruolo di consigliere comunale tra i banchi della sinistra e che per un certo tempo è stato anche tra i sostenitori del Maestrale, l’associazione che ruotava intorno all’ex governatore e dell’ex numero uno dei Trasporti del governo D’Alema, ma perché Burlando deve andare a discutere delle decisioni del Pd con Spinelli? La domanda purtroppo è destinata a non trovare risposta. Tuttavia, un fatto è certo: il terminalista, oltre a essere un uomo molto ospitale che ama accogliere i propri ospiti sul suo yacht, è anche un uomo vicino al partito. Tanto vicino da aver assunto alle proprie dipendenze una serie di esponenti del Pd, tra cui addirittura il segretario provinciale. Ma oltre a imbarcare uomini vicini a Elly Schlein (ma soprattutto ad Andrea Orlando, che in Liguria è l’uomo chiave del partito, oltre a essere anche il capo di una delle correnti più forti a Largo del Nazareno), Spinelli pare sia anche un uomo molto generoso. E non mi riferisco solo ai braccialetti Cartier e alle borse donate alla compagna dell’ex presidente del Porto di Genova. E nemmeno penso ai 74.000 euro che in quattro anni sono stati donati con regolari bonifici al comitato elettorale di Toti. No, parlo dei 261.000 euro che nel lontano 2021, quando Giuseppe Conte era ancora presidente del Consiglio e i 5 stelle in maggioranza, furono versati alla Casaleggio associati. La somma era quasi la metà di quanto era stato pagato da un altro armatore, Vincenzo Onorato, ma comunque un quarto di milione resta pur sempre una bella cifra. La Spinelli risultava infatti tra i primi quattro clienti della società creata dal fondatore insieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 stelle. Quando nel febbraio del 2022 il nostro Giacomo Amadori pubblicò l’elenco dei clienti dell’azienda di consulenza, nessuno si chiese perché un imprenditore portuale, anzi due, dovessero contribuire così generosamente al bilancio di una società di consulenza molto vicina ai grillini. Né si interrogò sulle pur brillanti competenze della Casaleggio associati. Come i passaggi del Pd sullo yacht dell’imprenditore, anche le fatture liquidate da Spinelli all’azienda che gestiva la piattaforma delle consultazioni pentastellate, non suscitarono scandalo. Cioè, tre anni fa era tutto normale, tutto regolare. Poi però, il pagamento di qualche cena elettorale e di alcuni manifesti, pur essendo regolarmente dichiarato, fa scattare l’accusa di corruzione. Sintesi un po’ brutale: se in barca ci va Toti è un magna magna, se ci vanno Burlando e compagni invece è solo una lasagnata. Radical chic, of course.