2023-09-18
Caro Bonomi, si può fare impresa senza sussidi
Carlo Bonomi (Imagoeconomica)
Caro Carlo Bonomi, siccome fra qualche mese dovrà lasciare la presidenza di Confindustria non resisto alla tentazione di mandarle un’ultima (spero) cartolina. Le confesso che ogni volta che la sento parlare, come l’altro giorno alla vostra assemblea, mi viene l’orticaria. E non solo perché, come è noto, lei è diventato presidente degli imprenditori senza aver fatto mai davvero vita d’impresa, frequentando salotti e consigli di amministrazione più che fabbriche e officine.E non solo perché durante il suo mandato ha lavorato per rafforzare sé stesso più che il mondo che rappresenta (quest’ultimo, infatti, come le ha ricordato Nicola Porro, ha perso peso mentre lei s’è accaparrato qualche strapuntino personale, come le poltrone alla Fiera di Milano e alla Fiera di Parma, dopo aver fallito l’ascesa alla Lega Calcio). No, mi viene l’orticaria soprattutto perché mi chiedo con che faccia riesca a dire ciò che dice.Subito dopo l’assemblea, per esempio, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dicendo che «se le risorse del Superbonus fossero andate all’industria l’Italia sarebbe più forte». Ora, si può pensare tutto il male possibile del Superbonus (e noi lo pensiamo), ma quelle risorse sono finite in buona parte proprio alle imprese edili che fanno parte, pure loro, di Confindustria. E poi, scusi, non era lei quello che si lamentava del Sussidistan? E com’è che si oppone al Sussidistan chiedendo sempre più sussidi? I sussidi vanno bene per lei e i suoi amici e non per i poveracci? Ricordo che quando la impallinarono nella corsa alla Lega Calcio lei stava alle Maldive. Il posto giusto per chi chiede sussidi.Anche il lamento ripetuto sul fatto che l’Italia «sta perdendo competitività» e non è «protagonista dell’innovazione» mi pare ridicolo. Ma chi la deve fare l’innovazione? Chi deve lavorare per la competitività? Mago Merlino? La Fata Turchina? O lo Stato con un piano quinquennale alla Lenin? Innovazione e competitività toccano alle imprese. E se in Italia scarseggiano è perché troppi imprenditori, in questi anni, hanno scelto altre strade, come i rampolli di casa Agnelli che appena finito di succhiare dalle mammelle dello Stato se ne sono andati via dall’Italia lasciandoci in braghe di tela. O come i Benetton che hanno riempito le tasche loro e dei loro manager, con utili stratosferici e stipendi da Paperoni, lasciando cadere il Paese a pezzi. Letteralmente.Anche sul salario minimo, non la seguo. A luglio ha detto «nessun veto, non è un tema che riguarda Confindustria». L’altro giorno invece l’ha bocciato senza appello dicendo: «Non serve il salario minimo, serve il salario giusto». Benissimo, si può cambiare idea: evidentemente quello che a luglio non riguardava Confindustria, ora la riguarda. Ma, di grazia, il salario giusto chi lo deve dare? Nembo Kid? Buffalo Bill? Braccobaldo del Braccobaldo Show? O voi? Si è appena saputo che a ottobre tutti i dipendenti della Ferrero riceveranno un premio da 2.400 euro. Evidentemente non aspettano Mago Merlino per l’innovazione e Nembo Kid per aumentare gli stipendi. E ce ne sono moltissimi, come loro, nella grande, media e piccola industria italiana. Forse Confindustria dovrebbe rappresentare un po’ più i Ferrero d’Italia e un po’ meno i Benetton. Chissà se, senza di lei, ci riuscirà.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.