2022-11-21
Il Qatar non ha vergogna, in campo né fuori
Tamim bin Hamad Al Thani alla cerimonia inaugurale di Qatar 2022 (Ansa)
Alla cerimonia l’emiro straparla: «Nostri sforzi per il bene dell’umanità». Poi va in scena un carrozzone perbenista che mette in crisi la Rai sui diritti umani: «In Iran va peggio». La squadra di casa perde 2-0 e i tifosi ecuadoriani urlano: «Vogliamo la birra». La cerimonia inaugurale dei Mondiali 2022 inizia con un gran dispiego di mezzi, e durante le coreografie allo stadio Al Bayat di Al Khor, prima del match tra i padroni di casa e l’Ecuador, le luci coloratissime che anticipano il fischio d’inizio delineano la foglia di fico con cui la Rai cerca di salvare la reputazione di una manifestazione destinata a restare nella storia per le polemiche generate. Da un lato è comprensibile. La tv di Stato italiana ha versato circa 150 milioni di euro per accaparrarsi i diritti sull’evento, confidando nella presenza degli azzurri di Mancini, oggi convitati di pietra. Ma, assenza dell’Italia a parte, a calare l’asso ci pensa l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani con il suo discorso introduttivo: «Abbiamo profuso i nostri sforzi per il bene dell’umanità. Finalmente comincia la grande festa del calcio in un ambiente caratterizzato da umana e civile comunicazione. Persone di paesi e culture diverse arriveranno in Qatar e tanti condivideranno questi momenti davanti agli schermi di tutti i continenti. I popoli metteranno da parte ciò che li divide e celebreranno la loro diversità e ciò che li unisce». Ce n’è abbastanza da suscitare imbarazzo in studio, dopo le polemiche sull’ipotesi di cospicue tangenti versate dall’emirato per assicurarsi l’assegnazione della manifestazione, le notizie di circa 6.000 lavoratori morti durante la costruzione degli stadi e degli impianti, le minacce, niente affatto velate, degli ambasciatori qatarini verso la comunità omosessuali e verso chiunque non osservasse le prescrizioni islamiche, consumazione di alcool inclusa. Su Rai 1 Claudio Marchisio solleva i primi dubbi: «Si fatica un po’ a sentire queste parole, pur molto importanti, sapendo che siamo arrivati a questa inaugurazione in maniera non trasparente. Mi sembra di aver sentito qualche fischio allo stadio». Andrea Stramaccioni però è conciliante: «Questo Mondiale può portare il Qatar in linea sui diritti civili come nelle altri parti del mondo, spero che porti il paese al cambiamento che hanno promesso», ribatte, mentre il conduttore Alessandro Antinelli si barcamena cercando di salvare capra e cavoli. Avvalendosi del contributo di un’esperta sociologa che spiega come, a proposito di condizione femminile e coercizioni, «in Qatar le donne indossino il velo per attaccamento alla tradizione», diversamente dall’Iran, dove sono costrette a farlo, come conferma ancora Stramaccioni (ha vissuto in entrambe le nazioni) nel tentativo di strappare il sei politico per Doha in diritti civili. Insomma, il Qatar sarebbe un benevolo stato tradizionalista incline tutto sommato a favorire la libertà di pensiero. Poi inizia Mondiale: Qatar-Ecuador. Dopo pochi minuti, il portiere del Qatar Al Sheeb va a farfalle, Valencia colpisce di testa e insacca. L’arbitro Orsato, su suggerimento del Var, annulla per fuorigioco, scelta a dirla tutta molto generosa. «Fuorigioco millimetrico», commentano dalla Rai, indaffarati a restare in equilibrio. Poi però la differenza tra le due compagini è debordante: l’Ecuador è una nazionale dignitosa (ma nulla più), il Qatar vale un campionato dilettanti. Così, al minuto 16, Valencia si riscatta: calcio di rigore netto per fallo dell’impresentabile Al Sheeb sull’attaccante sudamericano, che insacca. Potrebbe finire tanti a pochi. E infatti, al minuto 31, ancora Valencia raddoppia su ripartenza di Caicedo e assist di Preciado che crossa al centro dell’area. Nella ripresa, i sudamericani gestiscono il risultato, il Qatar tenta qualche sortita senza successo, Preciado e Valencia si fanno male e sono costretti a uscire. Ma il gol destinato a far discutere più degli altri lo siglano i tifosi dell’Ecuador dagli spalti, quando intonano il coro «queremos cerveza» (vogliamo la birra, ndr), in risposta al divieto di consumare alcolici imposto a tutti durante l’evento. Ne sarà felice l’emiro Al Thani: ecco un esempio di comunicazione tra popoli e culture diverse, come da suo discorso inaugurale.
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)
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