2025-08-27
Pure la bandiera di Genova diventa razzista
Per i talebani dell’accoglienza del Regno Unito chi espone il vessillo di San Giorgio per protestare è un pericoloso sovversivo. Starmer, con la sua finta faccia dura, è sempre più patetico mentre Farage annuncia un piano per risolvere il nodo migranti.Il nuovo bersaglio ora è la croce. Per la precisione quella di San Giorgio, rossa in campo bianco, già simbolo della città di Genova e poi adottata da Londra nel 1190 (dietro pagamento di tributo ai genovesi, di cui le navi britanniche bramavano la protezione). Una croce particolarmente importante, rossa come il sangue di Cristo che lava i peccati, conosciuta come vessillo di Pietro e poi divenuta emblema dall’Inghilterra nella Unione Jack, la bandiera del Regno Unito. La stessa nazione che ora la teme e la addita quale impresentabile simbolo razzista. Per un consigliere liberal del Dorset è addirittura da considerarsi un simbolo «intimidatorio», evidentemente correlato all’estrema destra. Andy Burnham, sindaco di Manchester in quota laburista, sostiene che la croce sia un simbolo divisivo utilizzato in modo pericoloso. Tanto che in alcune città amministrate dalla sinistra i vessilli vengono rimossi dalle amministrazioni laburiste, come è accaduto a Brighton, nell’East Sussex.Il fatto è che l’antica bandiera è divenuta nelle ultime settimane il segno del rinascente patriottismo britannico, il che spaventa non poco laburisti e progressisti vari. «In certe strade di Birmingham, ma anche a Manchester, Newcastle, Norwich, Bradford, Worcester, Londra e altrove, c’è praticamente una bandiera che sventola da ogni lampione», scrive allarmata Repubblica. «E la maggioranza non sono Union Jack, bensì Croci di San Giorgio, una croce rossa su sfondo bianco, diventate da tempo in questo Paese il simbolo di gruppuscoli ultra nazionalisti, partiti di estrema destra, movimenti xenofobi». Altre croci sono state esibite davanti agli hotel per migranti, gli alberghi in cui il governo inglese alloggia i richiedenti asilo e che da qualche tempo sono al centro di feroci polemiche e teatro di manifestazioni contro l’immigrazione di massa.La Bbc ha dedicato un lungo articolo al fenomeno sul suo sito chiamando in causa Sabby Dhalu, segretaria di Stand up to Racism, secondo cui l’uso delle croci «è incoraggiato da gruppi di estrema destra ed è concepito per far sentire indesiderati i rifugiati, gli immigrati e le persone nate qui ma con familiari provenienti da un altro Paese».Anche per Repubblica estrema destra ci cova, ma «a cavalcare questa crociata nazionalista non sono soltanto partitini marginali e movimenti estremisti. Kemi Badenoch, la leader del partito conservatore, ha scritto un articolo sul Daily Mail, il più diffuso tabloid di destra, per dare il benvenuto all’apparizione delle bandiere, definendole un segno di orgoglio nazionale e patriottico. E Nigel Farage, leader di Reform, il partito populista di stampo trumpiano balzato in testa nei sondaggi, già promotore della Brexit nel referendum del 2016, si è sempre avvolto nella bandiera di San Giorgio nelle sue campagne contro migranti illegali e immigrati legali».Già, bisogna avere paura di un’antica bandiera carica di storia, simbolo inglese per eccellenza, però non si dice mezza parola su quello che sta accadendo nel Regno Unito, dove almeno da un anno sono in corso pesanti sollevazioni contro l’immigrazione fuori controllo. Le proteste si sono fatte più pressanti nelle ultime settimane, dopo che l’Alta corte britannica ha ordinato la chiusura del Bell Hotel di Epping, uno dei succitati hotel per migranti (uno degli ospiti, per altro, in questi giorni è finito in tribunale con una accusa di molestie ai danni di una minorenne).Il governo ha sempre reagito alle rivolte con la repressione, gli arresti e le incarcerazioni. Adesso siamo arrivati alla paranoia sui simboli: esporre una croce è considerato razzista. Tutto ciò mentre il primo ministro Keir Starmer cerca pateticamente di fare la faccia dura sul tema migranti. Prima ha firmato un accordo con la Francia sulla chiusura dei confini, poi ha annunciato una stretta sugli irregolari. Ma la situazione è evidentemente fuori dal suo controllo.Il Guardian spiega che «il numero cumulativo di arrivi nel 2025 ammonta ora a un totale provvisorio di 28.947. Si tratta di una cifra superiore del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il totale era di 19.294, e del 47% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando il totale era di 19.741. Lunedì sono arrivate nove imbarcazioni, il che suggerisce una media di circa 73 persone per imbarcazione». Oltre agli ingressi a getto continuo ci sono ulteriori questioni di merito termine legate alla gestione degli stranieri. Come spiega Infomigrants, «secondo il ministero dell’Interno del Regno Unito, più di 111.000 persone hanno presentato domanda di asilo in Gran Bretagna nel periodo di dodici mesi compreso tra giugno 2024 e giugno 2025, segnando un nuovo record da quando sono iniziate le rilevazioni attuali nel 2001». Le numerose domande, come avvenuto tempo fa in Italia, hanno intasato gli uffici competenti, tanto che «alla fine di giugno circa 91.000 persone erano ancora in attesa di una decisione sulle loro domande di asilo».I laburisti possono censurare e incarcerare finché vogliono, ma l’immigrazione rimane un nodo difficilissimo da sciogliere che catalizza l’attenzione della popolazione e che agisce come un volano per i consensi di Nigel Farage. Il quale ha annunciato alla stampa il piano del suo partito per risolvere il caos migratorio una volta per tutte, il quale ovviamente prevede rimpatri massivi e ferree limitazioni. Per evitare che qualche giudice si metta di mezzo, Reform promette di ritirare il Regno Unito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu), di abrogare l’Human Rights Act e disapplicare altri accordi internazionali che finora sono stati utilizzati come freno «umanitario» ai rimpatri. Il progetto è senza dubbio ambizioso e anche molto difficile da realizzare, come insegna il caso italiano relativo ai rimpatri in Albania. In ogni caso, Farage sta da tempo tracciando il perimetro del dibattito politico inglese, e sia i conservatori sia i laburisti sono costretti a inseguire. Che le sue promesse siano realizzabili o meno, il punto è sempre lo stesso: le popolazioni europee sono contrarie all’immigrazione di massa. E togliere le croci di San Giorgio dalle strade di certo non è la risposta che attendono dalla politica.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Uno scontro impari, 16 aerei contro oltre 40, e un pilota generoso che salvò un compagno senza badare a quanto carburante gli rimaneva. Questa è la storia di George ed Andrew.